di Andrea Di Biase

Secondo le attese della vigilia, l’assemblea di ieri di Fondiaria-Sai avrebbe dovuto essere la grande occasione per Sator e Palladio Finanziaria per fare emergere le contraddizioni dell’operazione Unipol e lanciare con forza la grande sfida alla compagnia bolognese. Invece, l’assise presieduta da Jonella Ligresti non ha ha registrato clamorosi colpi di scena, rimandati forse a quando i soci dovranno approvare i concambi per la prospettata fusione a quattro tra FonSai, Milano Assicurazioni, Unipol Assicurazioni e Premafin. Assenti sia Matteo Arpe sia Roberto Meneguzzo, con Sator e Palladio rappresentati rispettivamente da Giacomo Garbuglia e Stefano D’Angelo, a riprova del clima di calma apparente che si respirava ieri a Torino è arrivata anche la decisione presa a stragrande maggioranza da parte dei soci presenti in assemblea di chiedere al collegio sindacale di omettere la lettura del documento di 96 predisposto in risposta alla denuncia presentata lo scorso ottobre ai sensi dell’articolo 2408 del codice civile dal fondo Amber. Documento che tuttavia è stato integralmente pubblicato sul sito internet di Fondiaria- Sai poche ore dopo il termine dell’assemblea e nel quale è descritta in maniera minuziosa, e non senza censure ai comportamenti degli amministratori, una buona fetta della storia dei rapporti tra la famiglia Ligresti e il gruppo assicurativo. Le ormai note operazioni tra parti correlate, che avrebbero fruttato alla famiglia e alle imprese da questa direttamente controllate centinaia di milioni di euro, vengono passate in esame in maniera puntuale dal collegio presieduto da Benito Giovanni Marino: dagli oltre 40 milioni corrisposti dal 2003 al 2010 dal gruppo al presidente d’onore Salvatore Ligresti per attività di consulenza nel settore immobiliare all’operazione Atahotels, dalle transazioni nel settore immobiliare con le società controllate dalla famiglia ai compensi riconosciuti negli anni ai componenti del consiglio di amministrazione, compreso il premio da 750 mila euro riconosciuto all’ex amministratore delegato Fausto Marchionni nel gennaio 2010. I 40 milioni pagati a Ligresti. Tra il 2003 e il 2010, scrivono i sindaci nella loro relazione, Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni hanno corrisposto a Salvatore Ligresti 40 milioni di euro a fronte di contratti di consulenza nel settore immobiliare, cui si aggiungono altri 2,25 milioni corrisposti dalla controllata Progestim. Secondo quanto appurato dal collegio sindacale, se in occasione della stipula del primo contratto di consulenza, il 20 ottobre 2003, anche alla luce della normativa sulle parti correlate allora vigente, la compagnia si sarebbe attenuta alle procedure previste dai regolamenti (la decisione fu presa autonomamente dall’allora ad Fausto Marchionni che ne aveva i poteri), in occasione dei successivi rinnovi, la firma sui contratti fu posta senza tenere conto di quanto prescritto dal quadro regolamentare, che nel frattempo era mutato. «Quanto meno in occasione dei rinnovi contrattuali successivi al 2005», scrivono in sindaci, «i principi adottati da FonSai e da Milano Assicurazioni nel caso di compimenti di operazioni con parti correlate, non sono stati applicati ». Il collegio sindacale si dice inoltre non in grado, sulla base delle informazioni fornite dalle società, di «valutare la congruità dei compensi corrisposti» a Ligresti «considerata l’ampiezza degli incarichi conferiti». Ma anche per il fatto che «al momento della sottoscrizione dei contratti o del loro rinnovo, l’organo di gestione non ha ritenuto di richiedere il rilascio di apposite fairness opinion». Nonostante Fondiaria-Sai nello scorso mese di dicembre abbia acquisito un parere legale da parte del professor Franco Bonelli e dell’avvocato Roberto Cera, che ha affermato la sostanziale assenza di violazioni di legge in relazione ai contratti di consulenza sottoscritti con Salvatore Ligresti, il collegio sindacale ha chiesto al cda di formalizzare la definitiva cessazione dei contratti di consulenza e di acquisire un parere di congruità degli importi versati negli anni dalla società al presidente d’onore. L’operazione Atahotels. Nella sua denuncia del 17 ottobre 2011 il fondo Amber contesta l’operazione di acquisto di Atahotel, ceduta da Sinergia, holding della famiglia Ligresti, per le «condizioni incongrue rispetto all’effettiva situazione economico patrimoniale della società» e chiede di accertare il rispetto della normativa sui conflitti di interesse e segnala l’esistenza di irregolarità nei rapporti di locazione. A questo proposito il collegio risponde che la società è stata oggetto di «approfondita due diligence da parte di una primaria società di revisione» e che anche il suo valore è stato determinato da un perito indipendente ». Tuttavia, «stante il perdurare della crisi economica» e l’impatto sul settore albeghiero, il collegio sindacale invita il cda « a procedere a un’attenta revisione dei contratti di locazione così che gli stessi possano risultare sostenibili per Atahotes» e chiede «se sussistano condizioni per attivare eventuali rimedi di natura civilistica che possano mitigare i rilevanti esborsi effettuate da FonSai per le ricapitalizzazioni della controllata». Immobili e parti correlate. Nella sua denuncia il fondo Amber mette nel mirino sette operazioni immobililare realizzate negli anni dal gruppo Fondiaria-Sai con società riferibili alla famiglia Ligresti. Tra queste figurano la cessione da parte di Milano Assicurazioni di un’area edificabile a Roma in via Fiorentini alla società Avvenimenti & Sviluppo Alberghiero e del successivo impegno della compagnia ad acquistare gli edifici che la parte correlata si era offerta di costruire. Uno schema analogo era previsto anche nella transazione tra la stessa Milano e Im.Co (altra società dei Ligresti) sul terreno in Via Confalonieri a Milano in zona Isola. Nell’elenco di operazioni segnalate da Amber figurano anche la ristrutturazione del porto turistico di Loano, l’intervento sulla cosiddetta Area Castello alla periferia di Firenze, la realizzazione dell’Hotel Gilli nell’Area Garibaldi a Milano e i progetti immobiliari in Via Lancetti, sempre nel capoluogo lombardo, e quella di San Pancrazio Parmense per la costruzione e il successivo acquisto da parte del gruppo FonSai di un albergo a quattro stelle con annesso centro benessere. «Nell’ambito delle operazioni esaminate», scrive il collegio in risposta ad Amber, «non risultano essere mai state svolte attività di selezione della contraparte contrattuale attraverso l’avvio di specifiche procedure competitive. In particolare, non risulta che siano stati vagliati prezzi alternativi a quelli proposti dalla parti correlate. Tuttavia, in tutte le operazioni esaminate, ad eccezione di tre casi (Porto di Loano, Area Castello e San Pancrazio, ndr) sono sempre stati assunti specifici pareri da parte di esperti indipendenti sulla congruità dei corrispettivi contrattuali pattuiti». Il premio a Marchionni. Il Collegio sindacale ha chiesto inoltre alla presidente Jonella Ligresti di chiarire le motivazioni che l’hanno portata ad attribuire nel gennaio 2010 all’ex ad Fausto Marchionni, di una somma una tantum di 740 mila euro, in qualità di direttore generale. (riproduzione riservata)