Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Crédit Agricole Italia, gruppo guidato dall’ad Giampiero Maioli, ha registrato nel 2022 un utile netto aggregato di 1,097 miliardi di euro (+11%), di cui 857 milioni di pertinenza della capogruppo francese Crédit Agricole (una quota di minoranza degli asset in Italia è in mano alle fondazioni).
Mediobanca ha registrato conti da record trainati dall’aumento dei tassi in Eurozona. L’investment bank guidata dall’ad Alberto Nagel ha chiuso l’ultimo trimestre del 2022 con ricavi per 900 milioni, in crescita del 20% anno su anno battendo il consensus degli analisti indicato a 800 milioni grazie a un giro d’affari in progressione per tutte le divisioni. L’utile netto di periodo è stato di 293 milioni (+11% sul trimestre precedente e sul 2021, consenso a 245 milioni).
Parte col piede giusto il 2023 di Azimut. A gennaio la società guidata dal presidente Pietro Giuliani ha raccolto 400,5 milioni di euro, la maggior parte dei quali (circa 300 milioni) attribuibili al risparmio amministrato.
Banca Generali ha chiuso il 2022 con un utile netto consolidato di 213 milioni di euro, in calo del 34% rispetto all’esercizio precedente, che aveva beneficiato degli effetti straordinari di mercati finanziari estremamente favorevoli. L’utile netto ricorrente, informa un comunicato, è salito a 221,1 milioni, in crescita del 25,2%.
Secondo il testo adottato, tutti gli edifici di nuova costruzione dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2028 e, se occupati, gestiti o di proprietà delle pubbliche amministrazioni, già a partire dal 2026 (la Commissione ha proposto rispettivamente il 2030 e il 2027). Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, in presenza dei requisiti tecnici e di fattibilità economica, mentre gli edifici residenziali sottoposti a importanti ristrutturazioni avranno tempo fino al 2032. È previsto che gli immobili residenziali raggiungano almeno la classe energetica E entro il 2030, e la D entro il 2033.
Trascorsi tre anni dalla pandemia, i rischi di credito per le imprese esportatrici italiane non hanno ancora recuperato quanto perso dopo gli shock avversi del Covid e della crisi energetica. Il rischio che la controparte estera (sovrana, bancaria o corporate) non sia in grado o non sia disposta a onorare le obbligazioni derivanti da un contratto commerciale o finanziario resta però stabile. Ecco perché Sace parla appunto di stabile fragilità nell’ultima edizione della Mappa dei rischi stilata dal gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Tesoro.
Forte battuta d’arresto per il credito alle imprese in Italia a dicembre. Nell’ultimo mese c’è stato un calo di 14 miliardi, su uno stock complessivo che è ora di 649 miliardi. Una discesa così rilevante nei flussi mensili non si vedeva da dicembre 2018, secondo i dati della Banca d’Italia. Le flessioni più significative si verificano in genere a fine anno o alla fine del primo semestre, quando le banche chiudono i bilanci.
  • Zurich, il dividendo sale del 9%
Zurich raggiunge gli utili più alti dal 2007 e propone un dividendo da 24 franchi per azione (+9% annuo). La compagnia assicurativa guidata dal manager italiano Mario Greco nel ruolo di ceo ha registrato nel 2022 un utile operativo di gruppo pari a 6,5 miliardi di dollari, in crescita annua del 12,5%. In aumento gli utili delle principali divisioni: quello del ramo danni e infortuni è salito del 14% a 3,6 miliardi di dollari, con combined ratio stabile al 94,3%; mentre quello del ramo vita è aumentato dell’8% a 2 miliardi, con una minore intensità di capitale dopo la vendita del back book. La posizione patrimoniale resta solida, con uno swiss solvency test ratio stimato al 265%. Nel corso dello scorso anno la compagnia ha aggiunto inoltre 2,1 milioni di nuovi clienti netti.
  • Il mercato italiano dell’Ai verso 700 milioni nel 2025
In Italia il mercato dell’intelligenza artificiale vale 422 milioni di euro. E con il tasso di crescita previsto del 22% annuo arriverà a 700 milioni nel 2025. A stimare questi numeri è Anitec-Assinform, associazione che in Confindustria accorpa le aziende tecnologiche e informatiche. Un motore di crescita importante per il sistema Paese, che potrebbe essere ancora maggiore se la prevista rivoluzione dell’Ai, innescata del lancio di software come ChatGpt di Open Ai (e Microsoft) e Bard di Google, dovesse veramente andare in porto. A fronte dell’enorme potenziale però l’adozione delle intelligenze artificiali non è ancora prassi comune all’interno delle imprese. Secondo gli ultimi dati Istat, che arrivano al 2021, solo il 6,2% delle aziende del Paese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Ai all’interno delle proprie attività. Quasi due punti in meno rispetto alla media europea, che si aggira intorno a un 8%, comunque meno di una società ogni 10. Ancora più debole il tasso di utilizzo nelle piccole realtà industriali: appena il 5,3% delle aziende di piccola dimensione ha integrato sistemi di intelligenza artificiale, contro il 24,3% (quasi una su quattro) delle grandi imprese.

Il consumatore che rimborsa in anticipo un mutuo ipotecario sulla casa ha diritto al recupero dei soli interessi passivi già pagati e non delle spese accessorie al contratto con cui è stato acceso il finanziamento. Per evitare il ristoro degli oneri accessori, ovvero delle «spese indipendenti dalla durata del contratto», la banca mutuante deve tuttavia provare il carattere ricorrente dei costi inerenti al mutuo concesso. E’ quanto sostiene la Corte di giustizia europea, che ha dovuto dirimere con sentenza del 9 febbraio 2023 un contenzioso tra un consumatore austriaco e Unicredit Bank Austria. La questione sollevata dal consumatore (cioè da un’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori) non è da poco. Oltre al costo degli interessi, infatti, sul mutuatario gravano diversi oneri accessori in caso di prestito assistito da garanzia ipotecaria.
Il cessionario di un credito commerciale per imponibile ed Iva, in caso di mancato incasso presso il debitore, non può attivare la procedura di riduzione dell’imponibile al fine di recuperare l’imposta, diritto che spetta al cedente, che peraltro, mediante la cessione del credito, ha incassato il corrispettivo. Questo il principio generale che sembra desumersi dalla sentenza che la Corte di giustizia Ue ha pronunciato ieri, 9 febbraio 2023, nella causa C-482/21, in relazione ad una controversia fiscale promossa da un’impresa di assicurazioni
Più caro, ai professionisti, rateizzare quest’anno la ricongiunzione dei contributi. L’interesse è dovuto, infatti, al tasso dell’8,1% (1,9% nel 2022). A spiegarlo è l’Inps nella circolare 15/2023, fissando il tasso in misura pari alla variazione media annua dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall’Istat per il 2022.
L’inquinamento killer non è soltanto quello esterno, quello dell’aria delle città, super osservata e tenuto sotto controllo, ma anche «il fratello» interno, l’aria piena di virus, batteri, muffe, prodotti chimici derivati dalla combustione di gas, ad esempio, anidride carbonica (CO2) che si respira negli ambienti chiusi. Un fenomeno che non ha ricevuto dalla scienza una pari attenzione, eppure l’inquinamento dell’aria negli spazi chiusi ha ucciso più di 3 milioni di persone nel 2020, quasi tante quante ne ha uccise l’inquinamento esterno. A sollevare il velo su questo fenomeno, che finora è sembrato invisibile a scienza e politica, sono stati tre ricercatori inglesi in un editoriale pubblicato su Nature.
Mano al portafoglio per rendere green le case, come vuole l’Europa? Oppure è una tempesta in un bicchiere d’acqua perché si può svicolare? La decisione dell’Ue indica un cammino verso il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente che Bruxelles vuol fare percorrere ai Paesi membri però riconosce le loro specificità, per esempio l’esistenza di centri storici medioevali, e quindi lascia una certa discrezionalità nell’applicazione della direttiva. Che però rimane e secondo alcuni è una spada di Damocle poiché in Italia il patrimonio abitativo è assai vetusto.
  • Profitti più alti dal 2007 per Zurich
Nel 2022 Zurich ha raggiunto i profitti più alti dal 2007 e propone un aumento del dividendo del 9% a 24 franchi (24,25 euro) per azione. L’utile operativo è salito del 12% su base annua a 6,5 miliardi di dollari (6,04 mld euro). Sono stati superati tutti gli obiettivi finanziari del ciclo 2020-2022, con l’utile per azione adeguato all’impatto della perdita del secondo semestre sulle cessioni. Il risultato operativo del ramo Danni e infortuni è migliorato del 14% a 3,6 miliardi di dollari (3,34 mld euro), con il combined ratio stabile al 94,3% grazie al continuo miglioramento dei margini commerciali. L’utile operativo Vita è aumentato dell’8% a 2 miliardi di dollari (1,86 mld euro). la compagnia ha visto l’ingresso di 2,1 milioni di nuovi clienti netti al dettaglio.

  • Responsabilità diretta della Pa e diritto all’azione di regresso
  • Mutui, l’Ue salva le banche: rimborsi parziali per chi esce
  • Zurich, migliorano cedola e utile operativo
  • Per Coface il quadro globale è migliorato ma resta la prudenza
Un ottimismo prudente. Nella consapevolezza che quest’anno, e il prossimo, saranno due anni di «cerniera», di passaggio da un regime – quello pluridecennale caratterizzato dalla disinflazione prima e dalla scomparsa dell’inflazione poi – verso un altro, in cui potranno dominare livelli di inflazione un po’ più elevato, con nuove sfide e nuovi, vecchi, strumenti da attivare. Nell’analisi di Coface, uno dei leader globali nell’assicurazione crediti che ha tenuto ieri la sua conferenza annuale, vede un rapido passaggio da un eccessivo pessimismo a un ottimismo che è forse altrettanto eccessivo ma che, moderato da un po’ di prudenza e dall’assenza di forme di autocompiacimento, può ben accompagnarci in questo inizio anno: «La situazione è migliorata, i rischi maggiori che avevamo identificato non si sono materializzati», ha detto nel corso della conferenza il capo economista Jean-Christophe Caffet, riferendosi agli effetti di un inverno mite e di maggiori riserve di gas. La previsione per il 2023 è dunque di una crescita globale dell’1,9%.