di Francesco Bertolino
Il governo prepara un piano straordinario di sostegno all’auto che prevede fra l’altro oltre un miliardo di incentivi all’anno per l’acquisto di vetture a basse emissioni. Per coordinare gli interventi, ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha riunito gli altri ministri a vario titolo coinvolti nella transizione di un’industria che conta 2 mila aziende, 180 mila lavoratori e 60 miliardi di fatturato. L’incontro è durata circa due ore e al tavolo erano seduti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. La situazione dell’industria automobilistica italiana è stata definita «gravissima» e tale da richiedere misure eccezionali che, se condivise nel governo, potrebbero essere sancite da un decreto nei prossimi giorni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la proposta più significativa in termini economici prevede un programma pluriennale di incentivi del valore di oltre un miliardo di euro all’anno. I sussidi all’acquisto sarebbero accordati non solo per le auto elettriche pure e plug-in, ma anche per le vetture diesel e benzina, purché con alimentazioni di ultima generazione a bassa emissione di Co2. Aspetto rilevante, gli incentivi verrebbero concessi con o senza rottamazione, al fine di sostenere quanto più possibile un mercato che nel 2021 ha perso un quarto di volumi rispetto al 2019 e ha iniziato il 2022 con un tracollo del 20% nel mese di gennaio. Non è tutto. Come richiesto dai sindacati e da Federmeccanica, accanto alla domanda il piano del governo dovrebbe supporate anche l’offerta, accompagnando le imprese dell’indotto automobilistico nell’epocale transizione all’elettrico. A tal fine la proposta del Mise contempla stanziamenti significativi per i contratti di sviluppo e gli accordi di innovazione. I primi coprono fino al 75% gli investimenti di grandi dimensioni, al di sopra della soglia di 20 milioni di euro. I secondi consistono in agevolazioni fino al 50% richiedibili dalle imprese di ogni dimensione che intendano investire in progetti di ricerca e sviluppo. Nell’insieme, il piano intende favorire la riconversione dell’industria auto italiana che altrimenti rischia di perdere il treno dell’elettrificazione. In questo quadro dovrebbe rientrare anche la costruzione a Termoli della gigafactory di Stellantis che, secondo le più recenti ricostruzioni, dovrebbe investire 2,5 miliardi con il partner Automotive Cells Company (joint-venture fra Total, Stellantis e Mercedes), ricevendo 370 milioni di sussidi pubblici. Sul punto, però, le trattative fra il costruttore e il governo sono tuttora in corso. (riproduzione riservata)
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