Anna Messia
L’industria assicurativa ha superato il periodo della pandemia dando prova di sapersi adattare a nuove sfide, a cambiare rotta o a cogliere al volo occasioni di crescita. Così, nonostante il momento difficile, le stime per il 2021 sono di una raccolta premi di 145 miliardi, il 7% in più rispetto all’anno prima. Siamo tornati ai livelli pre-pandemia e negli ultimi 12 mesi non sono mancate operazioni straordinarie. In più di qualche caso sono state la conseguenza delle fusioni registrate nel settore bancario (a partire da Intesa-Ubi), che hanno a cascata provocato un riassetto del comparto bancassicurativo. Ma anche la scelta di gruppi esteri di lasciare l’Italia (caso emblematico quello di Aviva che ha dismesso i suoi asset assicurativi nel Paese) ha portato all’azione compagnie pronte a crescere (come Allianz con il ramo danni della compagnia inglese, e la nascita di Allianz Viva o Cnp che si è mossa sul Vita). Con Generali che si è mossa in Francia (con La Medicale) come pure in India, per citare le ultime operazioni. Un fermento di cui si è avuta testimonianza durante l’edizione 2022 degli Insurance Awards, che premia le eccellenze del settore, tornati con un evento in presenza lo scorso 24 febbraio nella cornice del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano: l’industria, come emerso dalle parole dei protagonisti del settore, è preparata a raccogliere nuove sfide. A partire dalla richiesta crescente di servizi sanitari, ma innovazione si attende per le polizze Vita dove, come anticipato nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza l’Ivass, l’istituto di controllo del settore, sta lavorando per nuove regole. Solo spostare il 1% degli investimenti delle gestioni separate sui Pir, i piani individuali di risparmio, potrebbe dare alle imprese italiane sostegni per 6 miliardi, aveva sottolineato Ania nei giorni scorsi in audizione in commissione Finanze della Camera. Tornando ai numeri del settore «anche la solvibilità delle assicurazioni, dopo la diminuzione registrata nei mesi di lockdown, è tornata su livelli elevati», ha sottolineato la presidente di Ania, l’associazione delle assicurazioni, Maria Bianca Farina, e la conferma è arrivata «dai risultati dello stress test europeo di Eiopa, secondo i quali il mercato italiano rimarrebbe solvibile anche in presenza di shock particolarmente severi». Cosa aspettarsi per il 2022? La prevista crescita del pil (+4%), a meno di nuove frenate per la guerra in Ucraina «dovrebbe favorire la prosecuzione del trend positivo dei rami danni», ha detto Farina mentre per il vita, «se da un lato, la ripresa dell’inflazione è ritenuta un fattore che non giova allo sviluppo, dall’altro, la presenza di una propensione al risparmio ancora superiore ai livelli pre-pandemici, tassi reali a breve termine negativi che disincentivano la detenzione di forme liquide di risparmio potrebbero esercitare un influsso positivo sulla raccolta». Ma il settore assicurativo è pronto a fare di più per la ripresa economica. «Una delle iniziative che stiamo mettendo in campo è il confronto con Sace su strumenti operativi in grado di favorire offerta di garanzie sugli appalti pubblici e i subappalti legati al Pnrr», ha dichiarato Farina. E poi c’è il tema salute, emerso più volte durate la serata. La presidente di Ania ha sottolineato l’importanza che lo Stato favorisca la copertura dei bisogni di protezione, che la pandemia ha accresciuto, in una logica di finanziamento pubblico-privato. Con l’ad di Unipolsai, Giovanna Gigliotti, che ha sottolineato, con la pandemia, «siamo rimasti indietro sull’assistenza oncologica o sugli interventi chirurgici e le assicurazioni possono avere un ruolo determinante per supportare il sistema sanitario nazionale». Anche la divisione assicurativa di Intesa Sanpaolo, nel suo piano industriale, ha riservato particolare attenzione al tema salute, per esempio, «con prodotti assicurativi e servizi su misura per gli over 65», ha spiegato il responsabile Nicola Fioravanti, premiato come assicuratore dell’anno. (riproduzione riservata)
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