Dati in calo per Sace, il gruppo assicurativo detenuto al 100% dal ministero dell’Economia, specializzato nell’export credit che mette così a dieta l’azionista Tesoro. Sul bilancio 2011 del gruppo guidato da Alessandro Castellano ha pesato in particolare il peggioramento del contesto economico e l’utile netto della capogruppo, Sace Spa, ha subito, di conseguenza, un dimezzamento. E anche il consolidato si è ridotto a quasi un terzo rispetto al 2010. In piena crisi dell’Italia le attività del gruppo, che per il mestiere che fa è chiamato a lavorare con banche internazionali, hanno inevitabilmente subito una pesante frenata a causa del calo della credibilità e del rating dell’Italia. E il resto l’hanno fatto le svalutazioni, a partire dalla scorsa estate, dai titoli di Stato italiani che costituiscono un asset molto importante per il gruppo guidato da Alessandro Castellano. Così i premi lordi del gruppo nel 2011 sono calati del 17%, attestandosi a 442 ,3 milioni. Ma a frenare è stato in particolare l’utile della capogruppo (sul quale viene staccato il dividendo all’azionista) che nel 2011 è praticamente dimezzato rispetto all’anno precedente, attestandosi a 184 milioni rispetto ai 366,7 milioni del 2010. E ancora peggio è andata al risultato netto consolidato, che dai 410 milioni del 2010 si è ridotto fino ai 140 milioni dello scorso anno. «Il bilancio ha risentito dell’andamento della gestione non tecnica, che è risultata in perdita per 115,1 milioni rispetto al risultato positivo di 87 milioni del 2010», hanno dichiarato dalla società in un comunicato, «Sul risultato», hanno aggiunto, «hanno influito svalutazioni, per altro già riassorbite in parte nel primo trimestre 2012, riferibili in particolare ai titoli governativi europei». Inoltre le politiche prudenti di valutazione dei rischi adottate hanno consentito di ridurre i sinistri, che a livello di gruppo sono risultati in calo del 42,3% rispetto allo stesso periodo del 2010. Sace Bt, specializzata nell’assicurazione del credito a breve termine, nella cauzione e nei rischi di costruzione ha chiuso poi l’anno con premi in crescita del 12% rispetto al 2010. E Sace Ftc, la società di factoring del gruppo, ha chiuso il suo primo esercizio di piena operatività con un utile di 6,6 milioni. Ma il dato più significativo, almeno per il bilancio dello Stato, riguarda come detto l’utile della capogruppo Sace Spa sul quale viene calcolata la cedola da staccare ogni anno all’azionista: nel 2010 Via XX Settembre aveva incassato un dividendo di 310 milioni (con un pay out dell’85%), già più basso dei 363 milioni del 2009 (quando il pay out era stato del 92%). Quest’anno, anche immaginando che il pay out arrivi alla soglia massima (non può andare oltre il 95%) il cedolone per il Tesoro (quando più sembra averne bisogno) è destinato a sgonfiarsi sotto 175 milioni. (riproduzione riservata) Anna Messia