di Maurizio Pimpinella
Tra bonus, Superbonus e crediti d’imposta, la legge di bilancio 2022 ha introdotto o confermato numerose iniziative attraverso le quali lo Stato intende incentivare i cittadini alla realizzazione di progetti (in particolare di carattere edile) più sostenibili e green. Si tratta di un’importante opportunità sia dal lato imprese sia dal lato privati che persegue il duplice obiettivo di favorire lo sviluppo economico in un momento difficile e di agevolare la transizione verso un’economia verde.

Secondo quanto riferito a consuntivo dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, sulla piattaforma dedicata sono stati effettuati scambi per circa 19,3 miliardi di euro di cui 6,5 miliardi per cessioni e sconti in fattura legati a interventi del Superbonus al 110%, mentre i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti edilizi, per un totale di circa 2 milioni e mazzo di operazioni comunicate all’Agenzia delle Entrate. Peccato che tali bonus rappresentino anche un lauto bottino per tanti «capitani di ventura» ben poco interessati alle transizioni verde e digitale e molto più attratti dalla prospettiva di facili guadagni da immettere nelle economie parallele e poi in altri loschi traffici, anche attraverso il ricorso alle valute cripto. A fine dicembre 2021, il dato ufficiale fornito dall’Agenzia delle Entrate parlava di circa 4 miliardi di euro di frodi ai danni dello Stato perpetrate in particolare attraverso il meccanismo della cessione del credito nell’ambito dei bonus edilizi. Si tratta di cifre estremamente consistenti che vanno direttamente a finanziare attività illecite e quindi a creare un doppio danno nei confronti dello Stato, in termini di mancati incassi economici da un lato e in termini di maggiori spese per sostenere il contrasto all’illegalità dall’altro.

Di recente, per esempio, nell’ambito di una maxi-operazione, la Guardia di Finanza ha fatto emergere una grossa truffa ai danni dello Stato che coinvolgeva un gran numero di aziende e professionisti dediti alla creazione e alla commercializzazione di falsi crediti di imposta. Accanto ai metodi di riciclaggio tradizionali le indagini hanno evidenziato che, in questo come in altri casi, le criptovalute sono state elette come metodo preferenziale.

Non è questo il luogo per discernere sulla bontà o meno degli strumenti cripto in quanto tali, sta di fatto però che per la loro stessa natura questi si prestano a usi leciti e illeciti e i giudizi di merito sono condizionati proprio all’uso che ne viene fatto. Le opportunità pertanto consistono sia per chi intende utilizzarle come strumenti di investimento (rischiosi ma legittimi) e chi le usa per riciclare.

Per contrastare questi e altri utilizzi fraudolenti delle criptovalute, oggi, ci vengono in potenziale soccorso due strumenti, uno recentissimo e uno da tempo già presente nel nostro ordinamento. Si tratta degli obblighi Aml previsti dalla V direttiva antiriciclaggio che in virtù della recente istituzione dell’anagrafe italiana degli operatori cripto presso l’Oam dovrebbe mostrare appieno i suoi effetti.

L’istituzione del registro è, in particolare, un elemento potenzialmente di grande rilevanza oltre che di novità. Si tratta in effetti della prima bozza di legislazione per un settore che tradizionalmente ha goduto di una sostanziale assenza di cornice normativa se non, a livello internazionale, di una vera e propria deregolamentazione. Ciò che l’esecutivo introduce attraverso il decreto è il tentativo di monitorare in maniera puntuale e capillare le attività cripto nel nostro Paese, acquisendo più informazioni possibili, e finalizzando tale attività anche al contrasto della criminalità di concerto proprio con la normativa antiriciclaggio. E’ evidente che anche se quanto deciso cozza in parte col principio fondamentale della decentralizzazione proprio delle valute basate su blockchain, tale settore non può più essere privo di una normativa di fondo che fornisca regole, diritti e doveri di operatori e utilizzatori, senza però per questo essere di freno al mercato ma anzi vettore di maggiori tutele e certezze per tutti. (riproduzione riservata)

*presidente Associazione Italiana Pagamenti e Moneta Elettronica.
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