di Luca Gualtieri

Ci sono due dossier immobiliari caldi in questo momento al vaglio di Unicredit, che potrebbe sbloccarli in tempi rapidi. Da un lato la banca guidata da Jean Pierre Mustier è al lavoro per chiudere la vicenda Parnasi che la impegna ormai da molti mesi e che è entrata nella fase più calda sul finire del 2019. Dall’altro lato proprio in questi giorni sarebbero in corso contatti per dismettere l’esposizione che l’istituto detiene in un altro gruppo immobiliare romano, il Promozioni Immobiliari Generali (Prim) della famiglia Antonelli. Per quanto riguarda Parnasi, come anticipato da MF-Milano Finanza, a dicembre Unicredit ha accettato la proposta avanzata dall’imprenditore della Repubblica Ceca, Radovan Vitek, attraverso Cpi Property Group per l’acquisto delle tre società Parsitalia, Capital Dev ed Eurnova. Per la banca si tratta di una partita delicata visto che l’esposizione si attesta attorno a 500 milioni e i tempi per formalizzare l’intesa sono stretti. Il 17 febbraio si terrà l’udienza per il fallimento di Parsitalia e l’obiettivo è naturalmente chiudere il deal prima di quella data. Vale peraltro la pena ricordare che a una delle tre società coinvolte nel processo, Eurnova, fanno capo i terreni di Tor di Valle, nella periferia romana, sui quali dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma. Quanto al compratore, Cpi Property Group ha un portafoglio europeo (337 proprietà in Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Croazia, Ungheria, Francia, Slovacchia, Romania, Svizzera e Italia, con un tasso di occupazione del 94,6%) del valore di 7,9 miliardi, con asset totali per 9,5 miliardi, un Nav di 4,7 miliardi e 1,5 miliardi di liquidità. Nella partita Unicredit è stata assistita dall’avvocato Giuseppe Lombardi, Cpi Property Group dallo studio Dentons e Parnasi dallo studio Di Gravio.

 

Altro dossier immobiliare caldo è quello di Promozioni Immobiliari Generali (Prim) della famiglia Antonelli. Unicredit detiene una quota importante del debito della società (circa 100 milioni complessivi) e avrebbe avviato un beauty contest per individuare un investitore che le subentri. Il dossier sarebbe già finito nel radar di alcuni dei principali soggetti attivi in operazioni di questo genere. L’attività su questi dossier conferma l’attenzione che il vertice di Unicredit sta rivolgendo alla qualità dell’attivo. Nel 2019 le esposizioni deteriorate lorde di gruppo sono diminuite del 33,7% a 25,3 miliardi, con un miglioramento del rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 5%.

Intanto è pronta a partire la negoziazione tra la banca e i sindacati sugli esuberi previsti dal piano industriale. Il primo incontro è fissato il prossimo 14 febbraio per arrivare a tirare le somme entro il 30 marzo. Oltre sei settimane per cercare di trovare un’intesa su 6.000 uscite (500 del precedente piano Transform) e 450 filiali da chiudere. (riproduzione riservata)

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