Masse gestite, commissioni e numero di promotori finanziari in crescita per Banca Fideuram, anche se le svalutazioni dei bond greci hanno pesato sull’utile netto, che nel 2011 è stato di 175,1 milioni, in flessione del 17,2% rispetto all’anno precedente. L’attività della banca del gruppo Intesa Sanpaolo continua però a crescere: a fine 2011 il totale delle masse amministrate era pari a 70,9 miliardi (-0,9%) e la componente di risparmio gestito, pari a 52 miliardi, costituiva il 73,3% delle masse totali (74,7% a fine 2010). Ha contribuito l’acquisizione di Banca Sara ceduta da Sara Assicurazioni (gruppo Aci), che ha apportato masse per 2,1 miliardi. In aumento anche le commissioni nette, che si sono attestate a 556,2 milioni, in progresso di 13,7 milioni rispetto al 2010 (+2,5%), e soprattutto i private banker delle reti di Banca Fideuram e Sanpaolo Invest, che a fine 2011 erano 4.850 rispetto ai 4.349 di un anno prima. Anche in questo caso grazie anche all’apporto dell’acquisizione di Banca Sara, che ha fornito un contributo positivo per circa 300 promotori. «Sono numerosi i motivi di soddisfazione del bilancio 2011», ha detto l’amministratore delegato di Banca Fideuram, Matteo Colafrancesco. «In particolare va sottolineata la conferma della nostra capacità di creare valore nel tempo come dimostra l’utile netto normalizzato». Quest’ultimo risultato, che non tiene conto dell’effetto Grecia, è stato pari a 275 milioni, con un incremento del 18,9% sul 2010. Le rettifiche di valore nette per deterioramento hanno registrato un saldo negativo di 134 milioni rispetto a quello di 1,5 milioni nel precedente esercizio. La variazione è quasi esclusivamente attribuibile alla svalutazione a valori di mercato, per 133,8 milioni, di quattro titoli governativi greci del portafoglio disponibile per la vendita decisa per tener conto dell’aggravarsi della crisi del debito della Grecia. Il cost/income ratio è risultato pari a 44,5%, in consistente miglioramento rispetto al 49,4% registrato nel 2010. Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri sono pari a 37,7 milioni (53,9). L’utile netto consolidato è stato di 175,1 milioni (211,6). La diminuzione è riconducibile essenzialmente alla svalutazione dei titoli governativi greci che, incidendo sul risultato per circa 89,5 milioni al netto dell’effetto fiscale, ha neutralizzato il miglioramento registrato in tutte le altre voci del conto economico.