Giorgio Moroni, consigliere di amministrazione e Affinity Director di Aon SpA

L’identità tra importo dei lavori asseverati e massimale assicurativo prevista dal dm 6 agosto 2020 a causa del suo sovradimensionamento risulta essere eccessivamente gravosa per i professionisti tecnici (ingegneri, geometri, architetti), rischiando di lasciarli, raggiunta una certa soglia (oltre i 3 milioni di euro), senza coperture assicurative nell’ambito delle loro attività di asseverazione. La questione è quanto mai centrale nella fase di avvio del Superbonus 110%.

La modalità di applicazione dell’obbligo andrebbe completamente rivista in quanto non considera né la variabile della probabilità di accadimento di un evento dannoso (l’asseverazione errata rispetto al totale delle asseverazioni effettuate), né quella della valutazione monetaria che il giudice competente attribuirà al danno occorso, in presenza anche di una non piena responsabilità del professionista coinvolto e dell’esistenza di co-responsabili in solido.

ll professionista, allo stato attuale, si fa carico di oneri aggiuntivi per il trasferimento di un rischio di gran lunga superiore al necessario, e senza alcun beneficio sociale. Inoltre, l’adempimento dell’obbligo assicurativo da parte del tecnico abilitato nelle modalità stabilite potrebbe rallentare i lavori della committenza, a causa della sua onerosità e della potenziale difficoltà a ottenere dai mercati assicurativi massimali così elevati. Ciò si traduce in un indebolimento della potenza di fuoco del decreto legge, che ha invece come obiettivo finale la messa in sicurezza del patrimonio abitativo delle famiglie italiane e il rilancio del Paese.

È quindi necessario riportare lo strumento della polizza assicurativa di responsabilità civile alla sua funzione sociale di garanzia di un rischio per sua natura aleatorio, sia rispetto al verificarsi di un danno che alla sua quantificazione.

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