A poche settimane dall’entrata in vigore – lo scorso 30 dicembre – della ‘riforma Cartabia’ del processo penale, la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni s’interroga in merito all’impatto che le nuove regole avranno dal punto di vista pratico.

La riforma punta alla riduzione dei casi di obbligatorietà dell’azione penale ai fini di una migliore efficienza del processo penale, cui si accompagna una spinta positiva verso lo sviluppo di forme di giustizia riparativa, ma, secondo SMILA, alcuni passaggi della modifica normativa imporrebbero chiarimenti dal punto di vista interpretativo e procedurale perché incideranno direttamente sull’operatività dei medici, a partire dal cambio di procedibilità, da automatica a querela, per reati le cui vittime sono frequentemente oggetto di assistenza da parte dei sanitari delle aree di primo soccorso.

“I cambiamenti del Codice Penale in questo ambito introdotti dalla recente riforma assumono in quest’ottica particolare rilevanza, non solo per gli specialisti in medicina legale – spiega il dott. Franco Marozzi, vicepresidente e responsabile della comunicazione di SIMLA – ma per tutti i medici. Quest’ultimi, quando impegnati nella redazione dei documenti da trasmettere eventualmente all’Autorità Giudiziaria, non possono certo impegnarsi in fini disquisizioni giuridiche, peraltro non di loro stretta competenza. Quindi, una scarsa chiarezza delle norme in merito rischia di creare una serie di grossi problemi sia a colleghi, sia ai cittadini, sia all’amministrazione della Giustizia. Si rischia che fatti che devono essere denunciati non lo siano o esattamente il contrario con conseguenze che possono anche essere molto gravi.   Anche per queste ragioni è una riforma che sembra chiamare a gran voce la medicina legale a un momento di riflessione assieme ai giuristi”.

Ciò in relazione soprattutto al cambio di procedibilità, che da automatica (‘d’ufficio’) passa ‘a querela’, per alcuni reati le cui vittime sono frequentemente oggetto di assistenza da parte dei sanitari delle aree di primo soccorso. Tra questi anche numerosi medici specialisti in Medicina Legale che si occupano negli Ospedali e nelle Aziende Sanitarie di valutare e gestire, insieme ai colleghi clinici, le vittime di violenza e di incidenti stradali.

Alla luce della recente modifica normativa i medici restano obbligati alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria quando, nell’esercizio della loro attività professionale o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, ove prestino, rispettivamente, la loro assistenza/opera o abbiano notizia di un reato perseguibile di ufficio. Tuttavia, cambiando, a seguito della riforma, la lista dei reati perseguibili d’ufficio, non si può che modificare anche l’operatività del medico. Con la ‘riforma Cartabia’ “la novità che più evidentemente salta all’occhio è l’eliminazione della procedibilità d’ufficio – sottolinea il dott. Marozzi – per le lesioni personali che provocano una malattia della durata compresa tra 20 e 40 giorni, quelle che di solito chiamiamo ‘lievi’”.

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