I RILIEVI DEL SERVIZIO STUDI SENATO SULLA NORMA DEL DL SOSTEGNI 3. PRESSING PER LE MODIFICHE
di Cristina Bartelli
Lo stop alla cessione del credito rischia di provocare un corto circuito economico e ammanchi nelle entrate dello stato. A scriverlo il servizio studi del Senato nella disamina delle disposizioni contenute nel decreto sostegni 3 (dl 4/22) incardinato per il suo iter di conversione nella commissione bilancio del senato. Nel dossier si legge, con riferimento all’articolo 28 del dl 4/22 che «la disposizione in commento potrebbe costituire una misura efficace per il contrasto alle frodi nel settore. Tuttavia, la restrizione introdotta appare altresì suscettibile di ridurre in modo significativo, per la sua portata rispetto alla disciplina previgente, le concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati, attraverso lo strumento delle cessioni del credito; la qual cosa potrebbe dar luogo a ricadute in ordine all’entità degli investimenti futuri nel settore. Si ricorda che nella stima degli effetti finanziari associati alle detrazioni fiscali operanti in materia (ad es. il c.d. Superbonus 110%) sono stati sempre contabilizzati nei saldi di finanza pubblica le maggiori entrate a titolo di IVA, IRPEF/IRES ed IRAP che sono state ipotizzate come ascrivibili all’effetto correlato alla spesa indotta (ossia i maggiori investimenti nel settore). Tali effetti positivi stimati potrebbero risentire della forte riduzione introdotta con il provvedimento in commento circa le possibilità di cessione dei crediti di imposta, per cui appare opportuno acquisire la valutazione sul punto. Si suggerisce pertanto un approfondimento in ordine al profilo evidenziato al fine di poter riscontrare l’affermazione che si legge in Relazione tecnica per cui le disposizioni in commento non recano maggiori oneri per la finanza pubblica». Dunque il blocco alla cessione crediti oltre a comportare un freno agli investimenti nel settore principalmente interessato dalle misure, quello dell’edilizia, come non mancano di ripete quotidianamente associazioni e politici, avrebbe effetti anche sulle casse dello stato segnando perdite di gettito nelle stime delle maggiori entrate in termini di imposte.

Lavori in corso. Sul punto, (si veda ItaliaOggi di ieri) diversi fronti politici e ministeriali sono al lavoro per tentare di trovare una mediazione e correggere la disposizione. Al momento si segnala che come anticipato da ItaliaOggi il sito di Poste ha sospeso il servizio di cessione del credito e Cassa depositi e prestiti che ha congelato il servizio «non ha ancora preso alcuna decisione definitiva sulla ipotesi di chiusura del servizio di cessione dei bonus edilizi». La quota di mercato di Cdp nella cessione dei crediti e del 3-4% .Sul punto è intervenuto Vincenzo Presutto (M5S) della commissione bilancio Senato: “Sul Superbonus 110%, così come sugli altri bonus edilizi, servono certezze per permettere alle famiglie italiane e alle imprese di pianificare con tranquillità gli investimenti. Constatiamo che Cassa Depositi e Prestiti, dopo i ripetuti richiami del MoVimento 5 Stelle, ha fatto trapelare che sul blocco del servizio di cessione dei crediti d’imposta legati all’edilizia la società non avrebbe preso ancora decisioni definitive. Cdp, con questa uscita, non sgombra però il campo dai dubbi. Anzi, conferma che la decisione è per certi aspetti ancora sub iudice. Si tratta di un’ambiguità ancora pericolosa», osserva Presutto. Inoltre aumentano le richieste agli studi professionali di «liberarsi», cedere, entro il 7 febbraio, data dalla quale entrerà in vigore il blocco del credito, quanti più crediti possibili.Sull’effetto domino nei settori economici dopo il blocco della cessione dei crediti è interventuo Andrea De Bertoldi, FdI: «”Chiediamo l’immediata modifica al dl Sostegni ter in tema di cessione di crediti di imposta che sta paralizzando l’intero settore, rischiando di far fallire centinaia di imprese italiane. Davvero inaccettabile cambiare le regole in corso d’opera, non prevedendo gli effetti deleteri sull’economia e sull’occupazione che queste potrebbero generare. Nessuna banca acquista più crediti di imposta, le imprese del settore edilizio non riescono più a pagare gli operai, ed i cittadini rimangono nel caos e nell’incertezza”.Intanto ieri Emiliano Fenu, capogruppo in commissione finanze del senato del M5S ha presentato una interrogazione sulla vicenda delle frodi nelle cessioni dei crediti. Sulla questione ieri è intervenuto Fabrizio Capaccioli , ad di Asacert e vice presidente di Green Building: «Per la prima volta da diversi mesi il Superbonus 110% rallenta per via dell’introduzione dei limiti nella cessione dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi. Nel tentativo di fermare le frodi si rischia di imballare il sistema e non è una buona notizia.
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