Il progetto industriale che mira alla fusione tra Unipol e le società della galassia Ligresti (Premafin, FonSai e Milano ass.) prosegue lineare, forte della piena condivisione delle parti coinvolte nell’operazione e l’a.d., Carlo Cimbri, ha le idee chiare sulle tappe future e sugli obiettivi di un cammino che porterà alla nascita di un gruppo assicurativo leader in Italia. Lo ha spiegato lo stesso Cimbri, ieri, nell’incontro con gli analisti sul bilancio 2011. «Il progetto», ha aggiunto l’a.d., «sarà meglio defi nito per il mese di maggio con un lavoro congiunto tra i soggetti coinvolti, prima che partano gli aumenti di capitale. Poi ci sarà un’altra fase ancora più industriale dopo la fusione». Il progetto di fusione a quattro «è un’operazione di grande ristrutturazione, razionalizzazione e semplificazione industriale. Questo è l’unico focus e l’unica ragione di interesse. Si tratta di creare un leader di mercato, secondo in Italia e primo nel ramo Danni. Se sommassimo i risultati di Unipol e FonSai, saremmo l’ottavo operatore in Europa. L’obiettivo è rafforzare la leadership nel settore danni, dove c’è spazio per importanti sinergie ed economie di scala e margini industriali ulteriori», ha spiegato ancora Cimbri. Attraverso gli aumenti di capitale previsti nel progetto di fusione, ha infine spiegato l’a.d. di Unipol, al gruppo che nascerà dalla fusione verrà data «una dotazione patrimoniale per avere un suffi – ciente grado di tranquillità per i prossimi 3 anni». Certo è, ha ribadito l’a.d., che Unipol resta in attesa del verdetto sull’esenzione dall’opa a cascata, senza la quale l’operazione non può avere luogo. «Attendiamo con fi ducia che la Consob decida », ma «mi sembra particolarmente evidente che l’operazione rappresenti un salvataggio». Con un pizzico di orgoglio, Cimbri ha spiegato agli analisti che quella pianifi cata «non è un’operazione da apprendisti assicuratori. Serve un background solido e delle strutture manageriali collaudate. Noi ce le abbiamo, è sempre stato il nostro lavoro». E il progetto prosegue nel suo cammino, forte della condivisione tra le parti coinvolte e dei soci di Unipol, come sottolineato anche dal presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, il quale prevede «un’adesione piena anche da Holmo e Finsoe e quindi l’operazione è pienamente sostenuta». Entrando nel dettaglio numerico, gli obiettivi del piano industriale di Unipol al 2015 dopo la fusione con FonSai, come emerso dai conti pubblicati giovedì sera, sono un utile di 970 mln euro, premi diretti danni a circa 10,5 mld, premi diretti vita a 7,1 mld, combined ratio al 93% e margine di solvibilità al 150%. Il progetto di ristrutturazione e di integrazione si articola nelle seguenti fasi: predisposizione da parte di Premafi n di un piano idoneo a consentire il risanamento della propria esposizione debitoria e il riequilibrio della propria situazione fi nanziaria; dotazione da parte di Unipol gruppo fi nanziario di risorse fi – nanziarie in favore di Premafi n, per 400 mln, attraverso la partecipazione ad un aumento di capitale riservato a Unipol; aumenti di capitale sulle società coinvolte nell’operazione: Unipol gruppo fi nanziario, per 1,1 mld, Unipol ass., per 600 mln, FonSai, per 1,1 mld; fusione per incorporazione delle principali società assicurative sotto il controllo di Unipol gruppo fi nanziario. L’operazione consentirà una semplificazione societaria con un accorciamento della catena di controllo e una conseguente riduzione del numero di società quotate. Unipol prevede che, nel medio termine, l’integrazione possa generare sinergie per 335 mln. Secondo gli analisti di Intermonte, la compagnia assicurativa bolognese ha dato indicazioni molto aggressive sui target di piano post integrazione. «Le indicazioni sul piano sono positive», spiegano gli esperti. A piazza Affari Unipol guadagna l’1,33% a 0,275 euro mentre FonSai cede il 2,11% a 1,25 euro. Cimbri ha confermato che il cda non prevede lo stacco di una cedola per il 2011, dato che «lavoriamo per costruire un valore per gli azionisti solido e stabile nel tempo, anche operando scelte diffi cili». © Riproduzione riservata