I danni psichici causati da un incidente mortale di un parente stretto possono secondo la sentenza della Corte d’Appello di Karlsruhe del 18.10.2011, in alcuni casi chiamare in causa l’assicuratore della responsabilità civile del responsabile del sinistro a rifondere un risarcimento alle vittime per il dolore e la sofferenza.
Nel caso specifico, il marito di una donna rimasta vittima di un incidente stradale causato da un terzo, ha sostenuto di essere caduto a causa dell’incidente mortale della moglie, in uno stato di shock in reazione allo stress acuto e in uno stato di depressione che lo hanno reso incapace di lavorare per un lungo periodo di tempo. Egli ha quindi chiesto all’assicuratore del responsabile dell’incidente il pagamento di una somma ragionevole per risarcire questa sofferenza. L’assicuratore ha ritenuto invece che una simile sofferenza che deriva dalla morte a causa di incidente di un parente stretto, appartiene al rischio stesso della vita, che non dà diritto al pagamento di un risarcimento economico. Il giudice della Corte d’Appello ha sottolineato che per decidere se un parente stretto ha diritto al risarcimento economico per un danno psichico, occorre considerare le circostanze di ogni singolo caso. La richiesta deve essere accolta se le pesanti sofferenze psicopatologiche di una certa durata superano in modo significativo i comunque non lievi danni di un doloroso lutto per le condizioni generali di salute e che quindi vengono considerati dalla pubblica opinione come una lesione all’integrità fisica o alla salute. Sia il medico curante del ricorrente che un esperto nominato dal Tribunale aveva certificato che il ricorrente era caduto in uno stato limite a causa della morte della moglie, che era andato ben al di là di una “normale” reazione al dolore. Il giudice ha quindi accordato un risarcimento per danno psicologico di 3.000 euro. Rigettato invece il ricorso della figlia, che ha semplicemente attestato di aver subito un grande dolore in seguito al lutto, senza aver fatto ricorso ad un medico.