ATTESO A BREVE UN VERTICE DI FONDAZIONI E CASSE PER FARE IL PUNTO SULLE CANDIDATURE
di Luca Gualtieri
L’accordo sul nuovo vertice di Banco Bpm è in salita. Nei prossimi giorni i grandi soci dell’istituto lombardo, in particolare fondazioni e casse di previdenza, si riuniranno per fare il punto sul complicato processo di nomina e provare a sbrogliare una matassa alquanto intricata. L’obiettivo del consiglio di amministrazione è approvare la lista entro la fine del mese, probabilmente in una seduta che potrebbe essere convocata per il 21 o il 28 febbraio. Poche caselle però sono già state riempite. Tra queste ci sono quelle del ceo e del presidente per cui si va verso una conferma di Giuseppe Castagna e di Massimo Tononi. Sulla vice presidenza il nome più accreditato è quello di Maurizio Comoli, mentre i dipendenti dovrebbero esprimere Mauro Paoloni. Sulle altre caselle il confronto è aperto, soprattutto nella compagine delle fondazioni e delle casse e con il problema dei rigidi paletti sulle quote rosa. Il rappresentante delle fondazioni potrebbe essere espresso dalla Crt (1,8%), anche se con ogni probabilità non sarà l’attuale numero uno dell’ente torinese Giovanni Quaglia che punta a un rinnovo del mandato. Le casse puntano invece sull’attuale presidente di Enpam, Alberto Oliveti, ma c’è un problema. Negli ultimi mesi dell’anno scorso Enasarco è salita al 2% di Banco Bpm, ma non è entrata nell’accordo parasociale che blinda l’8,3% dell’istituto. Alla luce del peso specifico assunto l’Ente nazionale di assistenza per gli agenti vorrebbe una rappresentanza nel nuovo vertice, ma la richiesta rischia di complicare il processo. Anche perché, a chiedere spazio nel nuovo board, c’è anche il Crédit Agricole. Il gruppo francese, primo azionista di piazza Meda con oltre il 9% del capitale, non presenterà una lista alternativa ma dovrebbe ottenere due rappresentanti in cda, anche alla luce della solida alleanza industriale confermata dal recente accordo sulla bancassurance.

Ulteriori complicazioni vengono dal collegio sindacale. Anche l’organo attualmente presieduto da Marcello Priori dovrà essere rinnovato. Due sindaci andranno con ogni probabilità ai pattisti e altri due ad Assogestioni, mentre il presidente sarà espressione di una terza lista promossa dai soci della banca.

Mentre i soci stanno discutendo sulle candidature, è partita l’attività di engagement tra piazza Meda e gli azionisti istituzionali. Tra questi un ruolo particolare è ricoperto dal fondo di Davide Leone, che detiene il 4,7% dell’istituto e che nelle prossime settimane deciderà se votare per la lista del cda o, come appare più probabile, per Assogestioni. (riproduzione riservata)
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