MERCATO

Autore: Alessandro Lazzari
ASSINEWS 339 – marzo 2022

Storicamente gli italiani sono stati grandi generatori di risparmio, utilizzato sia per costruire, nel tempo, solidi patrimoni familiari, a cominciare dalla proprietà della prima casa, sia per finanziare il debito pubblico, elemento che è stato decisivo nell’ampliare il circuito dei diritti sociali collettivi, sia per andare, successivamente, verso le forme più moderne di gestione del risparmio, quali i fondi di investimento e le polizze di risparmio.

Se è vero che nel lungo periodo si registra una riduzione della propensione al risparmio degli italiani, (che dal 1995 a oggi è passato dal 18,7% del reddito lordo disponibile all’8,1% del 2019 – Fonte Banca d’Italia 2020) e che dalla crisi in poi è aumentata la quota di famiglie che stenta a mettere soldi da parte, tuttavia gli italiani restano risparmiatori tra i più prolifici e testardi.

Una sorta di abitudine atavica inscritta nel Dna della nostra società, che nella fase successiva alla crisi sino ai giorni nostri ha potuto beneficiare anche del cambio radicale di rapporto con i consumi, con il passaggio verso una relativa sobrietà sconosciuta in altre fasi della vicenda nazionale.

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