Anche l’assemblea di Unipol ha dato l’ok all’aumento di capitale da 1,1 mld euro che, qualora l’iter del processo di fusione con le società della galassia Ligresti proseguisse senza intoppi, potrebbe partire a maggio insieme a quello, dello stesso ammontare, di FonSai. È stato lo stesso a.d. della compagnia bolognese, Carlo Cimbri, a confermarlo annunciando che nel frattempo Unipol ha avanzato «una piccola modifi ca migliorativa per Premafi n: chiederemo alle banche di trasformare 225 mln, e non più 150 mln, nel convertendo, dichiarandoci disponibili a rilevare la parte aggiuntiva pari a 75 mln, acquistandola a valore di mercato». Ma Cimbri ha anche messo in guardia che «Unipol non investirà un euro fi nché non arriveranno le esenzioni dall’obbligo di opa quando acquisterà il controllo di Premafi n e FonSai. In mancanza di queste esenzioni, non ci sono le condizioni economiche per fare l’operazione». Prosegue quindi senza indugio il progetto di fusione a 4 tra Unipol e le società dei Ligresti, Premafi n, FonSai e Milano ass. «Riteniamo che il progetto di fusione sia un’opportunità industriale di straordinaria importanza per Unipol, per la stessa FonSai e per tutte le parti in causa», ha rimarcato Cimbri. Per l’a.d., nascerebbe un gruppo dal potenziale industriale straordinario, l’undicesimo europeo per dimensione e l’ottavo nella raccolta danni, con quote di mercato pari al 32% nel ramo Danni e al 37% in quello Auto. La fusione rappresenta «un’opportunità che non darà solo sinergie di costo, ma soprattutto sinergie di ricavo straordinarie ». Nel nuovo gruppo assicurativo che nascerà dalla fusione «verranno messi 1,7 mld di capitale aggiuntivo», ha specifi cato Cimbri, considerando, oltre all’aumento di capitale da 1,1 mld, anche quello relativo a Unipol ass. da 600 mln. «Progetti alternativi per avere qualità comparabile », ha specifi cato Cimbri, «devono partire da qui» e di offerte migliorative «non ne ho viste» e ha poi ripetuto un concetto a lui caro: l’operazione di fusione non è da «apprendisti assicuratori». Nel frattempo, Sator e Palladio non si defi lano, anzi rilanciano la loro proposta alternativa. Per oggi, i numeri uno dei due fondi, Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, hanno organizzato una conference call «per illustrare le linee guida del progetto industriale di rilancio del gruppo Fondiaria- Sai, predisposto sulla base di dati e informazioni pubblici». © Riproduzione riservata