SUI SEI MESI FORTI CRESCITE IN TUTTE LE DIVISIONI, A COMINCIARE DAL CREDITO AL CONSUMO
di Luca Gualtieri
Nel primo semestre dell’esercizio 2021-2022 la partecipazione nelle Generali è stata importante, ma non decisiva per la crescita dell’utile di Mediobanca che ha beneficiato anche dell’incremento di commissioni e proventi di tesoreria. Sono questi alcuni degli elementi emersi ieri nel corso della presentazione dei conti della merchant bank di piazzetta Cuccia che la borsa ha accolto con un rialzo del 2,12% del titolo a 10,58 euro. Il ceo Alberto Nagel ha voluto tenere ben distinti la presentazione dei risultati e la querelle Generali, rispondendo con ripetuti «no comment» alle domande sulla governance del Leone. «Oggi il contributo della partecipazione in Generali ha una funzione positiva per raggiungere i nostri target», ha tagliato corto il banchiere.

I sei mesi si sono chiusi con profitti record di 526 milioni, in crescita del 28% rispetto a un anno prima e superiori ai 482 milioni previsti dal consensus degli analisti. Nel solo secondo trimestre l’utile è stato di 264 milioni (+25,4%) a fronte dei 220 milioni attesi dal mercato. Tornando ai numeri del semestre, il margine di intermediazione è cresciuto del 12,2% a 1,46 miliardi, con margine di interesse a 733,5 milioni (+1,8%) e commissioni a 443,2 milioni (+15,8%). I costi di struttura sono saliti del 7,2% a 633,4 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 43%. Quanto alla solidità patrimoniale il coefficiente Cet1 phase-in passa dal 16,3% al 15,4% includendo il pay-out del 70%, anche per l’avvio del buyback che pesa per circa 65 punti base. Il dato fully loaded scende così al 14,1% dal 15,1%.

Sul fronte dell’andamento economico delle singole divisioni, il wealth management ha chiuso il semestre con un utile di 72,4 milioni (+54,4%), il credito al consumo con 190 milioni (+38%), il corporate & investment banking con 131,7 milioni (-22,7%), il principal investing con 185 milioni (+43,8%) con book value della partecipazione in Generali salita da 3.663,1 a 3.761,9 milioni dopo utili per 186,5 milioni. Le funzioni di holding hanno invece ridotto la perdita a 53 milioni da 73,1. Nel prossimo semestre Mediobanca stima «una stabilizzazione dei volumi creditizi anche se proseguirà il recupero del credito al consumo, prodotto a maggior marginalità. Buone la tabella di marcia dell’investment banking e le attese di redditività del wealth management», ha spiegato l’istituto, «che dovrebbe beneficiare delle accresciute masse medie e della costante attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti per la clientela. Sulla base dell’intensa attività commerciale si prevede un solido sviluppo dei ricavi che potrà essere tuttavia influenzato dalla maggiore volatilità dei mercati», conclude Piazzetta Cuccia.

«Nel primo semestre dell’esercizio 2021-2022 Mediobanca ha registrato un aumento dei ricavi largamente superiore al +4% medio previsto dal piano», ha spiegato Nagel nel corso di una conference call. È stato un semestre piuttosto unico che ci fa ben sperare per la chiusura dell’anno», ha aggiunto il banchiere. In merito alla possibile cessione del 3% di Generali, Nagel ha ribadito che Mediobanca ha «un atteggiamento molto basato sui numeri e sul contributo che dà la partecipazione assicurativa. Alternative sono sempre considerate nella misura in cui il contributo al conto economico sia positivo». Per quanto riguarda gli obiettivi di m&a, l’istituto conferma l’interesse per il wealth management e per l’asset management anche se vede all’orizzonte soltanto piccole operazioni. Nel mirino potrebbero esserci anche a possibili partner nel fintech per accelerare l’attività di Compass e a piccoli deal nell’advisory e a reti di promotori in Italia e in altri mercati. (riproduzione riservata)

BACKSTAGE
Gli occhi di Delfin sulla Piazzetta
La partita che nei prossimi 40 giorni si giocherà tra Milano e Trieste è destinata a modificare gli equilibri della finanza italiana. Ancora oggi però l’assalto senza precedenti che Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno dato alle Generali lascia aperti molti esiti possibili. Non è chiaro per esempio quali saranno gli effetti di un sempre più plausibile scioglimento del patto di consultazione che fino a pochi giorni fa vincolava i due imprenditori e la Fondazione Crt. Per qualche osservatore la mossa potrebbe preludere a un cambio di strategia. Caltagirone (uscito dal sindacato a fine gennaio) potrebbe infatti accontentarsi di presentare una lista corta, candidatosi così per i tre posti riservati alle minoranze. La scelta incontrerà il favore di Del Vecchio che inizialmente era parso più incline all’ipotesi di una lista congiunta? Si vedrà. Con o senza riposizionamento però la tensione è destinata a restare alta nella Galassia. Anche perché, se finora il principale teatro di scontro è stata la governance delle Generali, una battuta d’arresto su quel fronte potrebbe spostare di nuovo l’attenzione di Del Vecchio su Mediobanca. Non è un mistero che da qualche mese i vertici di Delfin stiano ragionando su un incremento della partecipazione nella merchant bank, ferma da tempo al 18,9%. Quale che sia l’esito di queste riflessioni, diversi indizi suggeriscono che la strategia di Mister Luxottica potrebbe ormai traguardare l’assemblea di Generali per orientarsi verso una scadenza decisiva: 28 ottobre 2023, data di rinnovo del cda di Mediobanca.
Fonte: logo_mf