SIMONA D’ALESSIO

Cinque milioni 572 mila lavoratori alla fine del 2011 risultano iscritti a una forma di previdenza complementare (+5,7% rispetto all’anno precedente), e le risorse destinate alle prestazioni superano quota 88,6 miliardi di euro, con un salto in avanti del 6,5% in 12 mesi. Casse privatizzate e fondi pensione, inoltre, amministrano attualmente oltre 120 miliardi, che diventano, però, 159 se si conteggiano anche le gestioni in mano alle fondazioni bancarie, un patrimonio soltanto in piccola parte investito in Italia, ma che potrebbe, invece, incidere positivamente sul prodotto interno lordo, sull’occupazione e, in generale, sullo sviluppo del nostro paese. Riflessioni, queste, che preludono alla seconda edizione della giornata nazionale della previdenza, promossa da Itinerari previdenziali con il supporto di Prometeia e Fondazione collegio delle università milanesi nel capoluogo lombardo dal 10 al 12 maggio, le cui iniziative sono state presentate ieri, a Roma; fra gli eventi legati al progetto, la firma di un protocollo d’intesa fra gli organizzatori e la federazione delle banche, delle assicurazioni e della finanza, uniti nella diffusione della cultura pensionistica nel territorio nazionale. Entrando nelle pieghe dell’offerta complementare, si scopre che scende di poco il numero complessivo degli iscritti ai fondi pensione negoziali (1,994 milioni contro i 2,011 del 2010, pari a -0,8%), un dato che risente della contrazione dei lavoratori dipendenti del settore privato per effetto della crisi globale, le cui adesioni calano da 1,87 a 1,844 milioni (-1,4%); in rialzo, al contrario, la scelta dei fondi pensione aperti (da 848,4 mila a 881,1 mila), con un incremento del 3,8%, mentre le opzioni a favore dei nuovi Pip (Piani individuali pensionistici, ovvero i modelli realizzati sottoscrivendo un’assicurazione sulla vita ai fi ni previdenziali) da 1,16 milioni crescono a 1,451, pari a +25,1%. E le risorse di enti privatizzati e fondi complementari potrebbero avere interessanti ricadute sul tessuto della penisola, mediante investimenti fi nanziari mirati, tanto più che, sottolineano gli ideatori della tre giorni milanese, «gran parte dei contributi è proveniente dal tfr». Pertanto, individuare nuovi strumenti come «cambiali finanziarie, fondo di garanzia, etc» consentirebbe un miglioramento del pil e, nel contempo, favorirebbe anche «un incremento della contribuzione».