di Andrea Di Biase

La maxi-pulizia di bilancio con cui Intesa Sanpaolo ha svalutato per 10,23 miliardi il valore degli avviamenti, chiudendo così in rosso per 8,19 miliardi l’esercizio 2011, non impedirà alla Ca’ de Sass di remunerare i propri azionisti. Alla prossima assemblea, che si dovrebbe tenere a fine maggio, sarà infatti proposta la distribuzione di circa 822 milioni di euro dalle riserve, pari a 5 centesimi di euro cash per ciascuna azione ordinaria e di risparmio (categoria di titoli, quest’ultima, che Cucchiani ha detto di non amare anche se ha poi escluso di valutare possibili operazioni a riguardo, come spiega il Caso di borsa a pagina 26). La decisione di distribuire il dividendo, gradita soprattutto alle grandi fondazioni azioniste, non avrà impatti sulla solidità patrimoniale della banca, che si conferma al top tra gli istituti italiani, grazie a un Core Tier 1 ratio del 10,1% a fine 2011 e a un coefficiente Eba al 9,2% anche dopo il pagamento della cedola. La remunerazione del capitale, come confermato dal ceo Enrico Cucchiani, rimane dunque tra gli obiettivi prioritari di Intesa Sanpaolo. Nonostante la decisione, presa alla luce del mutato contesto macroeconomico, di rivedere i target del piano d’impresa al 2015, approvato un anno fa in occasione dell’aumento di capitale da 5 miliardi e quando al timone della banca c’era Corrado Passera, restano fermi sia l’obiettivo di un Core Tier 1 ratio minimo del 10% sia quello di distribuire nell’arco temporale del piano un dividendo per azione in contanti non inferiore a quello corrisposto a valere sull’esercizio 2011. I 5 centesimi per azione che saranno proposti alla prossima assemblea rappresenteranno dunque la base minima per i prossimi anni. Intesa Sanpaolo si è confermata ai vertici del sistema anche dal punto di vista del funding, grazie ad attività liquide per 97 miliardi a fine 2011, salite a 101 miliardi ai primi di marzo. Per quanto riguarda il conto economico, l’utile prima delle svalutazioni degli avviamenti (Sanpaolo Imi, Cr Firenze e Bank of Alexandria) si è attestato a poco più di 2 miliardi. Un risultato sul quale ha impattato positivamente il beneficio fiscale da 910 milioni, legato all’affrancamento delle attività immateriali, che ha quasi compensato il peso della svalutazione dei titoli greci (987 milioni compresi i derivati, di cui 394 milioni nel quarto trimestre). Nel 2011 i ricavi sono cresciuti dell’1,5% a 16,78 miliardi, grazie anche a una ripresa degli interessi netti nell’ultimo trimestre e alla buona performance dell’attività assicurativa. Gli oneri operativi sono diminuiti dell’1,8% a 9,13 miliardi e pertanto il risultato della gestione operativa si è mostrato in crescita del 5,9% a 7,64 miliardi. In crescita invece il peso delle rettifiche e degli accantonamenti. A prescindere dalla svalutazione degli avviamenti, nel 2011 Intesa Sanpaolo ha complessivamente spesato oltre 5,6 miliardi, in forte crescita rispetto ai 3,35 miliardi del 2010. Nel dettaglio gli accantonamenti al fondo rischi sono stati pari a 218 milioni, le rettifiche nette su crediti sono state pari a 4,24 miliardi (di cui circa 2 miliardi solo nel quarto trimestre) e in crescita dai 3,1 miliardi del 2010. In aumento a oltre 1 miliardo (principalmente per effetto della crisi greca) anche le rettifiche nette su altre attività, mentre il risultato delle attività finanziarie detenute fino a scadenza è stato negativo per 99 milioni (tiene conto della svalutazione da circa 120 milioni sulla quota in Telco). Per quanto riguarda le singole aree di business, la divisione Corporate & Investment banking ha chiuso il 2011 con un risultato ante impairment degli avviamenti pari a 973 milioni (1,41 miliardi nel 2010), la divisione Banca dei Territori ha realizzato un risultato negativo per 22 milioni (era stato positivo per 734 milioni nel 2010), mentre la divisione Public Finance, sempre prima dell’impairment del goodwill, ha ottenuto un risultato negativo per 452 milioni. Cucchiani, che ha annunciato lo stop al progetto di quotazione di Fideuram (dove alla presidenza arriverà Enrico Salza), ha sottolineato che finché il contesto macro non sarà migliorato il perimetro del gruppo non dovrebbe cambiare. Per quanto riguarda infine il primo trimestre 2012, l’utile netto «crescerà a doppia cifra» grazie anche all’effetto positivo del riacquisto dei titoli