AUDIZIONE IN COMMISSIONE FINANZE SUI CREDITI DI IMPOSTA: RIORDINO IN LEGGE DELEGA
di Cristina Bartelli
Bonus edilizi a quota 110 mld nel 2022 con i calcoli sull’anno ancora provvisori. Al 31 dicembre 2022 risulta che sono state effettuate cessioni per il Superbonus 110% e per gli altri bonus edilizi per 58,4 miliardi di euro dei quali 6,6 sono già stati utilizzati in compensazione. Mentre le frodi hanno superato i 4 mld. E’ questa la fotografia che ha scattato il direttore del dipartimento delle finanze, Giovanni Spalletta intervenuto ieri in commissione finanze del Senato nel ciclo di audizioni sui crediti di imposta, presiedute da Massimo Garavaglia, presidente di commnissione. «Sotto il profilo degli impatti dei bonus edilizi sulla finanza pubblica, nel corso del 2022», evidenzia Spalletta, «il monitoraggio dei dati di consuntivo resi disponibili dall’Enea ha evidenziato che i contribuenti hanno beneficiato delle agevolazioni in misura sensibilmente superiore alle attese, con conseguenti maggiori oneri rispetto alle risorse impegnate a legislazione vigente in occasione dell’introduzione delle agevolazioni. Nell’aggiornamento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica incluse nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza», continua Spalletta, «la stima del Superbonus e degli altri bonus edilizi è stata quindi aumentata a circa 110 miliardi di euro con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali sull’intero orizzonte temporale; in particolare, le previsioni nei tendenziali di bilancio relative al Superbonus 110% si attestano a 61,2 miliardi e quelle del bonus facciate a 19 miliardi. Per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri hanno determinato un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno». Per quanto riguarda gli effetti delle riclassificazioni di Eurostat Spalletta ha evidenziato, rispondendo a una sollecitazione del presidente della commissione finanze del Senato Massimo Garavaglia, che: «Se i bonus edilizi venissero considerati bonus pagabili o rimborsabili a mio avviso ne deriverebbe una ridatazione per cui l’imputazione dovrebbe essere collegata al momento della spesa e non al momento dell’effettiva fruizione del beneficio, com’è secondo la nostra interpretazione. Il che significa che peggiorerebbero i saldi rispetto al passato ma migliorerebbero le previsioni per il futuro. Dopo di che, se e come questo possa essere positivo o negativo per il passato e per il futuro, e come questo possa essere ricomposto, sono i colleghi della Ragioneria che se ne stanno occupando e stanno seguendo, con Istat, il discorso con Eurostat». Una conseguenza di cui sono consapevoli i tecnici che stanno studiando la proposta avanzata mesi fa da parte di Ance e Abi di versare gli F24 con una percentuale dell’1% dei crediti fiscali. Sulle spese fiscali lievitate nel corso degli anni alla cifra di oltre 600 odierna Spalletta non vede altra strada che quella della riforma nella legge delega fiscale: «in una certa fase storica furono fatti tagli lineari alle agevolazioni fiscali come clausole di salvaguardia, poi sterilizzati e cancellati. Dovremmo forse tornare a una considerazione analitica delle agevolazioni fiscali, ma una volta introdotte è molto difficile togliere le misure di sostegno. Probabilmente azioni incisive dovrebbero essere collegate a riforme organiche che modificano principi e regole del sistema tributario. Quindi secondo noi c’è la necessità che il riordino degli strumenti agevolativi assuma un carattere sistemico, non più episodico, e si inserisca in un quadro di riforma strutturale del sistema tributario»
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