Paola Valentini
Anche i tassi applicati sul credito al consumo per le famiglie continuano a correre sulla scia della raffica di aumenti del costo del denaro da parte della Bce. Intanto dalle ultime rilevazioni Crif e Assofin emerge un aumento sia della domanda che delle erogazioni. Sul primo fronte l’anno appena concluso ha visto una ripresa a doppia cifra delle richieste di nuovi finanziamenti con un incremento complessivo del +18,9% rispetto al 2021, recuperando così il clima di fiducia dopo lo shock pandemico degli ultimi due anni. Di pari passo è lievitata anche l’erogazione delle banche, anche se in misura minore rispetto all’incremento delle richieste per via della maggior cautela degli istituti, in questa fase di incertezza economica e aumento dell’inflazione, nel dare credito alla parte della clientela più fragile. «Anche dopo la fine della pandemia l’atteggiamento degli intermediari resta comunque improntato alla prudenza», conferma Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin. I dati dell’associazione indicano, rispetto al 2021, una crescita delle erogazioni del +10,7%, che riporta il valore ai livelli pre-pandemia del 2019 (+0,8%).

ll credito al consumo si divide in quattro grandi categorie: i prestiti personali, chiamati anche non finalizzati e richiesti non soltanto per generiche esigenze di liquidità ma anche a fronte di spese dichiarate all’atto della richiesta (ristrutturazioni, acquisto di arredamenti, di auto, corsi di studio, matrimoni, vacanze, informatica, cure mediche, hobby), i finanziamenti finalizzati (perché vengono erogati nel negozio dove si effettua l’acquisto), le carte di credito rateali e i prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione.Ma se il 2022 si chiude con numeri tutto sommato positivi, il 2023 si è aperto con prospettive meno rosee per via del continuo aumento dei prezzi che pesa sempre di più sul bilancio delle famiglie, le quali comunque, quando chiedono un prestito, mettono in atto strategie affinché la rata impatti il meno possibile sul proprio budget, come emerge dalle rilevazioni Crif che segnala una domanda di credito «prudente con importi piccoli e dilazionati nel tempo» con oltre un italiano su due richiede importi inferiori ai 5 mila euro (57,3%).

«Lo scenario continua a essere dominato dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei tassi e dalla prospettiva di un rallentamento della crescita, le cui ricadute peseranno sulle condizioni finanziarie delle famiglie. Alla luce di tale contesto, nei prossimi mesi la domanda di prestiti potrà subire una flessione a causa del rallentamento dei consumi, in particolare su quelli durevoli», commenta Simone Capecchi, executive director di Crif. A pesare sono soprattutto gli aumenti dei tassi, come sa chi ha contratto un mutuo a tasso variabile primo dell’ultimo anno e che si vede oggi la rata aumentare anche del 30%. Ma i rincari si estendono anche a tutte le altre tipologie di prestito alle famiglie (e alle imprese) come emerge dall’analisi di MF-Milano Finanza che ha messo a confronto i dati di questo primo trimestre 2023 con quelli dello scorso anno, nel secondo trimestre, prima che la Bce iniziasse ad alzare i tassi (si veda tabella). In effetti si nota un netto aumento dei Tassi effettivi globali medi (Tegm) a cui le banche concedono i vari tipi di prestiti e dei relativi limiti di usura rilevati da Banca di Italia in vigore per l’attuale primo trimestre 2023. Un rialzo che fa riflettere a maggior ragione considerando che questi ultimi sono calcolati in base alle condizioni in vigore nel terzo trimestre 2022, quindi fino a fine settembre, quando la Bce aveva alzato i tassi le prime due volte, e non recepiscono i successivi tre aumenti di ottobre, dicembre e gennaio che hanno portato il tasso di riferimento al 3% (era a zero dal 2016). Dunque nei prossimi trimestri i tassi sui prestiti dovrebbero salire ancora. In più la base di partenza in diversi casi è davvero alta considerando ad esempio che in alcune formule ci sono garanzie come nella cessione del quinto della pensione.

Sul credito revolving ad esempio (una linea ricaricabile nel tempo con i rimborsi mensili) i tassi possono sfiorare il 25%, senza ricadere nell’usura, e i tassi medi rilevati da Banca d’Italia sono del 16,99%, rispetto al 15,8% del secondo trimestre 2022. Nei prestiti contro cessione del quinto di stipendio o pensione invece il limite d’usura è salito al 19,825% fino a 15 mila euro dal 17,75% precedente con tassi medi passati dall’11% del secondo trimestre 2022 al 12,66%. Sempre nel confronto con questo periodo, nei prestiti personali il tasso legale può arrivare al 18,5125% dal 15,525% precedente con una media dell’11,61% (9,22% lo scorso anno). I tassi soglia d’usura sono determinati da un automatismo stabilito dalla legge, a partire dai Teg (ovvero i tassi annui praticati alle singole categorie di finanziamenti) rilevati trimestralmente dalla Banca d’Italia presso gli intermediari finanziari. Il Tegm rappresenta quindi la media trimestrale dei Teg e comprende tutte le spese connesse al finanziamento, escluse le imposte. L’Abi in ogni caso avverte che il Tegm non permette di effettuare confronti sui tassi applicati in Italia con quelli in altri mercati d’Europa.

Né il Tegm né il tasso di usura compaiono nelle note informative, dove è indicato il Taeg, il costo totale del credito in percentuale annua sul capitale erogato. È un indice che comprende il tasso e gli altri oneri che il consumatore deve sostenere (tra cui spese di istruttoria, di comunicazioni periodiche, di incasso rata e imposte). Il calcolo di Taeg e Tegm risponde a criteri differenti: alcuni costi sono inclusi nel Taeg e non nel Tegm (come le imposte) e i costi assicurativi sono trattati in maniera differente. In ogni caso il Taeg è il parametro corretto per valutare una proposta di prestito, in quanto è calcolato sul finanziamento personalizzato ed è armonizzato a livello europeo. Nella documentazione informativa e nei messaggi pubblicitari è riportato anche il Tan (Tasso annuo nominale), ovvero il tasso applicato ogni anno sul capitale erogato. E’ quindi compreso nel Taeg e non esprime il costo complessivo.

Un modo per cercare offerte più convenienti è quello di rivolgersi ai canali online. Ad esempio mettendo a confronto per il terzo trimestre 2022 gli ultimi Taeg medi calcolati dalla Banca d’Italia, (quelli riportati nella tabella in pagina) con le proposte sul portale di Prestitionline.it (gruppo Mutuionline) dello stesso periodo, l’offerta media per la cessione del quinto ha un Taeg del 5,47% in caso di pensionati e del 6,05% nell’ipotesi di dipendente del settore privato a fronte dell’8,69% della rilevazione su tutto il mercato condotta da Via Nazionale. Nei prestiti personali, il Taeg medio online di Prestitionline,it è il 6,95%, rispetto al tasso medio rilevato come si diceva da Bankitalia, dell’11,61%. Dati, seppur più bassi del mercato, confermano comunque una tendenza all’aumento (si veda grafico). Anche guardando i migliori Taeg dei prestiti personali online su Facile.it emerge la maggiore convenienza delle offerte richieste via web (si veda tabella): le proposte più convenienti presenti nella piattaforma per questa tipologia di finanziamenti oggi hanno un Taeg tra il 7,6% e l’8,3% a seconda della finalità. Come muoversi allora? «Anche in un periodo caratterizzato dall’aumento del costo del denaro è possibile risparmiare; il primo consiglio per chi è alla ricerca di un prestito personale è di confrontare le proposte di diverse società di credito perché i tassi offerti possono variare sensibilmente», spiega Aligi Scotti, business unit director prestiti di Facile.it, «chi ha già prestiti in corso, invece, può consolidare il debito passando a una finanziaria che offre tassi più contenuti o, comunque, allungando il piano di ammortamento così da alleggerire la rata mensile».

Fa eco Alessio Santarelli, direttore generale broking del gruppo Mutuionline: «Il rialzo dei tassi è arrivato a mordere anche i prestiti con un aumento che a fine 2022 è stato significativo. Ma in generale se sui mutui la scelta della banca più conveniente avviene in modo scientifico, sui prestiti i clienti sono più spinti dal desiderio di avere subito le risorse e sono quindi meno sensibili ai tassi», Ma è probabile che proprio l’aumento del costo del denaro possa aumentare l’attenzione all’esborso. «Quando i tassi sono bassi le differenze tra gli operatori si riducono, mentre quando salgono emergono le banche che fanno pagare meno. Non a caso», rileva Santarelli, «servizi di comparazione come il nostro stanno registrando un boom di utilizzi». Ci sono poi alcune forme che sono meno care di altre: è il caso del binomio prestito personale-cessione del quinto e dei mutui green-non green. «I finanziamenti con cessione del quinto continuano nel loro cammino di trasformarsi in un prodotto di massa, in alternativa ai prestiti personali, con tassi più bassi. E ciò indipendentemente dalla sentenza Lexitor», afferma Santarelli. Se una volta la cessione del quinto era appannaggio delle finanziarie, oggi è diventato un prodotto di punta anche delle banche. Ad esempio su Prestitonline.it il miglior tasso per 20 mila euro a otto anni ha un Taeg del 9,17% nel caso di prestito personale, mentre l’offerta di cessione del quinto dello stipendio più economica del 3,94% (si veda tabella). Quanto ai finanziamenti green, «qui si può risparmiare anche più di un punto percentuale», conclude Santarelli, «perché il rischio di credito è inferiore dato che tipicamente chi chiede questa tipologia mostra maggiore propensione a rispettare il piano di rimborso». (riproduzione riservata)
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