Nel mese di febbraio i premi per nuove polizze individuali sulla vita raccolti in Italia da imprese italiane e rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensivi dei premi unici aggiuntivi, sono stati pari a € 4,0 mld, in aumento del 20,5% rispetto al mese precedente ma in calo del 31,5% rispetto a febbraio 2011.

Considerando anche la nuova produzione di gennaio, i nuovi premi emessi hanno raggiunto nel 2012 € 7,4 mld, il 34,9% in meno rispetto ai volumi raggiunti nello stesso periodo del 2011.

Includendo anche l’attività del campione delle imprese U.E., nel mese di febbraio i nuovi premi complessivi sono stati pari a € 4,4 mld (-33,9% rispetto allo stesso mese del 2011), mentre da gennaio hanno raggiunto € 7,9 mld, in calo del 38,4% rispetto ai primi due mesi dell’anno precedente.

Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., i premi afferenti a nuove polizze tradizionali di ramo I e V continuano ad essere in calo anche nel mese di febbraio rispetto allo stesso mese del 2011, pur confermandosi la scelta prevalente degli assicurati con una incidenza pari a quasi l’80% della raccolta totale da inizio anno. I prodotti “linked” rappresentano praticamente la restante quota della nuova produzione residua e registrano nel mese di febbraio volumi importanti, soprattutto con riferimento alle polizze index la cui nuova produzione era ancora molto limitata nello stesso mese dell’anno precedente. Anche i contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali crescono rispetto allo stesso mese del 2011, portando l’incremento da inizio anno al 17,5%. Il numero delle polizze/adesioni da gennaio ha raggiunto 483 mila, in diminuzione dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si evidenzia, inoltre, che il 18% delle imprese, rappresentative del 7% del mercato in termini di premi, ha registrato al mese di febbraio una raccolta superiore all’analogo periodo dell’anno precedente e che circa il 43% (per una quota premi pari al 48%) ha ottenuto un risultato superiore alla variazione media di tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (-34,9%).

Da inizio anno, la tipologia di contratto a premio unico costituisce la modalità di versamento più prescelta dagli assicurati, per una quota pari al 93% del totale in termini di premi e al 52% in termini di numero di polizze. Sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di quasi € 27.500 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto rispettivamente il valore di € 1.150 e € 3.500. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – il decremento del volume premi da inizio anno si riduce dal 34,9% al 23,9%. La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti finanziarie (sportelli bancari e postali e promotori finanziari), alle quali afferisce oltre l’86% dei premi emessi da gennaio. Nel dettaglio, gli sportelli bancari e postali mantengono anche nel mese di febbraio la quota prevalente di raccolta, pur registrando un portafoglio quasi dimezzato rispetto al 2011. Al contrario, i volumi di nuovi affari intermediati dai promotori finanziari risultano aumentati di oltre il 50% rispetto al mese di febbraio 2011, anche se l’incremento è concentrato su alcuni operatori. Negativo, ma in misura inferiore rispetto agli sportelli bancari e postali, è il tasso di variazione annua delle reti agenziali sia nel mese che da inizio anno. La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le reti finanziarie abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti assicurative raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti finanziarie passa dall’87% al 76% mentre quella afferente alle reti assicurative salirebbe dal 13% al 24%.