Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Banca d’Italia allarga i suoi controlli alle imprese che non sono direttamente sue vigilate ma che hanno un ruolo chiave per la stabilità del sistema finanziario. Si tratta delle aziende di consulenza cui sim oppure società di gestione (meno frequentemente piccole banche) delegano esternamente funzione vitali per la loro attività, come la compliace o l’audit. Gli ispettori dell’istituto guidato dal governatore Ignazio Visco, secondo quando risulta a MF-Milano Finanza, nelle scorse settimane avrebbero chiuso un’ispezione su una società di consulenza che ha ampio peso nel mercato, fornendo i suoi servizi a un numero rilevante di intermediari finanziari.
C’è un’àncora di salvezza nel bilancio di Eurovita per i clienti che hanno sottoscritto le polizze assicurative della compagnia rimaste congelate dopo il provvedimento dell’Ivass che ha bloccato i riscatti fino a fine marzo. Si tratta del passaggio del documento in cui si chiarisce che esistono dei «contratti di vendita a termine (forward) stipulati nel 2017 e nel 2021 su titoli governativi italiani pari a circa 604,3 milioni di euro nominali e 707,2 milioni di euro di controvalore». Coperture indicate nel bilancio 2021 (l’ultimo pubblicato dalla compagnia) ma che sarebbero ancora attive e utili a sterilizzare buona parte delle minusvalenze sui titoli di Stato provocati dal recente rialzo dei tassi d’interesse. Nello stesso bilancio si chiarisce poi che è previsto «l’utilizzo, tra le note strutturate, di strutture sui tassi a copertura del rialzo dei tassi di interesse con tassi minimi pari o superiori agli impegni di tasso minimi garantiti».

Liquidazione delle macro-invalidità sotto forma di rendita, non solo in relazione ai danni patrimoniali da spese di assistenza future e di danno patrimoniale futuro da lucro cessante (come è stato fatto sino ad ora da, peraltro parte decisamente minoritaria, della giurisprudenza di merito), ma anche in relazione ai danni non patrimoniali subiti dal macroleso. In questi termini si è espressa la Cassazione con sentenza n. 31574 del 25 ottobre 2022 in tema di risarcimento del danno biologico in forma di rendita vitalizia. Nel caso di specie, i genitori di un bimbo con gravissimi postumi permanenti conseguenti ad un episodio di medical malpractice hanno promosso un ricorso incidentale innanzi al Supremo Collegio, avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano che aveva provveduto a liquidare (confermando l’entità del risarcimento del danno non patrimoniale nella misura liquidata in primo grado: 1.219.355,00) sotto forma di rendita vitalizia: “considerata l’impossibilità di stabilire in modo oggettivo una durata presumibile della vita di (…) e tenuto conto altresì del carattere permanente del danno”, in quanto tale modalità di risarcimento meglio risponderebbe “alle concrete esigenze del danneggiato, garantendogli per tutta l’effettiva durata della vita la percezione di quanto liquidato annualmente”. In riforma della sentenza di primo grado, la Corte aveva convertito il risarcimento in forma capitale, disponendo una costituzione di una rendita vitalizia quantificata in euro 1.283,53 mensili.
In tema di contratto d’opera intellettuale è tenuto al risarcimento del danno il legale anche se assolto, in sede penale, dall’accusa di infedele patrocinio: lo hanno chiarito i giudici della II sezione civile della Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 3822 del 2023, intervenendo sul ricorso di un libero professionista avverso la decisione di merito. Era accaduto che a seguito di incendio doloso, la villa di una signora era stata distrutta; individuato il colpevole, l’avvocato avrebbe dovuto operarsi per procedere a tutte quelle attività volte al ristoro del pregiudizio subito. Nel caso di specie, tuttavia, il legale non aveva agito in tal senso, in quanto non aveva richiesto il sequestro conservativo a garanzia delle obbligazioni derivanti da reato; iscritto ipoteca giudiziale dopo la sentenza penale e documentato l’entità dei danni anche al fine di conseguire una provvisionale, con ciò pregiudicando i diritti della sua cliente: tutti comportamenti che hanno giustificato l’applicazione della misura sanzionatoria.
Presunzione relativa di buona fede per i cessionari di crediti fiscali in possesso dei documenti previsti dal dl 11/2023. Il fornitore che ha applicato lo sconto e il cessionario che ha acquistato il credito è infatti escluso dal concorso nella violazione con il soggetto beneficiario del bonus fiscale, se è in possesso della documentazione relativa alle opere che hanno originato il bonus puntualmente elencata nelle lettere da a) a i) del primo comma dell’articolo 1 del citato decreto. Aver richiesto ed essere venuti in possesso di tali documenti, certifica quindi la buona fede del cessionario che pertanto, salva la prova del dolo o della colpa grave che incombono sempre sull’ufficio accertatore, non potrà mai essere chiamato a rispondere in caso di recuperi del credito d’imposta che andranno a colpire soltanto il soggetto beneficiario del bonus fiscale. Allo stesso tempo l’incompletezza documentale rispetto all’elencazione di cui sopra, non è automatico sinonimo di responsabilità solidale. Esiste sempre la possibilità per il fornitore che ha operato lo sconto in fattura o per l’acquirente del credito di poter dimostrare, con ogni mezzo, la sua buona fede evitando così il coinvolgimento in una eventuale responsabilità solidale. È dunque una protezione forte quella che il decreto legge n.11 del 17 febbraio scorso, intende introdurre nel tentativo di riaprire il mercato della cessione dei crediti che si è di fatto bloccato a seguito di una serie di interventi di prassi interpretativa operati dall’Agenzia delle entrate (circolari n.23 e 33 del 2022).
Crediti edilizi incagliati compensabili dalle banche con i versamenti d’imposta che i clienti effettuano tramite il modello F24. E’ questa l’ipotesi su cui il governo si sarebbe orientato dopo l’incontro di ieri con le associazioni di categoria, chiamate a raccolta dall’esecutivo a palazzo Chigi per illustrare gli effetti del decreto legge che blocca le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura per i bonus edilizi (non solo il Superbonus 110%). Un vertice in cui Abi, Cassa depositi e prestiti, Sace e poi Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Cna e Confartigianato hanno sollecitato il governo Meloni a dare “risposte rapidissime” che si concretizzino, come chiesto dalla presidente dei costruttori edili (Ance) Federica Brancaccio “nello sblocco dei crediti pregressi e in una proposta sostenibile e stabile per il futuro”.
Quasi 8 miliardi di euro all’anno, ossia le spese sanitarie annuali di due stati come Lituania e Lussemburgo messi assieme. Ammonterebbe a questa ragguardevole cifra, pari allo 0,6% del loro budget per la salute, il risparmio che potrebbe derivare ai paesi dell’Unione europea se i propri cittadini, semplicemente, facessero più sport. Ovvero se rispettassero la raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità di 150 minuti di esercizio moderato alla settimana. Una misura che, secondo un rapporto Ocse/Oms pubblicato nei giorni scorsi, consentirebbe oltretutto di salvare 10 mila vite all’anno e di prevenire 11,5 milioni di nuovi casi di malattie entro il 2050.

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Handelsblatt

 

L’uso dell’intelligenza artificiale (AI) sta assumendo un ruolo sempre più importante nel settore assicurativo. Soprattutto nell’elaborazione dei sinistri, i sistemi basati sull’IA contribuiscono a semplificare e accelerare notevolmente la regolamentazione. Tuttavia, Stephen Voss, cofondatore della start-up assicurativa Neodigital, avverte che anche i criminali utilizzeranno sempre più l’IA: “Le nuove possibilità offerte dalla ChatGPT porteranno anche a un aumento delle frodi”. A differenza dei precedenti programmi di chat basati sull’IA, il nuovo chatbot della start-up statunitense OpenAI scrive testi che potrebbero provenire da esseri umani. Anche se i testi generati contengono in parte informazioni errate, è chiaro quali sviluppi saranno possibili in futuro.
Dopo la battuta d’arresto alla fine del 2022, gli assicuratori tedeschi si aspettano di nuovo una fase migliore all’inizio di quest’anno. Grazie all’inverno relativamente mite e al rinnovato ottimismo sull’economia, è probabile che la valutazione pessimistica del quarto trimestre sia diminuita di nuovo, soprattutto a gennaio, ha spiegato il direttore generale dell’associazione degli assicuratori GDV Jörg Asmussen. “Ci aspettiamo quindi che l’umore del settore migliori di nuovo in modo significativo nel primo trimestre del 2023”. Il clima degli affari nel settore assicurativo è diminuito di cinque punti nel quarto trimestre del 2022 e, con -24,1 punti, è ben al di sotto della media a lungo termine di 12,9 punti, secondo un sondaggio dell’Istituto Ifo per GDV, disponibile lunedì all’agenzia di stampa Reuters. Secondo il sondaggio, le ragioni principali sono gli alti prezzi dell’energia e i tassi di inflazione.