Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Tra bonus, Superbonus e crediti d’imposta, la legge di bilancio 2022 ha introdotto o confermato numerose iniziative attraverso le quali lo Stato intende incentivare i cittadini alla realizzazione di progetti (in particolare di carattere edile) più sostenibili e green. Si tratta di un’importante opportunità sia dal lato imprese sia dal lato privati che persegue il duplice obiettivo di favorire lo sviluppo economico in un momento difficile e di agevolare la transizione verso un’economia verde.
Credem chiude il 2021 con un utile netto a 352,4 milioni (+74,8% rispetto al 2020), «il miglior risultato della storia del gruppo», come ha spiegato ieri in una nota la banca emiliana controllata dalla famiglia Maramotti.
I docenti e i non docenti che andranno in pensione con la cosiddetta Quota 102 non potranno svolgere altri lavori dopo la cessazione dal servizio.
La manovra di bilancio per il 2022 porta la gestione principale dell’Inpgi in casa dell’Inps per pregresse difficoltà di gestione economica e finanziaria. Cosa cambierà per i giornalisti dipendenti e per quelli in pensione? Del futuro della cassa di previdenza e dei suoi iscritti si è discusso nel corso del seminario di studi organizzato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro con l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi), con il patrocinio dell’Inps, lo scorso 2 febbraio nella cornice di palazzo Wedekind a Roma.
Rinnovata anche per il 2022 l’iniziativa di cassa dottori commercialisti relativa alla polizza collettiva Tcm (temporanea caso morte) sottoscritta da Emapi, l’ente di mutua assistenza per i professionisti italiani in partnership con Cattolica assicurazioni.
Profitti in forte aumento per Credem nel 2021. L’utile netto è balzato del 74,8% su base annua a 352,4 milioni di euro «e rappresenta il miglior risultato della storia del gruppo», ha sottolineato l’istituto. L’ultima riga del conto economico è stata influenzata positivamente dalla contabilizzazione degli effetti della fusione per incorporazione della Cassa di risparmio di Cento. Verrà distribuito un dividendo di 0,30 euro per azione, in crescita del 50% rispetto all’anno scorso. Il monte dividendi complessivo ammonterebbe quindi a 102,3 milioni, con una cedola di oltre il 4,7% della valutazione corrente del titolo.
In gennaio la raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Anima è stata positiva per 209 milioni di euro. Le masse gestite sono ammontate a 202 miliardi di euro, in crescita di 8 mld rispetto al mese di gennaio 2021.
- Doris: «Il risparmio? Il vero alleato per spingere la crescita. Mio padre e i valori Mediolanum»
«Per investire c’è bisogno di fiducia, gli investitori esteri stanno arrivando in Italia ma i messaggi positivi sono fondamentali per le persone. Se invece temo che il mio Paese sia sull’orlo del fallimento non ci penso nemmeno a investire. Avere Draghi al governo, un premier stimato a livello globale, il Pnrr e l’Unione Europea che si è resa conto che insistere troppo sul rigore era controproducente, tutto ciò ha cambiato molto il clima per il risparmio. E i segnali positivi infatti ci sono…». Massimo Doris, 55 anni, è diventato amministratore delegato di Banca Mediolanum nel 2008. A fondare il gruppo, suo papà, Ennio, scomparso poco più di due mesi fa. «Le racconto questo episodio: un giorno dovevamo lanciare un nuovo prodotto, riunioni, meeting. Aggiungere, togliere. Eravamo arrivati a quella che sembrava la soluzione: il margine era giusto. E lui chiese: per chi? Per i clienti, per la banca o per il family banker? Se non lo è per tutti e tre, dobbiamo ripensarlo. E’ divenuta la “regola dei tre sì”, della quale da allora teniamo conto per ogni iniziativa. Questo era mio padre. Ha permeato l’azienda e io sono cresciuto assorbendo totalmente questi principi. Perciò sono molto sereno, come figlio e come manager. Siamo un gruppo che ormai gestisce oltre 100 miliardi e che conta su una squadra molto forte di collaboratori»
- La garanzia scatta anche se il cliente non prova l’esistenza del difetto
Il venditore di un veicolo non può rifiutare di riconoscere la garanzia sostenendo che il cliente non ha dato la prova del difetto che lamenta: basta che il consumatore si limiti a denunciarlo, perché la normativa va interpretata alla luce del fatto che il venditore (essendo un professionista) ha maggior facilità a eseguire verifiche tecniche sul mezzo. Così la Seconda sezione civile della Cassazione (ordinanza 3695/2022, depositata ieri) ha ribaltato una sentenza che aveva negato al cliente l’applicazione della garanzia perché il vizio di conformità lamentato non risultava essere stato dimostrato.
- Risarcimento non dovuto se ci si sottrae alla perizia
Un danneggiato non può fare causa all’assicurazione che gli ha rifiutato il risarcimento per un incidente stradale, se ha impedito l’ispezione del suo veicolo al perito della compagnia. Lo afferma la Cassazione, nell’ordinanza 1756/2022 depositata il 20 gennaio, perché in tal modo, non è stato consentito all’assicuratore di ricostruire la dinamica del sinistro, valutare le responsabilità, stimare i danni e formulare l’offerta. Nel rapporto tra danneggiato e assicuratore va rispettato il principio di buona fede e correttezza, che si esprime nella disponibilità e collaborazione del danneggiato agli adempimenti posti a carico dell’assicuratore dal Codice delle assicurazioni per addivenire a una conciliazione precontenzioso.
- Generali, De Agostini scende sotto l’1%
De Agostini continua nella cessione “a termine” della partecipazione in Generali, pari all’1,44% (sarà effettiva solo post assemblea di fine aprile). Il 3 febbraio – stando alle comunicazioni di internal dealing – la società ha dato esecuzione a un’operazione consistente in uno strumento derivato avente come sottostante 2,5 milioni di azioni, pari allo 0,16% del capitale sociale. Già a fine novembre, quando aveva annunciato ufficialmente la dismissione della quota, De Agostini aveva dato esecuzione a un derivato sullo 0,14% del Leone.
- Cybersecurity, la spesa sale a quota 1,5 miliardi
Un’offensiva senza freni. È quella scatenata dagli hacker nel 2021, anno in cui si è registrata una crescita record degli attacchi informatici controbilanciati da investimenti in cybersicurezza per poco più di 1,5 miliardi con un +13% sul 2021. Sono le conseguenze della nuova normalità nell’era della pandemia scandita dallo smartworking che indirettamente “agevola” l’attività delle bande criminali. Un terzo delle imprese dichiara di avere effettivamente rilevato un ulteriore aumento degli attacchi informatici nell’ultimo anno.