di Manuel Follis
Da una parte ci sono le varianti del Covid-19 che spingono sempre più esperti a invocare il lockdown in tutta Italia, dall’altra c’è l’ira funesta del mondo dello sci, fermato a poche ore dalla riapertura. Secondo i dati del Market Watch di Banca Ifis, lo sport system di montagna riguarda 3.516 comuni che coprono il 50% del territorio oltre a 652 comuni parzialmente montani. Lo sci e gli altri sport invernali generano una spesa annua di circa 11 miliardi. Il divieto alla riapertura degli impianti sciistici «delude 3,5 milioni di italiani», emerge da un’indagine Coldiretti-Ixe. L’economia che ruota intorno al turismo invernale «ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi all’anno tra diretto, indotto e filiera», spiega ancora Coldiretti. Stando invece alle stime di Confturismo, a oggi le perdite ammontano a 8 miliardi, ai quali andranno aggiunti quelli della stagione corrente. Una crisi che ha colpito alberghi, ristoranti e impianti, ma anche tutte le industrie accessorie che vivono tramite l’indotto della filiera. A ciò si aggiunge il congelamento dei 4,5 miliardi di ristori chiesti dalle regioni per il settore.

Le categorie che subiscono danni sono molte: si va dai maestri di sci (400 scuole in Italia, 14 mila maestri e 1,7 milione di allievi) ai noleggiatori di attrezzature, passando per chi si occupa del turismo (hotel, appartamenti, B&B, residence). Restando solo al turismo, il posticipo dell’avvio della stagione al 5 marzo farà scomparire altri 3,3 milioni di presenze nelle località montane, per una perdita di altri 400 milioni, stima Assoturismo Confesercenti. Il provvedimento, spiega l’associazione, peggiora il bilancio già disastroso della stagione invernale 2020-2021, che si avvia verso una contrazione dell’85% dei pernottamenti. I consumi del settore, ha aggiunto Assoutenti, crollano di 1.090 euro a cittadino. «C’è stato un danno dettato da una scelta del governo e i danni vanno indennizzati, non bisogna parlare di ristori», ha detto senza mezzi termini il nuovo ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia. L’entità dei danni, ha proseguito, è ancora «da quantificare». Intanto in una riunione con le parti interessate «sono stati stabiliti dei metodi» e un documento condiviso dalle regioni già con il precedente governo, ha concluso, «parla di 4,5 miliardi» di danni per il sistema della montagna, a cui «vanno aggiunte le risorse per gli impianti».

L’ira del mondo dello sci però non tocca più di tanto gli esperti che si occupano di Covid. «È stata improvvida la tempistica dello stop, perché era da un po’ che si sapeva, ma la decisione è stata giusta», ha detto il virologo del Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. Walter Ricciardi (consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza) va oltre lo stop allo sci e chiede un lockdown totale seguito dal virologo Andrea Crisanti e dal direttore di Malattie infettive del Sacco di Milano, Massimo Galli, tutti a favore di chiusure nazionali di qualche settimana. (riproduzione riservata)

Fonte: logo_mf