Simona D’Alessio
Le azioni della Banca d’Italia finiscono in maniera (ancora più) corposa nel «portafoglio» delle Casse di previdenza dei professionisti: usufruendo della possibilità per gli organismi privati, consentita dalla legge di Bilancio per l’anno in corso, di incrementare fino al 5% le quote di capitale dell’Istituto di via Nazionale, infatti, i più grandi enti pensionistici hanno annunciato, nelle ultime ore, di aver investito dal 3% al 4,93%. Si tratta di Inarcassa (ingegneri e architetti), dell’Enpam (medici e odontoiatri) e della Cassa forense (avvocati) che, pur avendo deliberato di arrivare fino al 5%, hanno visto il loro investimento essere leggermente ridimensionato, in virtù della disponibilità delle quote in vendita.

L’integrazione dell’immissione di risorse nel capitale sociale di Bankitalia, ha spiegato il presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro, è stata decisa a gennaio dal Consiglio di amministrazione, perché si tratta di «un asset in grado di assicurare un flusso stabile di distribuzioni in un orizzonte temporale di medio lungo periodo», ha sostenuto, ricordando che il primo investimento risale al novembre del 2015, quando fu estesa anche agli enti di previdenza la possibilità di detenere quote di partecipazione, stabilendo all’epoca il limite massimo al 3% del capitale sociale. E, «oggi come allora, l’operazione è stata condotta facendo sistema con le altre Casse privatizzate, con il fine di perseguire l’interesse degli associati e di contribuire allo sviluppo del Paese», ha proseguito Santoro, segnalando che l’ascesa fino al 4,93% porta la partecipazione totale a 370 milioni di euro.

Il presidente dell’Adepp (l’Associazione degli Enti privati) e dell’Enpam Alberto Oliveti si è espresso così: «Sono contento che si sia aperto il ventaglio della partecipazione delle Casse che, dalle iniziali tre, sono ora 11 nel capitale sociale di Banca d’Italia». Quanto, invece, alla Cassa forense, guidata da Valter Militi, si tratta di un investimento che prosegue l’azione di sostegno all’economia reale del Paese e agisce «nell’interesse della sostenibilità finanziaria dell’Ente, per garantire il futuro previdenziale della categoria».

Simona D’Alessio
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