Dopo 15 anni arriva una tabella sulle macrolesioni che uniforma le regole dei tribunali. In ballo c’è un giro d’affari da 4,6 mld E scoppia la bagarre. Cesari (Ivass) avverte: non si perda l’occasione
di Anna Messia

Ci sono voluti più di 15 anni per arrivare a definire una tabella unica nazionale per risarcire le lesioni più gravi alla quale sono legati i sinistri delle assicurazioni. Era il 2004 quando la legge finanziaria aveva puntato a fare chiarezza sia per le lesioni più leggere sia per quelle più pesanti. Ma se sulle microlesioni (quelle fino a 10 punti di invalidità) si è riusciti nel giro di un anno a definire uno schema condiviso, i veti incrociati hanno impedito fino ad oggi di trovare un accordo per le macrolesioni (da 10 punti all’invalidità totale), con il crescere di spese legali per i contenzioni in un clima di incertezza e il pellegrinaggio dei danneggiati più scaltri verso i tribunali italiani notoriamente più generosi. Un giro d’affari enorme, considerando che le somme destinate ai danneggiati italiani che hanno subito lesioni da incidenti stradali o da fatti legati a responsabilità medica può essere stimato in 4,6 miliardi di euro, e più della metà sono appunto macrolesioni (il resto micro). In ballo c’è quindi la fetta più consistente dei 10 miliardi di euro sinistri che le compagnie pagano in media ogni anno. Ora il dado è (quasi) tratto, dopo che le strutture tecniche del ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto dell’Ivass, l’istituto di controllo del settore assicurativo, hanno messo a punto una nuova tabella per le macrolesioni. Anche questa volta le polemiche non sono mancate, con i medici legali sul piede di guerra e un nuovo governo ancora da formare, ma la speranza è che si «riesca a partire, colmando un vuoto durato 15 anni prevedendo magari revisioni periodiche della materia», suggerisce Riccardo Cesari, consigliere Ivass che ha lavorato a lungo alla fissazione delle nuove regole.

Domanda. Professor Cesari, quali sono gli effetti che si attendono dalla nuova tabella?

Risposta. Finalmente si copre un vuoto normativo durato 15 anni che ha provocato gravi e crescenti effetti negativi e discorsivi nel sistema. Come sempre Ivass ha fornito al ministero il proprio contributo tecnico per una soluzione equa, uniforme e rispettosa dei criteri fissati dalla normativa primaria che era sta recepita dal Codice delle Assicurazioni e al ministero di hanno dato ampio ascolto. La legge chiedeva di tenere conto della consolidata giurisprudenza, di prevedere risarcimenti crescenti in misura più che proporzionale al crescere del grado di invalidità e decrescenti al crescere dell’età e di incrementare il cosiddetto danno morale in modo progressivo al crescere dell’invalidità. La tabella proposta (si veda grafica in pagina, ndr) rispetta tutte queste indicazioni e prevede anche un raccordo con la tabella delle microlesioni, evitando gradini che potrebbero produrre di per sé un ulteriore contenzioso.

D. Quali sarà la conseguenza di questa nuova tabella sui conti delle assicurazioni?

R. Abbiamo lavorato per far si che il fabbisogno complessivo rimanesse sostanzialmente invariato, come indicato nella legge. In pratica tra aumenti dei risarcimenti per i più giovani in casi di lesioni più gravi e riduzioni per le persone più anziane, specie per i danni meno gravi, c’è un sostanziale equilibrio. La tabella interviene tra l’altro su due settori, sia per i danni derivanti dagli incidenti Rc auto, dove quelli con lesioni pesano per circa l’8% come numero e il 30% in termini di valore, sia per l’Rc sanitara. Su quest’ultimo settore potrebbe esserci qualche incremento ma comunque limitato. Ma se la tabella sarà approvata saranno diversi gli aspetti positivi.

D. Quali in particolare?

R. Ci sarà un forte incentivo allo snellimento delle pratiche di risarcimento che oggi impiegano anni, all’uniformità di trattamento in tutte le aree territoriali del Paese, oggi decisamente eterogenee, all’abbandono, perlomeno in molti casi, del ricorso al giudice civile con conseguenti spese di contenzioso, intasamento dei tribunali, tempi abnormi di risoluzione che tradiscono le esigenze per una giustizia certa e rapida espresse da tutti i cittadini. Non solo. Anche in caso di ricorso giudiziale il giudice avrebbe un’unica tabella nazionale di riferimento per una valutazione di un risarcimento incrementale che come previsto dalla legge può essere incrementato fino al limite del30% rispetto al valore delle tabelle.

D. Un effetto positivo per le assicurazioni sarebbe probabilmente anche una stabilizzazione delle riserve, vista la certezza sugli esborsi massimi. Ma le critiche non mancano, sia da parte delle compagnie, in particolare per la nuota tabella delle menomazioni, da cui si parte per calcolare i risarcimenti, sia come visto dai medici legali che chiedevano di essere consultati. C’è ancora tempo per rivedere le regole?

R. Vista la situazione politica in divenire è evidente che i tempi potrebbero allungarsi ma sono convinto che sia importante partire il prima possibile per colmare il vuoto normativo che c’è stato fino ad oggi. Magari immaginando fin da subito delle revisioni periodiche a date prefissate, come si fa per esempio con i coefficienti di trasformazione delle pensioni. I tempi sembrano maturi anche per iniziare a ragionare, nelle situazioni più gravi, su risarcimenti in forma mista, con una significativa componente di rendita vitalizia. Sarebbe un vero peccato per tutti buttare al vento il lavoro complicato fatto in questi mesi. (riproduzione riservata)

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