“I risultati con cui il Gruppo Unipol chiude il 2011 migliorano le previsioni”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato Carlo Cimbri. “Nell’ambito di un Piano Industriale triennale avviato nel 2010, che avevamo focalizzato sul settore assicurativo, Unipol ha dimostrato la capacità di centrare i principali obiettivi gestionali e industriali con un anno di anticipo rispetto ai target prefissati”.

L’esercizio 2011 di Unipol è stato caratterizzato da un favorevole andamento della gestione industriale assicurativa che, nel comparto Danni, ha già ottenuto il superamento degli obiettivi di marginalità tecnica del Piano Industriale previsti al 2011 e 2012.

Il Gruppo chiude l’esercizio 2011, ante impairment su avviamenti del comparto bancario precedentemente esposto, con un risultato consolidato pari a 226 milioni di euro (-94 milioni di euro post impairment) rispetto ad un risultato di 71 milioni di euro realizzato nel 2010.

“La difficile congiuntura economica e l’instabilità dei mercati finanziari dell’area Euro – ha proseguito Cimbri – ci obbligano a valutazioni prudenti sotto il profilo della patrimonializzazione e non consigliano la distribuzione di dividendi. Lavoriamo per costruire un valore per gli azionisti solido e stabile nel tempo, anche operando scelte difficili”.

Più in dettaglio, la gestione industriale Danni, a fronte di politiche assuntive che rimangono improntate alla selettività degli affari ed alla razionalizzazione della rete agenziale, ha raccolto nell’anno 2011 premi pari a 4.333 milioni di euro (+2,1% rispetto al 31 dicembre 2010), di cui 2.623 milioni di euro nei rami Auto e 1.710 milioni di euro nei rami Non Auto.

Positivi i risultati delle compagnie specializzate del Gruppo: nel comparto Auto, che nel complesso presenta un incremento del 2,7% sul 2010, si segnala la crescita del fatturato di Linear, con premi per 201 milioni di euro (+17,8% sull’esercizio precedente). Nel comparto Non Auto, che per il Gruppo presenta premi in crescita dell’1,2%, la raccolta premi di Unisalute è pari a 211 milioni di euro (+19,4% rispetto al 2010).

Sul versante della sinistralità è proseguito nel 2011 il miglioramento della marginalità industriale registrato già a partire dall’esercizio 2010. Il Gruppo ha registrato, a fine 2011, un rapporto sinistri su premi del lavoro diretto (loss ratio) del 73,2%, in miglioramento di 6,8 punti rispetto all’80% del 2010 e un expense ratio pari al 22,3% (22,1% nel 2010). Pertanto il combined ratio (lavoro diretto) è risultato al 31 dicembre del 2011 pari a 95,5%, risultato migliore rispetto al valore di 99,6% e di 97,5% indicati rispettivamente come obiettivi del Piano Industriale al 2011 e 2012.

Per quanto riguarda il comparto Vita, lo scorso 29 settembre 2011 è stata ceduta la partecipazione detenuta in BNL Vita (51% del capitale sociale), che ha quindi contribuito in modo irrilevante al risultato economico consolidato dell’esercizio.

Il comparto Vita, considerando il Gruppo Unipol a nuovo perimetro, ha realizzato una raccolta diretta pari a 2.476 milioni di euro, in crescita del 9,6% sull’esercizio 2010, cui ha contribuito il Gruppo Arca con una raccolta diretta complessiva pari a 646 milioni di euro. La raccolta Vita di Unipol Assicurazioni si è attestata a 1.829 milioni di euro, in lieve flessione rispetto ai 1.907 milioni di euro raccolti nel 2010 (-4,1%), in un contesto generale che ha evidenziato una pesante contrazione della raccolta del mercato Vita nel suo complesso (-18% nel 2011).

Il volume della nuova produzione in termini di APE al 31 dicembre 2011 è stato pari a 248 milioni di euro (di cui 67 milioni di euro apportati dalle compagnie del Gruppo Arca), contro i 229 milioni di euro del 2010, mentre il valore della nuova produzione (NBV) si è attestato a 50 milioni di euro rispetto i 42 milioni del 2010.

Nel comparto bancario, il Gruppo Unipol Banca ha registrato una raccolta diretta da clientela terza (retail e PMI), escluse le cartolarizzazioni, di 7.826 milioni di euro (+10,2% rispetto ai 7.100 milioni di euro del 2010). Il gap tra raccolta e impieghi si è ridotto di circa 600 milioni di euro rispetto al 2010.

Relativamente all’avviamento iscritto per 419 milioni di euro nel bilancio di Unipol Banca (conseguente all’acquisto di sportelli bancari) – tenuto conto dello strutturale cambiamento della situazione economico finanziaria nazionale ed internazionale e delle prospettive di generazione di valore della Banca, nonché del rialzo dei tassi di interesse – l’analisi di impairment ha determinato la rilevazione di una rettifica di valore pari a 300 milioni di euro lordi (circa 201 milioni di euro netti) sul conto economico di Unipol Banca.

Ciò ha altresì comportato una rettifica di valore pari a circa 119 milioni di euro sull’avviamento iscritto nel bilancio consolidato del Gruppo relativo alla differenza di consolidamento sulla partecipazione detenuta in Unipol Banca.

Il Gruppo Unipol Banca presenta a fine 2011 un core Tier I consolidato pari a 8,2%, rispetto al 6,8% di fine 2010.

La gestione degli attivi finanziari è stata condizionata negativamente (in particolare la riserva patrimoniale delle attività finanziarie classificate come disponibili per la vendita ed il conto economico per i titoli valutati al fair value), a partire dal secondo semestre, dall’aggravarsi della crisi dei debiti sovrani di alcuni Paesi dell’Area Euro, tra cui l’Italia. Il citato effetto negativo nei primi mesi del 2012 si è ridotto considerevolmente (al 12 marzo la riduzione della perdita era stimata in circa 490 milioni di euro). Nonostante gli effetti della crisi dei mercati finanziari la gestione finanziaria, nel periodo in esame, ha fatto registrare un rendimento positivo pari a circa il 3,2%.

Unipol Gruppo Finanziario e le società controllate Unipol Assicurazioni e Unipol Banca, aderendo a quanto previsto dall’art. 23, commi da 12 a 15, del D.L. 98/2011 (convertito

con L. 111/2011), hanno affrancato il maggior valore delle partecipazioni di controllo detenute, per la quota corrispondente al valore degli avviamenti iscritti nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2010, provvedendo al versamento di una imposta sostitutiva pari a euro 247 milioni, con un risparmio di imposte future previsto in 432 milioni di euro.

Si rafforza la situazione di solvibilità consolidata a fine esercizio, che presenta una eccedenza degli elementi costitutivi pari a circa 1,4 volte i requisiti regolamentari, comprensivo di un beneficio connesso all’applicazione dei Regolamenti emanati dall’Isvap a fronte della reiterazione del D.L. n.185/2008 (cosiddetto “decreto anticrisi”) pari a circa 15 punti percentuali.

Tenuto conto del contesto di volatilità dei mercati e della priorità strategica rappresentata dalla solidità patrimoniale, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di non proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di dividendi per l’esercizio trascorso.