“I buoni risultati ottenuti in un anno così difficile dimostrano due cose: la prima, che nonostante i riflessi negativi della crisi finanziaria, il Consiglio di Amministrazione di Cattolica è in condizione di presentare un

bilancio che testimonia la solidità, l’efficienza e la competitività del Gruppo; la seconda, che proprio le scelte di grande equilibrio e responsabilità compiute quest’anno aprono orizzonti positivi e consentono di guardare con motivata fiducia già nel breve termine a prospettive di sviluppo e di redditività”. Lo ha dichiarato Paolo Bedoni, presidente di Cattolica Assicurazioni in occasione della presentazione dei risultati 2011.

L’Amministratore Delegato Giovan Battista Mazzucchelli ha dichiarato: “Nell’anno di maggior impatto della crisi del debito sovrano Cattolica presenta un utile di bilancio che sconta l’impatto negativo del quadro finanziario italiano ed internazionale. I risultati confermano la solidità e l’efficienza complessiva del Gruppo rafforzate dal positivo andamento della gestione industriale. I risultati futuri beneficeranno di un ulteriore miglioramento della redditività industriale e del progressivo stabilizzarsi del quadro economico finanziario”.

Il Gruppo ha chiuso il 2011 con un utile netto consolidato di 42 milioni di euro rispetto ai 70 milioni del 2010 (-40,7%); sull’utile hanno gravato 93 milioni di svalutazioni su investimenti in portafoglio. Al netto delle componenti straordinarie l’utile netto consolidato sarebbe pari a 89 milioni di euro.

L’utile netto di gruppo risulta pari a 38 milioni di euro contro i 62 dell’esercizio precedente (-39,6%). Al netto degli effetti non ricorrenti sopra citati, l’utile netto di Gruppo si attesterebbe a 69 milioni.

La raccolta premi complessiva del lavoro diretto ed indiretto danni e vita ha raggiunto i 3.961 milioni di euro, in decremento del 17,8% rispetto ai 4.817 milioni dell’esercizio precedente, di cui 1.642 milioni di euro nei rami danni (+2,1%) e 2.319 milioni nel vita (-27,7%).

La raccolta premi del lavoro diretto rami danni passa da 1.594 milioni di euro al 31 dicembre 2010 a 1.627 milioni a fine 2011 (+2,1%). Nel comparto auto si registra una raccolta pari a euro 927 milioni, in crescita del 4,5% rispetto a fine 2010. I rami non auto, con una raccolta premi pari a euro 700 milioni, registrano un decremento dell’1,1% rispetto all’anno precedente conseguente ad una attività di riqualificazione del portafoglio nel settore corporate. Nel comparto danni la buona performance industriale raggiunta si riflette nel combined ratio, che mostra un ulteriore miglioramento rispetto al 2010 passando da 97,7% a 96,9%.

La raccolta del lavoro diretto rami vita si conferma in calo rispetto all’anno precedente, attestandosi a 2.319 milioni di euro rispetto a 3.209 milioni a fine 2010.

In particolare la raccolta attraverso il canale bancario, che nel 2010 aveva beneficiato di una congiuntura particolarmente favorevole, nel 2011 ha risentito negativamente della grave situazione di mercato.

In termini di tipologia di prodotto, il business vita è stato caratterizzato da un incremento della raccolta di prodotti tradizionali di ramo III (+148,9%) e da una riduzione dei prodotti di ramo I e V (-35,2%).

Il risultato degli investimenti è pari a 262 milioni (rispetto a 433 milioni al 31 dicembre 2010). Tale risultato è stato ottenuto nonostante le svalutazioni su titoli azionari e obbligazionari per un totale di 179 milioni di euro e svalutazioni relative a partecipazioni per 10 milioni di euro.

Gli investimenti ammontano a 15.095 milioni (16.310 milioni al 31 dicembre 2010). Le riserve tecniche lorde dei rami danni sono pari a 2.957 milioni (2.941 milioni al 31 dicembre 2010) e le riserve dei rami vita, comprese le passività finanziarie, si attestano a 12.303 milioni (13.105 milioni al 31 dicembre 2010).

I dati al 31 dicembre 2011 confermano la solidità patrimoniale del Gruppo con un patrimonio netto consolidato pari a 1.223 milioni di euro (1.353 milioni di euro al 31 dicembre 2010). La diminuzione consegue principalmente alle minusvalenze latenti nette, sui titoli disponibili per la vendita, iscritte al 31 dicembre 2011. Si segnala che alla data attuale tali minusvalenze, strettamente correlate all’andamento dei prezzi dei titoli di Stato Italiani si sono fortemente ridotte.

Il margine di solvibilità del Gruppo si attesta a 1,40 volte il minimo regolamentare a fine 2011 (1,25 volte al netto dei provvedimenti anti crisi). Il margine di solvibilità, con riferimento alle quotazione del 16 marzo 2012, è pari a 1,40, senza alcun contributo derivante dai suddetti provvedimenti.

Prosegue il processo di razionalizzazione della rete agenziale che a fine 2011 contava 1.398 agenzie (1.389 a fine 2010) così distribuite: 54,2% nel nord d’Italia, 25,2% nel centro e 20,6% nel sud e isole. Gli sportelli di istituti bancari che collocano prodotti del Gruppo al 31 dicembre 2011 erano 5.990 (5.888 a fine 2010), i promotori finanziari 973.

Per quanto riguarda la capogruppo, i premi contabilizzati del lavoro diretto e indiretto hanno raggiunto

2.062 milioni di euro (1.879 milioni al 31 dicembre 2010; +9,7%6), di cui 1.313 milioni del lavoro diretto dei rami danni (996 milioni al 31 dicembre 2010; +31,9%) e 592 milioni nel vita (861 milioni al 31 dicembre 2010; -31,2%). L’utile netto in base ai principi contabili nazionali ammonta a 5 milioni.

Il Consiglio di Amministrazione, aderendo all’invito rivolto dall’Istituto di Vigilanza a tutto il mercato assicurativo, ha ritenuto di non dover prendere in considerazione ipotesi di distribuzione di dividendo, e proporrà pertanto all’Assemblea dei Soci la remunerazione agli azionisti tramite la distribuzione di una azione gratuita ogni 20 azioni possedute.

Per l’esercizio 2012 il gruppo prevede un miglioramento del risultato della gestione Danni e Vita, atteso uno scenario di mercato in via di progressiva stabilizzazione.

Particolare attenzione sarà dedicata ai rami vita in relazione alla complessa situazione di mercato, fermo restando il perseguimento di un’adeguata redditività. La gestione degli investimenti proseguirà secondo i consueti criteri di prudenza in un contesto di mercato che ha visto nei primi mesi del 2012 una significativa riduzione dei tassi di interesse dei titoli governativi italiani.