di Elena Dal Maso
Eurovita, la compagnia assicurativa in mano al fondo inglese Cinven, è stata commissariata per tre mesi con l’effetto di congelare dal 6 febbraio al 31 marzo 2023 il riscatto delle polizze. A guidare oggi la società pro tempore è il commissario Alessandro Santoliquido, dopo che l’authority sulle assicurazioni, l’Ivass, ha chiesto a Cinven di ricapitalizzare la società per 200 milioni di euro ottenendo il diniego del gruppo di private equity.

Quest’ultimo per ora non ha dato l’assenso al rafforzamento patrimoniale della compagnia, che ha erogato somme a 400.000 persone, nonostante sia un gruppo ben capitalizzato. Secondo Cruchbase, la società con sede a nella centralissima James’s Square, nel cuore di Londra, ha raccolto a luglio 2022 oltre 49 miliardi di dollari di liquidità da distribuire in otto fondi. Di solito una società è commissariata perché chi deve effettuare un aumento di capitale non ha i mezzi, ma Cinven, a quanto pare, non è sull’orlo del fallimento. Il 10 febbraio ha però sospeso il pagamento della cedola del bond subordinato Tier 2 da 115 milioni di euro con scadenza 21 febbraio 2030 dopo la mancata approvazione da parte dell’Ivass del piano di risanamento. La società ha sul mercato almeno un’altra obbligazione, il subordinato emesso nel 2015 da 40 milioni e scadenza a dicembre 2025.

Che cosa può accadere ora? Il commissariamento dura tre mesi, entro i quali Santoliquido può cercare di trovare un accordo con Cinven. Reperire invece un acquirente sul mercato prima di un rafforzamento patrimoniale non è semplice. Oppure, come è accaduto nel mondo bancario, è possibile che il sistema assicurativo si prenda carico del salvataggio. Se si andasse invece alla liquidazione della società, un fatto che potrebbe avere ricadute pesanti sulla fiducia dei clienti verso le compagnie assicurative, per valutare le conseguenze bisogna fare attenzione al contratto che si ha in mano. Come spiega Giuseppe D’Orta, esperto nel settore bancario e assicurativo, «le polizze di ramo 1 sono legate a una gestione separata che prevede l’iscrizione dei titoli al prezzo storico di carico. Man mano che la compagnia acquistava nuovi titoli, il valore si modificava ma con molta lentezza rispetto ai valori del mercato. Le gestioni separate di Eurovita, come si legge dai loro documenti, vedono la durata media degli investimenti di oltre 10 anni e nel 2022, per esempio, i Btp decennali hanno visto i prezzi scendere a doppia cifra. Questo comporta che in caso di liquidazione possono emergere perdite elevate, al momento latenti».

D’Orta ricorda che il totale delle gestioni separate Eurovita è di 10 miliardi. «Bisogna evitare», sottolinea, «di trovarsi costretti a liquidare gli investimenti». Storicamente le polizze di ramo 1, con gestione separata e investimenti sottostanti quasi tutti in titoli di Stato, sono considerate strumenti a basso rischio. D’Orta ricorda però che le stesse polizze di ramo 1 hanno un beneficio legale, «i sottoscrittori godono di prelazione in caso di vendita degli attivi». Il punto è: a che prezzo sarebbero ceduti gli asset in portafoglio e quindi con quale perdita, al momento latente? Per le polizze finanziarie, riprende l’esperto, «il problema non si pone perché i fondi sono patrimonialmente separati». (riproduzione riservata)
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