Noti per il loro essere formiche dedicate al risparmio previdenziale sin dalla giovane età, i tedeschi stanno lentamente mutando le loro abitudini e preferiscono il consumo a breve termine piuttosto che il risparmio per la terza età.

Così ha riassunto lo stato d’animo di molti consumatori tedeschi al momento di presentare il proprio bilancio 2011 Uwe Schroeder-Wildberg, presidente della società  di servizi finanziari MLP.

Non una bella notizia per intermediari e compagnie.

La crisi del debito in Europa, l’inflazione e la paura di una recessione economica ha peggiorato le condizioni di mercato del settore previdenziale.

Che la situazione sia generalizzata lo dimostra anche l’indagine dell’Istituto di ricerca Forsa: in generale la previdenza ha per molte persone una bassa priorità.

Il 57% degli intervistati tra i 18 e i 69 anni risparmia regolarmente. Il 9% non ne vede alcuna necessità o non ne ha la possibilità perché a fine mese non resta nulla. Il 33% risparmia occasionalmente.

Ma non tutti quelli che risparmiano regolarmente risparmiano per la previdenza. Il 71% di essi risparmia per grosse spese previste (mobili, auto, viaggi …), il 54% per la vecchiaia, il 37% per emergenze (disoccupazione, malattie …), il 15% per gli studi dei figli o nipoti, ancora un 15% per l’acquisto di un’abitazione, l’8% per lasciare ai figli o nipoti un capitale (fonte: Sparerkompass 2012 Bank of Scotland).

I risultati dell’indagine riflettono anche una scarsa fiducia nei prodotti previdenziali e finanziari, nonostante sia evidente a tutti che la previdenza pubblica non sarà sufficiente a mantenere gli standard di vita attuali.

Negli ultimi anni i consumatori sono rimasti delusi dagli andamenti dei mercati azionari e di conseguenza dai rendimenti dei prodotti vita, che in media non garantiscono più del 4% all’anno.

Inoltre, anche per i tedeschi gli stipendi non sono più sufficienti per potersi permettere un risparmio a fine mese.

I nuovi affari previdenziali si sono mantenuti nel 2011 (5,2 mld) ai livelli 2010 (5 mld), ben lontani dalla raccolta dagli anni pre crisi (intorno ai 7 mld o nel 2004 a 11,2 mld).