CON LE ACQUISIZIONI IL BROKER VUOLE IMPRIMERE UNA SPINTA DEL 40-50% ALLA CRESCITA
di Anna Messia
Il settore del brokeraggio assicurativo è in gran fermento da mesi. Le compravendite continuano a susseguirsi e anche Wtw (Willis Tower Watson), tra i principali gruppi mondiali del settore, ha preparato le sue munizioni per le acquisizioni, come racconta a MF-Milano Finanza Gianmarco Tosti, responsabile delle società di brokeraggio non solo in Italia, ma anche in Spagna e Portogallo. «Stiamo cercando possibili target per completare la nostra presenza territoriale nel Paese o per acquisire competenze specifiche che ancora non abbiamo», dice Tosti, spiegando che «dalle operazioni straordinarie dovrebbe arrivare nei prossimi tre anni una spinta al fatturato di circa il 40-50%». Piani messi a punto mentre sul mercato si rincorrono le voci di un possibile rafforzamento al vertice di Wtw in Italia con l’arrivo imminente di Marco Antonio Colonna, manager di lungo corso del settore, già consigliere di amministrazione e vice direttore generale di Aon, il concorrente più diretto di Wtw. Voci non commentate dalla società con Tosti che però sottolinea la volontà di Wtw di investire e di crescere, anche attraendo talenti dal mercato.

Domanda. Partiamo dai numeri dottor Tosti. Che obiettivi avete? Si sentono ancora gli effetti della mancata maxi fusione tra Aon e Wtw, saltata all’improvviso nell’estate nel 2021 quando sembrava fatta?

Risposta. C’è stato un momento di incertezza dopo che l’operazione è stata annullata ma il gruppo ha ricominciato da tempo ad investire e a crescere. Ci sono stati 9.700 nuovi associati rispetto ad un totale di 46 mila dipendenti al livello mondiale e lo stesso abbiano fatto nell’area del Mediterraneo con l’arrivo di 300 colleghi.

D. Quanto pesa l’Italia e l’area del Mediterraneo nel gruppo. E che piani avete?

R. Il fatturato complessivo del gruppo è di circa 9,2 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che rappresentano il mercato principale con un peso di circa il 45%. L’area del Mediterraneo vale circa 220 milioni con oltre 2 mila impiegati e l’Italia, all’interno di questa, vale circa 75 milioni. L’intenzione è di spingere forte sulla crescita per arrivare complessivamente a 300 milioni nel giro di un triennio, salendo a 330-350 milioni se riusciremo a trovare le acquisizioni giuste da realizzare.

D. Avete già individuato dei target?

R. Si abbiamo già delle discussioni aperte e guardiamo a società che possono dare valore a Wtw perché ci completano dal punto di vista della presenza sul territorio o ci apportano competenze specifiche. Ma la competizione sul mercato è alta e non vogliano competere in una gara al rialzo dei prezzi. Chi sceglie noi lo deve fare anche perché crede nel nostro progetto.

D. Come spiega tanto interesse verso il mercato dei broker assicurativi venutosi a creare negli ultimi tempi?

R. La prima ragione è che il mondo del brokeraggio e della consulenza non è mai stato rilevante come in questo periodo visto l’aumento dei rischi, da quelli catastrofali a quelli informatici e politici. In questo scenario i clienti hanno bisogno di broker che li aiutino a spendere meno e a capire quali sia il livello ottimale tra la ritenzione del rischio e la protezione tramite coperture assicurative. Proprio la mancata fusione tra Wtw e Aon, che avrebbe creato un colosso mondiale, ha forse contribuito a lasciare spazio ad altri operatori e ai fondi di private equity che in questo mercato vedono ottime opportunità di rendimento e potranno avere un ruolo da aggregatori. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf