IL 2 FEBBRAIO IL SEMINARIO PROMOSSO DAL CONSIGLIO NAZIONALE DEI CONSULENTI DEL LAVORO
La manovra di bilancio per il 2022 porta la gestione principale dell’Inpgi in casa dell’Inps per pregresse difficoltà di gestione economica e finanziaria. Cosa cambierà per i giornalisti dipendenti e per quelli in pensione? Del futuro della cassa di previdenza e dei suoi iscritti si è discusso nel corso del seminario di studi organizzato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro con l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi), con il patrocinio dell’Inps, lo scorso 2 febbraio nella cornice di palazzo Wedekind a Roma. Presenti i tre presidenti degli enti organizzatori oltre al direttore generale Inpgi, Mimma Iorio, il direttore centrale organi collegiali Inps, Vito La Monica, il membro del Coordinamento statistico attuariale Inps, Gianfranco Santoro, l’esperto della Fondazione studi consulenti del lavoro, Antonello Orlando e il direttore centrale pensioni Inps, Gabriele Uselli.

Una modifica di non poco conto, quella prevista dal Legislatore, che per la presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, va osservata dal punto di vista più ampio dei cambiamenti che coinvolgono le professioni. «Mai avremmo voluto un passaggio di questo tipo – ha affermato la presidente Calderone – ma bisogna ricordare che l’equilibrio inserito nella legge di bilancio ha un’importante caratterizzazione: garantisce i diritti acquisiti e la transizione nel modo più indolore possibile». E, nello spiegare i motivi sottesi all’organizzazione di un evento simile, ha aggiunto: «Oggi che cerchiamo di portare avanti l’universalità dei diritti su assegno unico e ammortizzatori sociali non potevamo lasciare indietro e tradire una categoria di soggetti così importanti per gli equilibri democratici del nostro paese come i giornalisti».

Proprio sulla buona e corretta informazione, e quindi su chi la fa, si è soffermato il Sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio con delega all’editoria, Giuseppe Moles, definendola «bene primario e quindi componente fondamentale dell’interesse nazionale» da difendere e mantenere. «L’editoria, il giornalismo, l’informazione, sono tante cose: sicuramente una componente essenziale di una democrazia liberale, compiuta – ha affermato dal palco -. Ritengo la soluzione raggiunta la più equa, la più equilibrata, perché di fatto non penalizza la categoria».

L’evento è stata l’occasione per analizzare la fase transitoria del passaggio tra le due Casse, così come il processo di confluenza e l’impatto attuariale e finanziario. Il «miglior compromesso possibile», così come è stato definito, porterà dal 1° luglio sotto la gestione dell’Inps tutto il comparto dei lavoratori dipendenti Inpgi, lasciando invece alla gestione della cassa dei giornalisti la previdenza degli autonomi. «Abbiamo lavorato – ha spiegato la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – per ottenere tre cose e credo che le abbiamo portate a casa: il riconoscimento della nostra storia, il mantenimento di tutte le prestazioni, passate e maturate, in essere. E, infine, la tutela dei lavoratori dell’Inpgi: Inps garantirà il posto di lavoro ad almeno 100 persone». Rassicurazioni arrivano dalla presidente Macelloni anche sulla sostenibilità dell’Inpgi 2, che rappresenta la parte di più numerosa e in crescita della categoria: i bilanci attuariali dimostrano la possibilità di restare in equilibrio per il prossimo cinquantennio.

Già attive le procedure per arrivare a luglio senza interruzione di servizi e prestazioni, ha garantito il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, Pasquale Tridico. «Abbiamo attivato da subito dei tavoli di collaborazione su pensioni, ammortizzatori sociali, sulle procedure informatiche, sugli immobili. Non ho motivo di pensare che il 1° di luglio avremo problemi a garantire la continuità».
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