di Marco Capponi
Andamento dei mercati nel secondo semestre e raccolta solida permettono una chiusura del 2020 robusta per Eurizon, società di asset management del gruppo Intesa Sanpaolo, che ha raggiunto un patrimonio gestito di 349 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto alla chiusura dell’esercizio del 2019. Determinante è stata la raccolta netta, pari a 5,2 miliardi, con un contributo dei fondi aperti di 5 miliardi. Aumentano le componenti obbligazionaria, azionaria, bilanciata e monetaria, mentre i flussi sui fondi flessibili sono negativi per 5,5 miliardi. Solo nell’ultimo trimestre dell’anno da poco concluso la raccolta è stata positiva per 4,5 miliardi.

In moderata flessione, invece, l’utile netto consolidato (compreso quello di pertinenza di terzi), che si è attestato a 512,9 milioni di euro con un margine da commissioni a 835,4 milioni. A fine 2019 l’utile era stato di 518,5 milioni con un margine a 799 milioni.

Importante è stata, per il gruppo, la presenza sul mercato asiatico: la controllata al 49%Penghua Fund Management ha superato la soglia dei 100 miliardi di patrimonio, arrivando a un totale di 102,7, portando così le masse complessive di Eurizon a 452 miliardi. Inoltre, sempre nei mercati orientali, la società di asset management ha rafforzato la controllata di Hong Kong, Eurizon Capital Asia, con l’inserimento nel 2021 di un nuovo responsabile della distribuzione. A livello di corporate governance la società ha preso parte a 120 assemblee degli azionisti, votando su circa 1.390 risoluzioni, e ha condotto 840 engagement con 573 aziende emittenti, il 24% dei quali hanno riguardato tematiche Esg.

Per il 2021, l’amministratore delegato Saverio Perissinotto vuole puntare su «nuove soluzioni per la riqualificazione della liquidità, in collaborazione con le altre divisioni del gruppo Intesa Sanpaolo, e nuovi strumenti a supporto dell’economia reale conformi alla normativa sui Pir alternativi». (riproduzione riservata)

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