MIFID E MIFIR LASCIANO POCHI SPAZI ALLA SPERIMENTAZIONE SUI SERVIZI DI INVESTIMENTO
di Andrea Pira
Le norme Ue restringono il perimetro di sperimentazione della sandbox italiana, spazio di sperimentazione dedicato a operatori del fintech. «Gli approfondimenti che si stanno svolgendo stanno facendo emergere spazi di manovra piuttosto contenuti per le sperimentazioni in ambito di prestazioni di servizi di investimento, a causa degli stringenti vincoli posti allo svolgimento di tali attività dal quadro normativo europeo Mifid/Mifir», scrive la Consob nella memoria consegnata alla commissione Finanze della Camera in merito alla risoluzione Zanichelli sulla tutela del risparmio. Lo spazio regolatorio semplificato e protetto per favorire l’innovazione nei settori bancario, finanziario e assicurativo sta muovendo i primi passi. Il 15 gennaio si è chiusa la prima finestra temporale per le richieste di ammissione alla sperimentazione. L’esame delle proposte sta già fornendo prime indicazioni su quali siano le caratteristiche e le esigenze del mercato del Fintech italiano e su quali siano gli ostacoli normativi, regolamentari e di vigilanza all’innovazione che discendono direttamente da fonti nazionali di derivazione non europea, spiega ancora l’authority presieduta da Paolo Savona. Tuttavia in un assetto regolamentare oggetto di massima armonizzazione a livello europeo, «i margini entro i quali la Consob potrà garantire deroghe o disapplicazioni temporanee della disciplina secondaria saranno limitati» o almeno lo saranno sino alla definizione del regime pilota Ue sulle infrastrutture di mercato a registri distribuiti (dlt).

In ogni caso, secondo la Commissione per i mercati e la borsa, lo strumento è potenzialmente idoneo a creare prodotti e servizi che integrano l’offerta del settore finanziario tradizionale, raggiungendo nuovi utenti finali, sia dal lato della domanda di capitali (imprese) sia dal lato dell’offerta (investitori e finanziatori). Potrà inoltre creare le condizioni «per ridurre in misura considerevole i costi sopportati da investitori e imprese per l’accesso al mercato dei capitali, garantendo al contempo i necessari presidi di tutela».

Nel contesto dell’innovazione Consob sta inoltre svolgendo approfondimenti sull’ipotesi di dematerializzazione nel sistema di gestione accentrata, su base volontaria, delle quote “standardizzate” di pmi costituite in forma di società a responsabilità limitata, tema sul quale Assosim chiede di introdurre un regime normativo in materia di circolazione dei cosiddetti «valori digitali».

Nel novero delle possibili novità in arrivo per facilitare l’accesso delle pmi ai mercati si ragiona inoltre sulla creazione di di un hub informativo sulle piccole e medie imprese, che potrebbe includere anche informazioni sulle ricerche finanziarie su tale categoria, rendendole disponibili a tutte le tipologie di investitori «gratuitamente o a costi molto bassi» sia di consentire un abbattimento dei costi sostenuti dagli operatori di settore, anche a vantaggio di una maggiore competitività degli analisti finanziari. Progetto che si interseca con il cosiddetto punto d’accesso unico previsto dal Pacchetto Ue per la ripresa del mercato dei capitali, che interviene con modifiche alle regole di trasparenza dei costi della ricerca (per contenere il rischio che la Mifid indirizzi le attività verso gli emittenti più grandi e gli strumenti più liquidi. (riproduzione riservata)
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