di Claudia Cervini
Il gruppo Credem archivia il 2020 con un utile netto stabile a 201,6 mln (stima di dividendo di 0,2 euro per azione) e conta di chiudere l’integrazione di CariCento nel 2021, con un contributo di 15 milioni all’utile nel 2023. L’istituto di credito emiliano nel 2021 resta concentrato sulla crescita interna, con attenzione al wealth management, ma è «aperto a valutare operazioni industriali di m&a qualora creino valore per gli azionisti», assicura il dg Nazzareno Gregori in questa intervista a MF-Dowjones.

Domanda. Come sta procedendo l’integrazione della Cassa di risparmio di Cento?

Risposta. Siamo in attesa dell’autorizzazione dell’Autoritá Garante della Concorrenza e del Mercato. Prevediamo la completa integrazione nel 2021. Il brand è un aspetto che non abbiamo ancora valutato. Sul tema dell’occupazione, in tutte le operazioni precedenti abbiamo cercato di ridurre il più possibile l’impatto sul fronte occupazionale.

D. Dopo oltre 10 anni con Cr Cento siete tornati a crescere per linee esterne. Ci sono altre operazioni simili all’orizzonte?

R. Non abbiamo al momento trattative aperte con nessuna banca ma, così come per l’accordo con la Fondazione, valuteremo operazioni industriali che possano creare valore per entrambe le realtà. Se si genereranno opportunità esterne saremo ben lieti di poterle cogliere. In attesa dobbiamo rimanere concentrati sul nostro modo di fare banca che, anche in cicli economici difficili, ha dimostrato di essere efficace. Negli ultimi sette anni, abbiamo incrementato il total business di quasi il 60%, superando i 100 miliardi, e raddoppiato la nostra quota di mercato sugli impieghi.

D. Come procede l’alleanza con Ibm e la trasformazione digitale?

R. Stiamo continuando ad investire in innovazione tecnologica e digitalizzazione, anche attraverso gli approcci non convenzionali, come ad esempio lo sviluppo di partnership con le cosiddette fintech o con altre aziende, in una vera logica di open-banking.

D. Il Covid vi costringerà a rivedere i target annuali?

R. Il 2020 si è chiuso in linea con il 2019, pur avendo accantonato oltre 50 milioni in attesa degli impatti creditizi attesi per il prossimo anno. Gli impieghi sono cresciuti di quasi il 10% e la raccolta complessiva da clientela del 10,4%. Siamo riusciti a reagire all’emergenza in modo ottimale grazie a un modello di business diversificato. Con una decrescita del pil di quasi il 9% vedremo gli impatti in termini di minori investimenti e consumi. Contiamo di poterci sviluppare guadagnando quote di mercato.

D. Come?

R. Nel 2021 inizieremo a dare concretezza ai benefici della nuova organizzazione commerciale, che punta sul retail centrato sui servizi alle famiglie e sulla banca-assicurazione. Ruolo importante avranno le filiali, in forte sinergia con la promozione finanziaria e il neo costituito polo private banking di gruppo a sostegno della ricchezza privata. Forti investimenti sono in corso nell’ambito delle società del wealth management per sviluppare l’offerta di servizi sempre più anche nell’ambito dei prodotti Esg e, per quanto riguarda il mondo delle imprese per offrire servizi evoluti e innovativi. Infine proseguiremo lo sviluppo dell’offerta di Avvera, la nostra società focalizzata sul credito alle famiglie.

D. L’anno scorso portato a termine 225 assunzioni. Quali sono i nuovi obiettivi?

R. L’obiettivo per il 2021 è assumere altre 200 persone, proseguendo la nostra crescita organica. (riproduzione riservata)

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