A GENNAIO IMMATRICOLAZIONI IN CALO DEL 6% A 682.596 UNITÀ, PEGGIOR RISULTATO DI SEMPRE
di Francesco Bertolino
A gennaio 2022 le immatricolazioni di auto in Unione europea sono diminuite del 6%, attestandosi a 682.596 unità, mentre il dato è lievemente meno negativo (-2,4% a 822.423 unità) se si considerano anche i Paesi Efta e il Regno Unito (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Si tratta del peggior risultato da quando l’Acea ha avviato questa serie statistica nel 2000. Il confronto con il primo mese del 2019 è impietoso: -32%. Prima la pandemia, poi la crisi dei chip e infine oggi l’inflazione hanno insomma cancellato un terzo del mercato automobilistico Ue. A gennaio questi fattori hanno inciso soprattutto su Italia (-19,7%) e Francia, mentre Spagna (+1%) e soprattutto Germania (+8,5%) sono riuscite a invertire la tendenza. Ma per quanto?

Ieri Equita ha ridotto le previsioni sulla crescita delle vendite globali nel 2022 dal 6 al 5%, un dato inferiore al 9% stimato da Ihs. «Il primo semestre sarà ancora debole, mentre la ripresa nel secondo semestre di conferme», avvertono gli analisti, sottolineando che Ford, Gm e Toyota hanno già annunciato tagli produttivi per la carenza di componenti, chip in testa, e altre case probabilmente seguiranno. Sinora il crollo dei volumi è stato compensato dalla vendita di modelli a maggior margine, ma per Equita l’esercizio sta diventando sempre più faticoso. Lo dimostra fra l’altro la circostanza che a gennaio, salve rare eccezioni, i marchi premium o di massa abbiano registrato entrambi cali significativi. A livello di gruppo Stellantis ha registrato un calo del 15% a 139.949 unità, frenando più del mercato e perdendo terreno rispetto a Volkswagen nella classifica europea delle vendite (-7% a 173.262 vetture). Male anche Renault, con un calo del 3,5% a 71.349 vetture consegnate, mentre Mercedes-Benz ne ha immatricolate 38.873 veicoli (-14%) e Bmw 47.997 (-9,2%). Le sole due case ad aver riportato un incremento sono state Toyota, che ha registrato una crescita del 9,7% con 57.155 consegne e Hyundai con un balzo del 29% a 66.249 unità.

«Unico segnale positivo nel quadro fosco del mercato automobilistico è che in tutti i Paesi, compresa l’Italia, cresce l’interesse per le soluzioni elettriche che vedono incrementarsi le loro quote di mercato», rileva il Centro Studi Promotor. Una tendenza che il governo italiano si appresta a sostenere varando un piano pluriennale di incentivi all’acquisto da oltre un miliardo all’anno. «L’Italia», ricorda il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali, «continua a essere l’unico fra i principali mercati a non prevedere per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni». Per l’anno in corso, infatti, la Germania ha stanziato 2,1 miliardi di euro di incentivi, la Francia 1,25 miliardi, la Spagna 619 milioni, mentre il Regno Unito ha messo in bilancio 2,5 miliardi fra incentivi all’acquisto e investimenti in infrastrutture per il periodo 2022-2025. «Per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità», conclude Cardinali, «è assolutamente necessario rinnovare almeno per il triennio 2022-2024 lo schema di incentivi per le vetture in essere fino allo scorso anno».

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, anche se il Pnrr darà una spinta alla crescita economica italiana, «senza l’apporto del comparto dell’auto, che con il suo indotto vale il 12% del pil, l’obiettivo di accorciare le distanze in termini di crescita con i nostri partner europei sarebbe ancora più difficile». (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf