L’assemblea dei soci Fon- Sai ha concesso il via libera al cda per procedere entro fi ne anno a varare un aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro, indispensabile per riportare entro livelli più adeguati il solvency ratio della compagnia che fa capo alla famiglia Ligresti. Il semaforo verde è arrivato tuttavia solo a maggioranza, dal momento che sette azionisti, che complessivamente rappresentano in proprio o per delega il 15,92% del capitale con diritto di voto in assemblea, si sono astenuti. Nella sede torinese di FonSai dove si è svolto l’incontro, durato oltre 5 ore, non erano presenti Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, che detengono l’8% circa di partecipazioni nel capitale della compagnia e che per oggi hanno annunciato una conference call con cui alzeranno finalmente il velo sui punti salienti del progetto industriale, alternativo a quello di Unipol, fi nalizzato al salvataggio della galassia Ligresti. Al loro posto, hanno preso la parola due rappresentanti che hanno annunciato l’astensione al voto sull’aumento. Nel corso dell’assemblea, è emersa qualche sorpresa dalla lettura dei documenti presentati all’assemblea, nonché dalle domande presentate al management, soprattutto dalla Consob. Quella più eclatante è che gli impegni preliminari assunti da Mediobanca e dalle banche che hanno manifestato la disponibilità a partecipare al consorzio di garanzia per la sottoscrizione dell’aumento di capitale FonSai sono strettamente connessi al positivo esito dell’operazione di integrazione avviata con Unipol. Se il matrimonio tra i due poli assicurativi non dovesse andare in porto, in altre parole, le banche del consorzio non garantirebbero il loro appoggio fi nanziario ai Ligresti. Secondo il documento, inoltre, al momento non sarebbero state fornite garanzie per FonSai «in ottica stand alone», vale a dire nell’eventualità che la fusione con la compagnia bolognese non dovesse concretizzarsi. Proprio FonSai, dal canto suo, ha fatto sapere che se la fusione non dovesse andare in porto, si attiverà senza indugio per ottenere le necessarie autorizzazioni per dare corso all’esecuzione dell’aumento. Non è tuttavia chiaro, al momento, dove i Ligresti contino di reperire i fondi necessari a mettere in sicurezza la compagnia se dovesse venir meno l’apporto fi – nanziario delle banche consortili. Se la compagnia dovesse trovare, nelle prossime settimane, criticità che potrebbero pregiudicare il buon esito dell’operazione imbastita con Unipol, valuterà tempestivamente ogni opportuna iniziativa per dare comunque esecuzione all’aumento di capitale proposto, verifi cando la possibilità di rinegoziare gli accordi in essere per l’organizzazione di un consorzio di garanzia, nel contesto comunque di un piano di risanamento che dovrà essere conforme alla disciplina di settore. Altro particolare emerso durante l’assemblea è che, al netto dei costi di transazione, l’aumento di capitale comporterà, in caso di integrale sottoscrizione, un rafforzamento patrimoniale e fi – nanziario di circa 1,04 miliardi di euro. Inoltre, deriveranno effetti finanziari ed economici dipendenti dalla tipologia di impiego delle risorse fi nanziarie derivanti dall’aumento di capitale che, tenuto conto delle attuali condizioni di mercato, potrebbe attestarsi nell’ordine di circa 40 milioni di euro, al lordo dell’effetto fi scale. Un’ultima sorpresa è arrivata infine dal fatto che FonSai ha fatto elaborare agli advisor di McKinsey un piano stand alone di cui il presidente della compagnia, Jonella Ligresti, ha reso noto alcuni aspetti salienti. «Raggiungeremmo al 2014 un utile netto, ante interessi di terzi, pari a circa 400 milioni di euro, con una solvency ratio superiore al 150%. Avremmo inoltre un combined ratio pari al 96,2%, che tiene in considerazione anche il miglioramento della struttura di costi operativi per circa 100 milioni », ha sottolineato.