di Gianni Girotto
Nell’ultima settimana abbiamo dovuto constatare una gestione non virtuosa dei dati a proposito dei bonus per l’edilizia. Non voglio soffermarmi troppo sull’imprecisione veicolata dal presidente del consiglio, secondo la quale il Superbonus sarebbe stato di fatto fermato da 2,3 miliardi di euro di crediti d’imposta sequestrati, su un totale di 4,4 miliardi di euro di crediti definiti inesistenti dall’Agenzia delle entrate. La stessa Agenzia delle entrate si è incaricata di smentire il premier con una tabella, depositata in Commissione bilancio del Senato, dalla quale si evince che il Superbonus è l’agevolazione edilizia che incide meno di tutte sulle frodi, con appena il 3% del totale. E’ la dimostrazione che la misura, in buona sostanza, è stata congegnata in modo tale da non alimentare tutte quelle frodi di cui viene erroneamente accreditata. Noi siamo in prima linea nel contrasto alle frodi, in Senato stiamo presentando in questa direzione diversi emendamenti al dl Sostegni ter, ma non accettiamo che la deformazione dei dati sui comportamenti opachi sia usata per affossare una misura importante e il meccanismo che ne è alla base, ovvero la circolazione dei crediti d’imposta.

Ora, mi pare incontestabile che il Superbonus, e tutti gli altri bonus, abbiano dato una spinta decisiva all’edilizia e al pil, che nel 2021 ha messo a segno una crescita record del 6,5%. Alla fine dell’anno scorso il Cresme ha stimato un incremento del 17% degli investimenti in edilizia e un contributo di 1,6 punti sulla crescita del prodotto interno lordo.Ma finora non si sono mai analizzati a sufficienza i numeri che ci permettono di capire il vero «tesoro» del Superbonus, quello che non viene interamente registrato nei saldi di finanza pubblica ma che produce lo stesso un enorme effetto economico, legato al risparmio energetico.

Al 1° gennaio 2022, secondo i dati Enea, gli interventi finanziati dal Superbonus hanno prodotto un risparmio di energia elettrica di 3.101.664 Mwh/anno. Questa cifra corrisponde al consumo annuo di energia elettrica di circa 1 milione e 100 mila famiglie. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché i veri risparmi si hanno sul consumo di gas.

Gli interventi realizzati col Superbonus, nel gioco del miglioramento delle classi energetiche, di fatto portano a una riduzione di più della metà dei fabbisogni energetici delle famiglie, considerando sia gas, sia elettricità. Da qui il ragguardevole risparmio dei costi.

Inoltre, sempre grazie agli interventi da Superbonus, c’è uno spostamento della prospettiva dei consumi dal gas all’elettricità, che già adesso è al 40% prodotta dalle rinnovabili. E anche qui il corollario è rappresentato da ingenti risparmi energetici.

Da ultimo, non certo per importanza, dobbiamo evidenziare l’impatto della misura in ambito sanitario. Oggi il 60% del Pmx urbano (particelle inquinanti) deriva dal termico. Gli interventi finanziati dal Superbonus riducono grandemente queste emissioni urbane, responsabili di tante malattie respiratorie e morti, dando un fondamentale contributo in termini di prevenzione e salvaguardia della salute. (riproduzione riservata)

*presidente della commissione industria del Senato
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