Nel 2022 il saldo vita tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) in Italia è stato pari a € 15,8 mld, in calo del 47,6% rispetto all’anno precedente e del 36,9% rispetto al 2020.

Tale risultato – si legge nella statistica ANIA – è stato determinato dalla contrazione del volume premi (-11,0% rispetto al 2021), l’importo più basso degli ultimi otto anni, dovuto principalmente alle polizze di ramo III e marginalmente a quelle di ramo I, a fronte di un ammontare totale delle uscite in aumento (+3,6%), determinato dai maggiori importi riscattati (soprattutto negli ultimi tre mesi dell’anno in cui si contabilizza il valore più alto mai rilevato nei singoli trimestri) che non sono stati sufficientemente controbilanciati dai minori importi pagati per scadenze/rendite maturate.

Il flusso netto realizzato nel IV trimestre 2022, pari a € 1,8 mld, è ulteriormente
diminuito rispetto ai trimestri precedenti degli ultimi anni.

Le polizze di ramo I hanno registrato nell’ultimo trimestre 2022 il flusso netto più
basso da inizio anno (€ 0,9 mld), in calo di € 2,4 mld rispetto a quello dell’analogo trimestre del 2021, mentre quello realizzato dal ramo III (€ 0,8 mld) risulta in ulteriore
peggioramento (-€ 4,8 mld) rispetto alla raccolta netta del IV trimestre 2021.

I premi contabilizzati

Nel 2022 il volume dei premi contabilizzati è ammontato a € 94,3 mld, in calo dell’11,0% rispetto all’anno precedente, quando la raccolta premi registrava invece un
incremento annuo del 4,5%. L’81% dei premi è generato dall’emissione di nuovi contratti o dall’introito di premi unici aggiuntivi relativi a polizze già in essere, in calo del 12,8% rispetto al 2021.

L’ammontare dei premi contabilizzati risulta costituito per il 79% da premi unici (in contrazione del 14,0% rispetto a tutto il IV trimestre 2021) e per il restante 21% da premi periodici, di cui il 3% sono premi di prima annualità (-0,3%) e il 18% premi di annualità successive (+3,5%). Valutando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi passerebbe da -11,0% a -2,4%.

Le uscite

Nel 2022 l’ammontare complessivo delle uscite è risultato pari a € 78,5 mld, con una variazione annuale che cambia di segno passando da -2,5% nei primi nove mesi
dell’anno a +3,6% nell’intero anno.

La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari a quasi il 70% dei pagamenti complessivi, oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2021, a fronte dell’ammontare più alto mai rilevato (€ 54,5 mld, di cui quasi € 17 mld nell’ultimo trimestre), con un incremento del 12,5% rispetto all’anno precedente.

I sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita hanno registrato nel 2022 importi ancora significativamente alti (€ 14,2 mld) rispetto al periodo pre-Covid, pari al 18% delle uscite totali, ma pressoché stazionario rispetto all’anno precedente (-0,4%).

Le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione delle riserve per somme da pagare, hanno registrato una contrazione del 24,9% rispetto al 2021 (era -24,0% nei primi nove mesi del 2022), con un’incidenza sulle uscite totali che scende al 13% (17% nel 2021), a fronte di un ammontare che sfiora i € 10 mld.

Le riserve

Le riserve tecniche vita, comprensive anche della riserva per somme da pagare, alla fine dell’anno 2022 sono state pari a € 803,6 mld, in leggero calo (-0,3%) rispetto
alla fine del trimestre precedente e del -2,2% rispetto alla fine del 2021, a causa essenzialmente della contrazione delle riserve di ramo III.

L’incidenza dei premi contabilizzati sulle riserve è risultata pari all’11,7%, in diminuzione di oltre un punto percentuale rispetto al 2021. In particolare, oltre il 70% delle
riserve complessive deriva da impegni assunti nel ramo I mentre quasi un quarto è afferente a polizze di ramo III.

La metà dell’intero ammontare è detenuto dalle prime cinque compagnie e si arriva al 70%
considerando le successive cinque. La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2021 è stata negativa per € 18,4 mld, nonostante il saldo tecnico del settore vita positivo per quasi € 16 mld (il calo è attribuibile alla significativa svalutazione degli attivi sottostanti alle polizze unit-linked, come conseguenza dell’elevata instabilità dei mercati azionari e finanziari registrata nel corso del 2022).

Tale risultato – precisa ANIA – è stato anche alterato da un’operazione straordinaria da parte di una compagnia che nell’ultimo trimestre ha ceduto una porzione del proprio portafoglio (per lo più di Ramo I e in minima parte di Ramo III) a una rappresentanza di imprese UE, facendo così defluire volumi di riserve matematiche dal perimetro di rilevazione di questa statistica (che ricordiamo essere alimentata dai dati delle sole imprese italiane ed extra-UE); a perimetro omogeneo, ossia escludendo la compagnia interessata, a
fine 2022 le riserve diminuirebbero dell’1,5% rispetto all’anno precedente, mentre nell’ultimo trimestre aumenterebbero dello 0,6%.

Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che il 68% delle imprese, rappresentative del 71% del mercato in termini di premi contabilizzati 2021, ha registrato nel 2022
un flusso netto positivo e che il 46% (per una quota premi pari al 51%) ha ottenuto un risultato migliore della media dell’indice (1,94%) calcolato rapportando il flusso netto
totale alla giacenza media delle riserve complessive.

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