di Lucio Sironi

Il recupero dei mercati nei primi mesi del 2012 sta portando un notevole beneficio all’industria del risparmio gestito. Come dimostra il caso di Azimut, che tra gennaio e febbraio ha ottenuto una raccolta netta nel risparmio gestito di 311 milioni. Aggiungendo il contributo giunto dai mercati, l’aumento della massa gestita è stato di circa 1 miliardo. Grazie alle commissioni di performance (il cliente in media in questi due mesi ha guadagnato il 6%) la posizione finanziaria netta, che a fine 2011 era positiva per 98,8 milioni, è balzata a oltre 140 milioni. «Un tesoretto che cercheremo di aumentare in vista di possibili acquisizioni in Italia», ha spiegato l’ad Pietro Giuliani, «se si presenterà l’opportunità». In caso contrario nei prossimi anni la società potrebbe avviare la distribuzione di dividendi straordinari mentre per quest’anno la cedola è stata confermata a 0,25 euro (stacco il 21 maggio e pagamento dal 24) dal cda che ieri ha approvato il progetto di bilancio. Nel 2011 Azimut ha conseguito un utile netto consolidato di 80,4 milioni, in calo del 14,7% rispetto ai 94,3 del 2010 soprattutto per la sostanziale assenza delle commissioni di incentivo. In calo del 9,1% i ricavi consolidati, pari a 325,7 milioni. Il patrimonio totale a fine 2011 si attestava a 16,5 miliardi (nel frattempo è salito a 17,7). La capogruppo quotata, Azimut Holding, ha chiuso il 2011 con un utile netto di 84,6 milioni dai 77,6 registrati nel 2010. «Il 2011 è stato un anno difficile sia per l’industria del risparmio gestito che per i mercati finanziari», ha osservato Giuliani. «Eppure negli ultimi tre anni le nostre masse in gestione hanno registrato una crescita cumulata del 34% rispetto all’11% dell’industria italiana, mentre la performance media ponderata dei fondi Azimut, al netto dei costi, è stata del 14%, superiore sia al risk free che all’indice di settore». Quanto allo sviluppo all’estero, avviato nel 2011 attraverso start-up e qualche piccola acquisizione, il presidente e ad ha detto che nel complesso la partita è in equilibrio. Le iniziative in fase di lancio a Hong Kong e in Turchia per ora assorbono capitale mentre le società rilevate in Svizzera e a Monaco producono utili (le masse gestite all’estero ammontano a circa 1 miliardo). Infine Giuliani ha definito probabile il rimborso di un’ulteriore tranche del bond al 4% emesso nel 2009. La quota di azioni proprie detenuta da Azimut è pari all’8,1% del capitale. (riproduzione riservata)