di Anna Messia

La richiesta è arrivata direttamente dall’azionista di riferimento, l’Automobile Club Italia che a fine 2012 ha preso carta e penna e ha inviato una lettera alla controllata Sara Assicurazioni per chiederle la distribuzione di riserve distribuibili. L’importo in oggetto era di 20 milioni di euro. Liquidità che è stata prontamente girata all’ente presieduto da Angelo Sticchi Damiani per la sua quota parte, ovvero poco più della metà. L’Aci gestisce il pubblico registro automobilistico e in questi mesi è stato costretto a fare i conti con il calo delle immatricolazioni. Sono anni del resto che l’Automobile Club, per riequilibrare i conti, chiede al governo un adeguamento delle tariffe per i servizi del Pra, ferme ormai dal 1994. Ritocco mai arrivato. Tanto che a questo punto i flussi di liquidità provenienti dalla controllata assicurativa, di cui l’Aci detiene il 54,57%, rappresentano una risorsa preziosa per l’ente. Già lo scorso anno la compagnia guidata da Alessandro Santoliquido aveva pagato all’Aci una cedola di quasi 5,5 milioni di euro, di cui aveva beneficiato il bilancio 2011. Quest’anno la richiesta è arrivata ancora prima della chiusura dei conti 2012, prendendo appunto a riferimento la liquidità giacente nelle riserve disponibili. Un’operazione importante per il bilancio della compagnia guidata da Santoliquido. Tanto che l’altro azionista della società, Reale Mutua, cui fa capo il 31,43% del capitale, in cda, al momento dell’approvazione dell’operazione, aveva sollevato dubbi, anche se alla fine ha votato a favore. Il rappresentate di Reale Mutua in consiglio aveva ricordato in particolare di tenere in debita considerazione la lettera dell’Isvap (ora Ivass) di fine dicembre 2011, con la quale l’autorità invitava tutte le imprese assicurative «all’adozione di criteri prudenziali per il consolidamento della stabilità tecnica e patrimoniale, con particolare riferimento alle politiche di remunerazione dei dividendi». In pratica, invitava le assicurazioni a non staccare ricche cedole agli azionisti, ma piuttosto ad aumentare il patrimonio.

Evidentemente in Sara hanno ritenuto di avere le spalle abbastanza larghe. Anche perché, grazie all’andamento positivo della finanza, ma grazie soprattutto al recupero di redditività delle attività assicurative, la compagnia si appresta a chiudere un bilancio 2013 in utile per circa 60 milioni. Un netto progresso rispetto al 2011 (38 milioni) che pure aveva beneficiato dei flussi provenienti da operazioni straordinarie nel settore immobiliare. (riproduzione riservata)