Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Sospensione dei tributi nelle aree della zona rossa, focolaio dell’epidemia di coronavirus in Italia. Dal ministero dell’Economia arriva un primo intervento per dare sollievo alle aziende e alle famiglie negli undici Comuni messi in quarantena e in contenimento per evitare il diffondersi di Covid-19. Il decreto ministeriale messo a punto dal Tesoro è intervenuto come nei casi di terremoto o catastrofe naturale con lo stop agli adempimimenti e i pagamenti dei tributi e delle ritenute fiscali. Allo studio ci sono comunque anche misure aggiuntive, pronte a confluire e in un prossimo decreto per attenuare le ripercussioni negative sul tessuto economico nazionale, a rischio recessione, che potrebbe essere all’ordine del giorno del Cdm forse già oggi o domani.
Warren Buffett, il miliardario presidente e ceo della Berkshire Hathaway Inc, ha definito l’epidemia di coronavirus una cosa spaventosa ma non è il momento di vendere azioni. In una lunga intervista concessa al canale tv ha confermato la sua strategia di investimento. Gli investitori con un orizzonte temporale compreso tra 10 e 20 anni devono restare concentrati sulla capacità delle società di generare profitti. L’epidemia non cambia le prospettive a lungo termine. È una grave minaccia ma non dovrebbe influire su ciò che si fa quando si investe in azioni.

Arriva un altro no all’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi banca. Dopo la risposta negativa del Car, il Comitato azionisti di riferimento cui fa capo il 17,7% del capitale dell’istituto di credito, ieri è stata la volta del Patto dei mille, l’organismo bergamasco che raggruppa l’1,6% delle azioni di Ubi. «Il Comitato direttivo del Patto dei mille, in attesa di convocare l’assemblea, ha valutato negativamente l’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo», si legge in una nota ufficiale diffusa al termine di un incontro svoltosi in collegamento telefonico.
L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro nelle aree interessate dall’epidemia di Coronavirus.
Lo prevede l’art. 2087 cc e in modo altrettanto chiaro l’art. 25-septies, dlgs 231/2001 che ha inserito nel novero dei reati presupposto della cosiddetta responsabilità penale delle aziende le fattispecie di cui agli art. 589 (omicidio colposo) e 590 (lesioni personali colpose) del codice penale commesse in violazione della normativa a tutela dell’igiene e della sicurezza sul lavoro.
Conto alla rovescia sul prepensionamento nella scuola con «opzione donna». Le lavoratrici in possesso, al 31 dicembre 2019, di almeno 35 anni di contributi ed età non inferiore a 58 anni hanno tempo fino a fine settimana per riflettere se incrociare le braccia dal 1° settembre 2020 e intascare la pensione calcolata «tutta» con la regola contributiva. A ricordarlo è il Miur con la nota prot. n. 2664/2020, spiegando che le funzioni online Polis per l’invio delle domande per la cessazione dal servizio resteranno attive fino alle ore 23:59 del 29 febbraio.La possibilità di avvalersi per un anno ancora del prepensionamento opzione donna è stata introdotta dalla legge Bilancio 2020.

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  • Un altro bus in fiamme sulle strade di Roma Malore per una donna
Alle 19.20 di ieri sera, in via Pietro Frattini, al Portuense, nell’XI municipio, è andato a fuoco il bus numero 170, della linea Tpl. Si tratta del primo autobus in fiamme dell’anno. Non si sono registrati feriti. Sul posto sono intervenuti i vigili del Fuoco. Sono 158 i mezzi, tra autobus Atac e Tpl, andati a fuoco negli ultimi tre anni, tanto che la magistratura ha aperto più di un fascicolo di indagine per vederci chiaro e per trovare un eventuale denominatore comune. Spesso si tratta di veicoli che hanno oltre 10-15 anni. I mezzi incendiati nel 2016 sono stati 36, 46 nel 2017 e 44 nel 2018. Nel 2019, poi, gli autobus che hanno preso fuoco sono stati 32, l’ultimo il 29 dicembre. A bordo del 1701 si trovava una donna che è stata soccorsa perché colta da malore a causa dello spavento.
  • Ubi, il patto dei Mille respinge l’offerta Intesa “Sottovaluta la banca”
Il “Sindacato azionisti Ubi”, che riunisce un centinaio di azionisti bresciani con il 7,68% della banca tra cui i Bazoli, i Folonari, i Lucchini, rinviano per coronavirus la riunione di ieri in agenda per valutare l’offerta di Intesa Sanpaolo. Il Patto dei Mille invece si raduna per telefono, e benché sia il più “leggero” per apporto di azioni Ubi (l’1,6% del totale), critica l’offerta di scambio lanciata settimana scorsa. I membri del terzo patto della banca, imperniati sulla famiglia bergamasca Zanetti, hanno «valutato negativamente » l’offerta, ritenendo che «sottovaluti significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non consideri adeguatamente le prospettive reddituali». I soci hanno poi rilevato, a livello industriale, «le conseguenze negative sul capitale umano e sul ruolo centrale di Ubi quale storica banca del territorio» correlate all’Ops dei milanesi. Secondo fonti vicine ai pattisti, dopo il consulto telefonico di ieri, la banca sull’asse Bergamo-Brescia dovrebbe essere valutata 1,5-2 miliardi in più rispetto all’offerta lanciata il 17 febbraio: che pure riconosceva un premio, in azioni della banca compratrice, del 28% rispetto ai livelli di Borsa. Aggiungere fino a 2 miliardi ai 4,8 messi sul piatto da Intesa Sanpaolo implica un premio nell’ordine del 60% sulla quotazione, cosa vista raramente negli annali: specie per una banca con un modello di business tradizionale e messo a rischio da tecnologia e globalizzazione.

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  • Ubi, «no» anche dai soci bergamaschi 
Anche i soci bergamaschi di Ubi Banca respingono l’offerta di scambio di Intesa Sanpaolo. Ieri il Patto dei Mille, che riunisce l’1,6% in mano ad azionisti di origine bergamasca presieduto da Emilio Zanetti, «ha valutato negativamente» l’ops. Per il Patto l’ops dell’istituto guidato da Carlo Messina — 17 azioni ogni 10 Ubi — «sottovaluta significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non considera adeguatamente le sue prospettive reddituali». Inoltre, «sotto il profilo industriale», ci sarebbero «conseguenze negative sul capitale umano» e «sul ruolo centrale di Ubi quale storica banca del territorio», per i 400-500 sportelli da cedere a Bper.

  • Così l’economia paga già il prezzo d’incertezze e psicosi sanitaria
Per avere qualche delucidazione su quello che potrebbe accadere in Italia “a valle” dell’epidemia da Covid-19, cioè sui rischi reali per l’economia scatenati da un panico irrazionale, forse servirebbe consultare Robert Thaler, uno dei maestri dell’economia comportamentale. Ma senza arrivare ad un premio Nobel forse (per ora) basta ricordare la teoria del “Cigno Nero”, l’evento non previsto che scombussola tutto, dalla produzione alla Borsa. Cosa accade nel nord d’Italia che traina un Pil già fiacco? Bisogna guardare il comportamento, appunto, delle persone. Ieri mattina Milano non era più Milano. Strade più vuote, ovviamente a causa della chiusura delle scuole e delle università. Ma anche perché le persone hanno evitato i luoghi di aggregazione, ma non i supermercati. Effetto a catena di un accavallarsi di eventi e di una slavina di commenti, che si sono rincorsi con le decisioni delle autorità, innescano un circuito mediatico-politico che all’inizio e per un po’ è stato fonte di grave confusione.
  • Ubi, no anche dal Patto dei Mille: «All’offerta mancano 1,5-2 miliardi»
Un’offerta che sarebbe di «1,5-2 miliardi» inferiore a quella teoricamente corretta. Dopo il “no” del Comitato azionisti di riferimento di Ubi Banca all’offerta di Intesa Sanpaolo, arriva anche il “no” del Patto dei Mille, ovvero il patto che coagula il fronte bergamasco, che restituisce al mittente una proposta da 4,9 miliardi. Il tutto mentre l’altro versante dell’azionariato di Ubi, quello bresciano, rinvia la decisione. Il comitato direttivo del patto bergamasco, in attesa di convocare l’assemblea, ieri si è riunito come da programmi. E a valle dell’incontro «ha valutato negativamente l’Offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo, ritenendo che l’ipotesi di concambio – 17 azioni Intesa Sanpaolo contro 10 Ubi – sottovaluti significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non consideri adeguatamente le sue prospettive reddituali», come spiega una nota. Il comitato direttivo ritiene che l’operazione di fusione proposta da Intesa, che con lo scambio carta contro carta valorizza le azioni Ubi con un premio del 28% sul prezzo al 14 febbraio, «non tuteli adeguatamente gli interessi dei soci di Ubi».
  • Generali, rischio catastrofe ha il collaterale green
I futuri strumeti di copertura catastrofale delle Generali d’ora in avanti saranno finalizzati ad asset green o sostenibili. È quanto ha comunicato ieri la società sottolineando di aver sviluppato il suo primo “Green Insurance Linked Securities Framework” (Green ILS Framework). In particolare, l’iniziativa è strettamente connessa al “Green Bond Framework” di Generali, pubblicato a settembre 2019. Le Insurance Linked Securities sono strumenti finanziari alternativi per il trasferimento del rischio assicurativo presso investitori istituzionali. Il valore di tali strumenti dipende principalmente dalla probabilità che si verifichino gli eventi assicurati e il relativo rendimento è de-correlato dal mercato finanziario. Generali è tra i principali sponsor europei nel mercato delle Insurance Linked Securities, grazie alla strutturazione di due strumenti legati al rischio di catastrofe (Lion I Re, 2014 e Lion II Re, 2017) e di uno legato al rischio su portafogli RC auto (Horse Capital I, 2016). Le Green ILS sono caratterizzate dall’investimento del collaterale in asset ad impatto ambientale positivo e dall’allocazione del capitale trasferito a iniziative sostenibili.
  • Cattolica, Bedoni incontra i soci prima dell’assemblea
Ivass, Consob e da qualche giorno anche l’Agenzia delle Entrate. Da settimana scorsa gli uomini del fisco sono negli uffici di Cattolica. Per una visita che, spiegano dalla società, è di routine e rientrerebbe nel piano annuale dei controlli sui contribuenti di grandi dimensioni, quelli cioè con un volume d’affari superiore ai 100 milioni. Paolo Bedoni ieri nel tardo pomeriggio ha incontrato tutte le associazioni dei soci Cattolica in vista dell’assise. Un incontro funzionale a illustrare alle diverse anime della compagnia la posizione del consiglio di amministrazione rispetto alle nuove norme sollecitate dai dissidenti capitanati da Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero. Come è noto il board, sulla scorta di quattro distinti pareri, ha espresso valutazione negativa riguardo all’introduzione d elle regole di Buon Governo, perché ritenute, in alcuni passaggi, in primis quello relativo alla possibile uscita dal cda per mancanza di “requisiti” di quattro consiglieri, tra cui il presidente, illegittime. Tra le modifiche presentate ci sono il deciso rafforzamento dei profili di indipendenza e professionalità dei consiglieri di amministrazione, l’aumento del numero dei membri in rappresentanza delle minoranze e un ruolo diverso del presidente. Tutto questo ha invece ricevuto il semaforo verde di un parere proveritate sollecitato dai soci dissidenti. Si gioca, ovviamente sul filo del diritto ma a questo punto l’ultima parola spetterà ai titolari di azioni Cattolica che ieri, appunto, hanno incontrato il numero uno Bedoni.