IL 2022 SI È CHIUSO A 866 MILIONI. AGLI AZIONISTI ANDRÀ UN DIVIDENDO DI 0,37 EURO (+23%)
di Giovanni Galli
Unipol ha realizzato nel 2022 un utile netto consolidato di 866 milioni di euro, in aumento rispetto ai 796 mln dell’anno precedente e in linea con gli obiettivi del piano al 2024. La compagnia distribuirà un dividendo di 0,37 euro per azione (+23%) per un ammontare complessivo di 265 milioni. «Abbiamo chiuso il primo anno di piano sul binario giusto, con risultati molto solidi in un contesto sfidante», ha affermato il d.g. Matteo Laterza.

La raccolta diretta assicurativa, al lordo delle cessioni in riassicurazione, è salita del 2,4% a 13,645 miliardi. La raccolta diretta Danni è migliorata del 4,5% a 8,304 miliardi. Al risultato ha contribuito UnipolSai con premi Danni per 6,883 miliardi (+2,4%). UniSalute ha raggiunto premi per 574 milioni (+10,6%), mentre Arca assicurazioni ha visto un incremento del 29,1% a 245 milioni (+29,1%). Il comparto Auto risulta in crescita dell’1,3% con premi per 3,888 miliardi. Il 2022 è stato caratterizzato da una progressiva ripresa della frequenza dei sinistri post Covid, cui si è accompagnata una significativa crescita del costo medio dei sinistri, per effetto della pressione dell’inflazione sui costi di riparazione dei veicoli. L’obiettivo del gruppo, ha spiegato Laterza, è «avere un buon livello di redditività dell’Rc auto».

Positiva la performance del Non auto, con premi per 4,416 miliardi (+7,6%). Nel comparto Vita la raccolta diretta è ammontata a 5,341 miliardi (-0,8%). Il Solvency consolidato era al 201%. Per quest’anno Unipol conferma un andamento reddituale della gestione consolidata in linea con gli obiettivi del piano al 2024. Quanto al portafoglio titoli, Unipol ha ridotto la quota di governativi italiani da 23,9 a 17,5 miliardi, portando l’incidenza sul portafoglio complessivo dal 39,1 al 33,3%. L’obiettivo è mantenere l’attuale livello di investimenti.

Per quanto riguarda UnipolSai, l’utile netto consolidato è stato di 651 milioni, in calo dai 723 mln del 2021. A chi gli chiedeva della possibilità di accorciare la catena di controllo con una fusione tra Unipol e Unipolsai, il direttore generale ha risposto che si tratta di un’operazione che «non ha molto senso perché in questo momento siamo in condizione di poter generare un rendimento sulla holding che è superiore alla società operativa e questo può giustificare l’investimento nella holding stessa che, in quanto tale, ha un rischio più elevato che è giusto sia remunerato di più della società operativa».
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