di Paola Valentini
Il boom di comparti Esg e tematici è destinato a proseguire, come emerge dall’ultima analisi di Prometeia sull’industria europea dei fondi. Le previsioni della società di consulenza si sono concentrate sui prodotti specializzati, un gruppo che comprende anche tutta l’area dei fondi non tradizionali compresi gli unconstrained (non legati a un benchmark) come gli alternativi, gli absolute return, i flessibili, i veicoli di credito strutturato e sulle pmi. Accanto alle classiche categorie di fondi, ovvero monetari, obbligazionari e azionari attivi e passivi e i multi-asset (o bilanciati), gli specializzati rappresentano un bacino di prodotti che ha conquistato una fetta importante nel mercato, anche grazie alla remunerazione che producono per i gestori (grafico in pagina).

«Rappresentano il 19% delle masse totali dei fondi in Europa che sono pari a 11,6 mila miliardi di euro a fine 2020 e nel contempo producono una redditività interessante: il 21% dei 75 miliardi di commissioni di gestione totali dell’industria, pari a un margine lordo di 85 punti base, 12 punti base sopra la media di mercato di 73», afferma Claudio Bocci, partner e responsabile della business line Asset Management di Prometeia. Di qui spiegata la recente forte crescita.

Negli ultimi due anni, rispetto alle altre asset class di dimensioni considerevoli, i fondi specializzati hanno registrato lo sviluppo più rilevante, sia in termini di flussi netti che di performance di mercato. Una crescita che si è ben vista dopo la prima ondata della pandemia: da marzo a luglio scorsi le masse degli specializzati sono salite del 19% a 2,4 mila miliardi, la classe che è salita di più insieme agli azionari attivi (+21% a 2,1 mila miliardi). E ciò grazie ai flussi consistenti: tra gennaio e luglio 2020 la raccolta netta dei fondi europei in totale è stata di 76 miliardi e gli specializzati hanno ottenuto la fetta maggiore, 45 miliardi, secondi soltanto ai comparti monetari (135 miliardi) che però di solito hanno una funzione di parcheggio e quindi rappresentano una specializzazione a sé. Nel frattempo dai fondi azionari attivi sono usciti 74 miliardi e da quelli passivi 57 miliardi, mentre, nel confronto, la raccolta degli obbligazionari non ha brillato: gli attivi hanno ottenuto 15 miliardi e i passivi 29 miliardi. Anche allungando l’orizzonte la tendenza è confermata: i flussi cumulati da inizio 2018 fino a luglio 2020 sono stati pari a 154 miliardi per gli specializzati, secondi dopo i monetari a 223 miliardi, gli obbligazionari passivi hanno ottenuto un dato in linea poco sopra i 150 miliardi, più sotto gli altri (85 miliardi gli obbligazionari attivi, 59 miliardi gli azionari passivi) e 50 miliardi i multi-asset.

«All’interno degli specializzati i fondi di maggior successo si sono rivelati quelli tematici e, soprattutto, i fondi Esg», aggiunge Bocci. Le masse dei primi hanno toccato quota 355 miliardi, dei secondi 507 miliardi con una raccolta da inizio 2018 di 163 miliardi e di 70 miliardi, rispettivamente, mentre le altre tipologie hanno avuto flussi deboli o negativi (-95 miliardi gli alternativi, -6 miliardi gli absolute return e i fondi di credito strutturato, -20 miliardi i fondi sulle pmi, -2 miliardi i flessibili). In particolare, tra gli Esg i fondi ambientali e sociali puri stanno registrando l’aumento più rapido, i primi hanno realizzato nel 2018-2020 flussi (25 miliardi) pari al 195% rispetto alle masse arrivando a detenere 57 miliardi, i secondi il 108% (5 miliardi di raccolta) attestandosi a 16 miliardi. Resta il fatto che la maggior parte delle masse degli Esg si riferisce ancora a strategie miste (184 miliardi ma con flussi nel biennio pari al 65% delle masse). Il merito di questa spinta della raccolta va ricercata anche nelle performance: il rendimento medio annuo nel periodo dei fondi ambientali è stato del 4%, di quelli a connotazione sociale del 3,5% mentre i misti hanno reso il 2,8%.

E ora secondo Prometeia «nonostante le difficili condizioni economiche generali, i fondi specializzati dovrebbero mantenere il loro ritmo di crescita anche nel 2021, con tassi di incremento del patrimonio consistenti: +22% da dicembre 2020 rispetto al +6,4% atteso per la media di mercato nello scenario base, +31% nello scenario positivo a fronte del +14% previsto per l’industria», prosegue Bocci.

Le proiezioni indicano quindi masse in ascesa quest’anno a 2,7 mila miliardi per gli specializzati rispetto ai 2,2 mila miliardi di fine 2020, «grazie a una raccolta attesa di circa 140 miliardi nel 2021 che potrebbe salire a 230 miliardi nello scenario più favorevole», aggiunge Bocci, «si tratta di un contributo sostanziale al mercato dei fondi europei che nel complesso dovrebbe crescere dagli 11,6 mila miliardi a fine 2020 a 12,3 mila miliardi alla fine di quest’anno con flussi di 228 miliardi nello scenario base e di 419 miliardi nello scenario positivo. In ogni caso la raccolta degli specializzati rappresenterà più della metà di quella del mercato». (riproduzione riservata)

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