di Anna Messia

È stato votato, ha passato il vaglio del Senato e ora attende il via libera della Camera, dove il decreto è blindato. Ma tutti gli schieramenti politici (governo compreso) sembrano essere d’accordo sul fatto che così com’è l’articolo non ha senso e bisogna trovare il modo di sistemare le cose. Non si tratta dell’ormai famoso pasticcio delle commissioni bancarie (si veda altro articolo a pagina 6), ma di un altro pastrocchio che riguarda il settore assicurativo, contenuto anch’esso nel decreto Liberalizzazioni e in particolare dell’articolo 34 del provvedimento, che prevede che l’intermediario sia obbligato a mostrare al cliente almeno tre preventivi Rc Auto di tre diverse compagnie di assicurazione. Ma l’unica polizza che potrà effettivamente vendere al proprio cliente sarà sempre e soltanto quella della propria compagnia. Mentre gli altri due preventivi dovranno essere mostrati al potenziale assicuratore, ma non potranno essere collocati. Con un meccanismo del genere si può facilmente immaginare che l’agente scelga, magari guardando su internet, polizze più costose di quella proposta dalla sua compagnia, per esaltare ancora meglio la convenienza della sua offerta. «Si tratta di una norma assurda e inapplicabile, sostengono gli oltre 7 mila agenti di assicurazione iscritti allo Sna, che ieri hanno organizzato a Roma un incontro. Una regola «che non garantisce ai consumatori in diritto ad avere un reale confronto dei prezzi delle polizze». E come forma di protesta il comitato esecutivo del Sindacato nazionale agenti ha deciso di autodenunciarsi davanti all’Isvap, l’istituto di controllo del settore, e alle istituzioni, dichiarando che nessuno di loro sta rispettando gli obblighi imposti dall’articolo 34 del decreto. Una violazione che rischia di avere pesanti conseguenze visto che in caso d’inadempienza il contratto Rc Auto è a rischio nullità e sono previste multe per ogni irregolarità, da mille a 10 mila euro, anche se ridimensionate rispetto al testo iniziale del decreto che stabiliva sanzioni da 50 a 100 mila euro. E se non ci saranno interventi del legislatore per sistemare la norma gli agenti sono pronti ad allargare subito la protesta anche agli esecutivi provinciali dello Sna e ai gruppi agenti, coinvolgendo circa mille intermediari. Loro chiedono che venga reso effettivo il confronto, consentendo all’agente di intermediare le tre polizze Rc Auto, non con il plurimandato (come previsto in una bozza iniziale del decreto Liberalizzazione) ma grazie ad accordi tra agenti, oggi vietati dall’Isvap. E per ottenere la modifica sono pronti ad andare avanti con nuovi atti dimostrativi. Anche se probabilmente non ce ne sarà bisogno. Almeno a sentire le voci dei politici che ieri hanno partecipato all’incontro organizzato a Roma, provenienti da diversi schieramenti e tutti d’accordo sulla necessita di risistemare la norma non appena possibile. «Non credo che ci sia il tempo per modificare alla Camera il decreto Liberalizzazioni. Ma il governo è favorevole a dare attuazione concreta alla norma», ha dichiarato ieri Carlo Giovanardi (Pdl), «e io mi impegno affinché domani venga presentato (oggi per chi legge, ndr) un ordine del giorno che, nell’attuale quadro normativo, inviti l’Isvap a interpretare l’articolo in modo da consentire agli agenti di collaborare tra di loro e di rendere effettiva l’offerta dei tre preventivi Rc Auto». Una proposta che ha ricevuto anche il sostegno di Sergio Divina, senatore della Lega Nord, che presiede la commissione straordinaria Tariffe e prezzi. E anche dal Pd sono arrivate proposte concrete per aggiustare in corsa l’intervento sulle tariffe Rc Auto, non appena possibile. «Nei prossimi giorni convocherò in decima commissione (Industria, ndr) l’Isvap affinché si assuma impegni precisi rispetto all’attuazione di questo provvedimento», ha aggiunto Filippo Bubbico (Pd), che è stato relatore al Senato del decreto Liberalizzazioni alla Camera. Bubbico ha avuto anche il sostegno di Anna Rita Fioroni, che nelle scorse settimane aveva seguito in prima linea il passaggio del decreto al Senato. Insomma proprio tutti sembrano d’accordo sul fatto che ora dovrà essere l’Istituto di controllo del settore assicurativo, guidato da Giancarlo Giannini, a sistemare la vicenda. Ma viene da chiedersi come mai tanta unità di intenti non sia stata raggiunta qualche settimana fa, quando il decreto era ancora in fase di stesura in commissione Industria al Senato. (riproduzione riservata)