NEL 2022 IL PAESE HA ASSORBITO IL 16% DELLE ATTIVITÀ FINANZIATE DALL’ISTITUTO IN EUROPA
di Andrea Pira
Nel 2022 l’Italia si è confermata primo mercato per la Banca europea per gli investimenti. Sia per l’ammontare delle risorse e delle risorse gestite, sia per gli investimenti attivati. Lo scorso anno il gruppo con sede in Lussemburgo, guidato in Italia dalla vicepresidente Gelsomina Vigliotti, ha firmato 85 operazioni nella Penisola, per poco più di 10 miliardi. Di questi circa 9,4 miliardi sono stati sotto forma di prestiti e garanzie, 612 milioni in risorse gestite per conto del governo nella cornice del Pnrr e 194 milioni gestiti dal Fondo europeo di garanzia.

Una parte dei finanziamenti è composto dai 912 milioni del Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e di questi, cifra record per l’Italia, 400 milioni sono andati a interventi in equity, benché l’Italia sia ancora indietro rispetto agli altri Paesi. Lo scorso anno il Fondo ha indirizzato in Italia circa il 10% della propria attività globale, portando a 89 miliardi di euro i finanziamenti mobilitati dal 1996.

Nel complesso, quindi, il Paese ha beneficiato del 15,9% delle attività Bei in Europa, dove le operazioni sfiorano i 63 miliardi. Attraverso l’effetto leva tali finanziamenti sono stati capaci, secondo le stime, di attivare circa 34 miliardi di euro nell’economia reale.

Significativa la quota dedicata agli interventi contro i cambiamenti climatici e per favore la sostenibilità ambientale, una delle priorità della Bei, sempre più concentrata a presentarsi come una banca del clima. I finanziamenti verdi hanno coperto circa il 55% delle risorse totali per l’Italia, in crescita del 33% rispetto all’anno precedente . In numeri assoluti questo vuol dire 5,5 miliardi di euro.

Oltre la metà dei finanziamenti è andata a favore del settore privato. Ammonta invece a 3,3 miliardi il sostegno alle piccole e medie imprese attraverso la collaborazione con le banche .

Le pmi e le midcap beneficiarie sono state 82.500, per 1,2 milioni di posti di lavoro sostenuti. Il dato è in calo rispetto ai 6,2 miliardi del 2021 e ai 5,4 miliardi del 2020. Un biennio sul quale tuttavia ha pesato la massiccia risposta di aiuto all’economia reale per fronteggiare le ripercussioni della pandemia. Altro tassello della strategia Bei è stato il sostegno all’innovazione. In totale si parla di 1,7 miliardi elargiti al sistema italiano.

L’istituto con sede in Lussemburgo attende ora di capire in quale misura potrà essere coinvolto da Bruxelles nella strategia per rilanciare la competitività dell’Europa a 27 e rispondere al maxi piano anti-inflazione statunitense da 360 miliardi. La Bei è pronta a mettersi in gioco per ogni iniziativa che possa favorire gli investimenti nel Continente e studia nuove soluzioni con garanzie e strumenti finanziari. Intanto a chiedere garanzie all’istituto è il mondo delle assicurazioni, per alleggerire il rischio di alcuni progetti infrastrutturali sui quali vorrebbe destinare investimenti.

Il comparto «ha una potenza di fuoco enorme, ma i requisiti richiesti frenano lo sviluppo in tale direzione per progetti di lungo termine», ha spiegato la presidente di Ania e di Poste, Maria Bianca Farina. «Abbiamo 1.000 miliardi di investimenti, il 17% della ricchezza finanziaria delle famiglie. Una grande potenza e una grande possibilità di investire su iniziative con un respiro lungo». (riproduzione riservata)
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