Oscilla da 850 milioni a 1,4 miliardi il costo annuo dei risarcimenti liquidati per la malasanità. Ogni anno si contano 34 mila denunce contro i medici. La conseguente crescita esponenziale delle cause legali porta a un incremento dei risarcimenti, che valgono in media di 25-40 mila euro ciascuno. Numeri emersi ieri durante il convegno organizzato a Roma dall’Aiba, l’Associazione italiana broker di assicurazioni e riassicurazioni, che ha avviato uno studio assieme all’Università La Sapienza di Roma per calcolare il valore corretto delle coperture dei rischi. Il problema è noto e preoccupa da tempo i medici e le strutture sanitarie: i premi assicurativi a carico delle aziende e strutture ospedaliere raggiungono un livello insostenibile. La conseguenza è che si assiste a un abbandono del mercato da parte delle compagnie assicurative, che considerano non redditizio il settore. Da qui una situazione che rischia di degenerare col tempo fino a rendere inutili le cause per il risarcimento dei danni a fronte della mancanza di coperture. Un primo risultato dello studio commissionato dall’Aiba, eseguito su un campione di 126 strutture ospedaliere, ha indicato che la spesa media annua che dovrebbero sostenere le aziende sanitarie del Sud per un’adeguata copertura assicurativa è di 1,7 milioni, mentre al nord il valore medio sale a 2,7 milioni . Denaro che, spesso, le aziende ospedaliere non sono in grado di sborsare. L’idea dell’Associazione dei broker assicurativi è quindi di suddividere i costi tra pubblico e privato. Proposta che Aiba vorrebbe portare davanti a un tavolo tecnico da istituire tra ministero della Salute, ministero dello Sviluppo Economico e ministero dell’Economia, assieme con le associazioni dei consumatori e i rappresentanti del settore assicurativo. Ieri è stata lanciata la proposta. (riproduzione riservata) Anna Messia