Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il count down è iniziato. Ci sono poco meno di due mesi a disposizione per rimettere in carreggiata Eurovita. La decisione di Ivass di congelare i riscatti delle polizze dell’assicurazione controllata dal fondo Cinven fino a fine marzo, comunicata al mercato alle otto di sera di lunedì 6 febbraio, è stata probabilmente una delle più sofferte prese dell’autorità presieduta dal direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini.
Dicembre record per l’attività di raccolta delle reti di consulenti finanziari. Il 2022 si conclude con il migliore risultato mensile dei flussi dell’anno sia sui volumi totali sia sul fronte del risparmio gestito. A dicembre Assoreti ha evidenziato una raccolta complessiva doppia rispetto al mese precedente e pari a 5,4 miliardi di euro.
Fineco distribuirà agli azionisti 49 centesimi per azione di dividendo, in crescita dai 39 dello scorso anno, dopo i conti del 2022 chiusi con un utile netto di quasi 430 milioni (+23% annuo) e ricavi totali a un passo dai 950 milioni (+18%).
La finanza green inizia a perdere il suo appeal. Cala infatti nel 2022 l’interesse degli italiani verso gli investimenti sostenibili, anche se in prospettiva la finanza verde mantiene la sua forza di attrazione, con buona parte degli investitori che è disposta a valutare nei prossimi due anni un riorientamento del proprio portafoglio titoli in favore dei prodotti sostenibili. Ma tra i fattori che più inducono alla prudenza c’è il rischio del greenwashing, fenomeno ormai al centro dell’attenzione dei regolatori.

Il datore risarcisce lo stress. Non si può escludere il mobbing, infatti, senza verificare lo straining: l’azienda paga i danni al lavoratore anche se consente che il dipendente svolga la sua prestazione in un contesto e con modalità indebitamente «stressogene». Di fronte a una situazione lavorativa conflittuale, dunque, il giudice del merito deve accertare se il prestatore ha subito azioni ostili, che hanno inciso negativamente sulla salute dell’interessato, pur se si tratta di condotte limitate nel numero e distanti nel tempo. È quanto emerge dall’ordinanza 3692/23, pubblicata il 7 febbraio 2023 dalla sezione lavoro della Cassazione.

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  • Se l’assicurazione auto è un’opzione
Non solo Napoli e la provincia mantengono saldamente il record italiano dei sinistri stradali (8,27% contro i 3,1 di Rovigo, per esempio) ma nella stessa area «quasi il 12% dei sinistri vengono denunciati a oltre un anno dal loro accadimento». Il quadruplo della media nazionale: 3,2%. Come mai? Forse perché più passa il tempo dall’incidente più la memoria delle persone coinvolte evapora ed è dunque più facile, come dire, «addomesticare» i ricordi. «I termini di prescrizione del diritto al risarcimento del danno (2 anni, che possono diventare 5 in caso di lesioni personali) permettono al frodatore di eliminare gran parte degli indizi che potrebbero consentire all’impresa assicuratrice di scoprire l’attività fraudolenta». Di più: «Il termine di 5 giorni per l’accertamento dei danni al veicolo è troppo breve e, soprattutto in certe regioni, è pressoché impossibile procedere all’accertamento dei danni al veicolo prima dell’inizio delle riparazioni». Rileggiamo: «pressoché impossibile». A pensar male si fa peccato, ricordava Giulio Andreotti, ma quasi sempre si indovina. Non basta: «Se nel Nord quasi tutte le regioni e i relativi capoluoghi mostrano un’incidenza di veicoli non assicurati molto al di sotto della media nazionale (5,2%), nel Centro sono soprattutto il Lazio e la città di Roma che presentano un’incidenza pari al doppio» ma verso sud va peggio: un veicolo su otto circola senza una polizza assicurativa in Calabria, uno su sette in Campania. Va da sé che le vittime principali, come sempre, sono i calabresi e campani che rispettano le leggi, non fanno i furbi e sono costretti a pagare (ovvio) polizze più care. Col rischio che in caso di incidente…

  • Generali, tregua sulla governance in vista dell’M&A
  • Assicurazioni, le riserve scudo contro la super inflazione
  • Cimbri sfila Bper dal risiko per Mps
«Se Messina dice di essere troppo grande e Banco Bpm piccola, allora dico che Bper è troppo piccolissima». Carlo Cimbri, numero uno del gruppo Unipol, storpia volutamente l’italiano per togliere la banca partecipata modenese dal campo dei pretendenti per un matrimonio con il Monte dei Paschi. Cimbri fa riferimento alle dichiarazioni del numero uno di Intesa Sanpaolo e dell’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che tra venerdì e sabato scorso hanno declinato, con opposte giustificazioni, l’ipotesi di convolare a nozze con la banca senese controllata dal Tesoro che entro il 2024, al più tardi, dovrà trovare un nuovo azionista privato di riferimento. «Vedo il Monte Paschi avviato verso la propria autonomia – osserva Cimbri interpellato da Radiocor -, poi quello che sarà in futuro non lo so, Bper certamente no, ma il Monte è avviato su una strada di realizzazione del suo piano industriale, che è poi quello che facciamo tutti».