Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Gli effetti delle nozze Intesa-Sanpaolo Ubi si faranno sentire non solo sulla tradizionale attività bancaria ma anche sulla gestione del risparmio, business sui cui entrambi i gruppi puntano molto. Da una parte l’istituto guidato dal ceo Victor Massiah può contare su Pramerica, sgr che gestisce asset per 65 miliardi e fa parte del network del gruppo Usa Pramerica Financial, tra i primi 10 asset manager a livello globale, con oltre 140 anni di storia e 1,3 trilioni di dollari in gestione. Mentre Intesa ha in Eurizon Capital il suo polo dell’asset management, con masse per 331,5 miliardi che unite a quelle di Fideuram (95,5 miliardi) portano a un totale di 427 miliardi, al secondo posto per patrimonio dopo Generali che gestisce 517 miliardi (dati Assogestioni). Con Pramerica gli asset nei fondi di Intesa Sanpaolo crescerebbero fino a quasi 500 miliardi, a un passo dal Leone, che nel frattempo sta per debuttare in Italia (e non solo) nella gestione del risparmio, attività da affiancare al suo mestiere di assicuratore. Proprio ieri ThreeSixty Investments, start up delle Generali annunciata un anno fa, ha ricevuto dalla Banca d’Italia l’autorizzazione a operare come sgr.
Non sarà una corsa di cento metri, ma una maratona. Così ieri un banchiere vicino al mondo Ubi definitiva il percorso che attende il gruppo lombardo dopo l’ops presentata da Intesa Sanpaolo. Amministratori e azionisti del gruppo oggetto di offerta sono determinati a esaminare a fondo la proposta e non escludono manovre difensive. In quest’ottica vanno lette le parole che il ceo di Ubi Victor Massiah ha rivolto ai dipendenti, definendo «per nulla scontato» il sì della banca all’offerta. In mattinata il banchiere ha compiuto un primo, rapido esame della proposta insieme al consiglio di amministrazione, mentre per questa mattina è attesa la nomina degli advisor che assisteranno l’istituto nei prossimi mesi. Oltre a Credit Suisse, storico consulente di Ubi, il mandato potrebbe andare a un’altra banca estera, probabilmente Morgan Stanley o Goldman Sachs.
Al momento tutti gli scenari sono aperti e gli amministratori preferiscono non sbilanciarsi sulle previsioni. Quel che è certo è che l’attenzione si è subito concentrata su due aspetti, quello economico e quello industriale. Se da un lato si evidenzia la possibilità di migliorare le condizioni dell’offerta (giudicata al momento poco generosa con gli azionisti di Ubi), dall’altro lato si pone l’accento sugli effetti dell’integrazione che farebbe di fatto scomparire il marchio Ubi e smembrerebbe la rete commerciale.
Si dice sia stato tra i fautori dell’operazione. Di sicuro dell’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca Carlo Cimbri, amministratore delegato e direttore generale di UnipolSai, è uno dei più accesi sostenitori. Perché, spiega, porta vantaggi al sistema, «che diventa più resiliente di fronte alle eventuali difficoltà del mercato», ma soprattutto perché porta vantaggi agli azionisti dello stesso istituto guidato da Victor Massiah. Un suggerimento insomma più o meno velato affinché i soci di Ubi accettino senza troppi indugi l’offerta di Ca’ de Sass. Per loro i vantaggi sono infatti a suo giudizio molteplici. «È una proposta forte, ben studiata e ben strutturata, e che crea valore per gli azionisti di Ubi», ha sottolineato ieri Cimbri nel corso di un intervento a Corriere Tv. «Agli azionisti offre infatti un premio consistente, ma anche la possibilità di far confluire l’istituto in un gruppo bancario che negli anni ha garantito utili consistenti, più del doppio di quelli che Ubi paga attualmente».
Accoglienza quasi a braccia aperte da parte del patto di consultazione di Mediobanca, nei confronti di Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, entrato a sorpresa nel capitale della banca lo scorso autunno. «E’ il benvenuto tra gli azionisti di Mediobanca perché rappresenta un gruppo tra i più importanti in Italia e non credo abbia comprato la partecipazione per venderla domattina, quindi è un investitore che dà una certa stabilità», ha commentato una fonte vicina al patto di consultazione di Piazzetta Cuccia, riunitosi ieri.
L’Unione europea delinea la strategia per la «sovranità tecnologica». La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato ieri le linee-guida del piano digitale di Bruxelles. Pilastro del progetto è la creazione di un mercato unico dei dati che dovrebbe contribuire alla crescita di colossi digitali europei in grado di concorrere con i rivali americani e cinesi. D’altronde, la sovranità tecnologica, così l’ha definita von der Leyen, è sempre più legata a quella politica e l’Ue si trova ormai da anni incastrata in una contraddizione: essere uno dei maggiori produttori al mondo di dati e non avere un campione in grado di sfruttarli.

Con 315 sì, 221 no e un astenuto, il governo ha incassato la fiducia dell’aula della Camera. E oggi, dopo l’esame degli ordini del giorno e il voto finale di Montecitorio, passerà all’esame del Senato per la seconda lettura. Un passaggio, quello a palazzo Madama, che si annuncia già blindato, vista la ristrettezza dei tempi di conversione, in scadenza il 29 febbraio, che già lasciano ipotizzare un nuovo ricorso alla fiducia da parte dell’esecutivo.
Un’iniziativa come quella annunciata a sorpresa l’altra notte da Intesa Sanpaolo su Ubi banca può essere osservata da diverse angolature. Si può mettere a fuoco la reazione della borsa (che è stata subito positiva per entrambi i titoli direttamente coinvolti). Può essere illuminato il ridisegno della geografia del credito in Italia: se l’operazione maturerà, il gruppo guidato da Carlo Messina confermerà il suo ruolo di campione nazionale mentre Bper (con l’acquisto di 500 filiali) diventerà il terzo polo nazionale.
È possibile collocare la ripresa del risiko italiano in una prospettiva europea: nel 1999, per esempio, il primo grande riassetto bancario dell’era euro iniziò in Spagna e si propagò rapidamente in Francia e poi in Italia (non in Germania). E maturò lungo la stessa direttrice indicata più di vent’anni dopo dal piano Intesa-Ubi: priorità al consolidamento sul mercato nazionale (le aggregazioni crossborder, anzitutto la lunga strategia perseguita da Unicredit fra Italia e Germania e poi nell’Est europeo, non hanno mai dato risultati soddisfacenti).
Cattolica Assicurazione torna in comunicazione con la nuova campagna dedicata al prodotto Active Casa&Persona. La compagnia è on air su tutti i principali media nazionali con un concept realizzato in collaborazione con l’agenzia creativa Utopia e un piano media curato da Vizeum, società del gruppo Dentsu Aegis Network, che abbraccia tv, radio, carta stampata, affissioni, cinema, social media e web.
Dopo la campagna di brand dello scorso anno, Cattolica Assicurazioni ha deciso di puntare sul prodotto dedicato ai differenti stili di vita degli italiani e alle loro esigenze di protezione, mettendo al centro la persona e il suo benessere e partendo proprio dall’assunto «che la casa, con tutto ciò che contiene, deve essere un luogo sicuro per chi la abita. Così come l’offerta assicurativa, anche la strategia di comunicazione pubblicitaria è stata declinata sugli stili di vita dei segmenti di clientela: metropolitano, digitale, dinamico e previdente.

 

  • A Milano torna l’Allianz vertical run
Prenderà il via a Milano il 19 aprile, con l’Allianz vertical run, il Vertical world circuit 2020, la competizione di corsa in verticale sui grattacieli che annovera nove gare intorno al mondo. Da New York a Londra, Parigi e Milano in Europa, passando per Dubai in Medio Oriente per arrivare in Asia con Pechino, Shanghai e Osaka, il circuito si concluderà con la Gran finale a Hong Kong. Dopo l’ingresso nel circuito lo scorso anno, Allianz darà il bentornato nella sua Torre, sede italiana della società, ai campioni mondiali del Vwc insieme ad altri atleti d’élite. La classifica finale conterà cinque delle nove gare. Un bonus del 25% sarà assegnato a tre corse: Milano, Londra e Dubai, mentre il 50% di punti extra è attribuito alla Gran finale di Hong Kong il 6 dicembre, dove i campioni riceveranno i titoli mondiali Vwc e i 110.000 dollari di Hong Kong (circa 13.100 euro) del montepremi finale.Giunto all’undicesima edizione, il Vertical world circuit è patrocinato dalla International skyrunning federation.

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  • Banche, il grande gelo di Ubi sull’offerta di Intesa Sanpaolo
Dopo i mugugni della vigilia, ieri è andato in onda il “grande freddo” del fronte Ubi sull’offerta di Intesa. Il consiglio per ora ha detto “ni” all’offerta Intesa. Ma secondo alcuni prepara le munizioni, si attrezza per resistere. Per ora si è limitato a prendere formalmente le distanze, seguendo un protocollo quasi obbligato. Quindi, al termine di un cda piuttosto breve, ha diramato una nota in cui spiega di aver «visionato la comunicazione dell’offerta» di Intesa, e ha dato mandato all’ad Victor Massiah – d’intesa con il presidente – di selezionare advisor finanziari e legali che «assisteranno il gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione delle informazioni finora rese pubbliche e del documento di offerta una volta disponibile», annunciato per il 7 marzo. Massiah: in una lettera ai dipendenti ha ricordato che l’operazione non è stata concordata né era a conoscenza del management, arrivata «al termine della importante giornata in cui abbiamo presentato il piano industriale », ben accolto dal mercato. Poi il passaggio più significativo: è presto per esprimere un giudizio, ma occorre tener presente che l’offerta al momento è «solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee ».
  • Il mercato torna a puntare su Mps Sogna il terzo polo con Bpm e Bper
Se Mps resta in vetrina, e il cerchio dei potenziali “mariti” si stringe, il triangolo con Banco Bpm e Bper dal 2021 potrebbe essere una soluzione. Ci ha creduto la Borsa ieri, anche ascoltando il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, primo socio a Siena: «Il Tesoro sta lavorando molto bene e voglio fare i complimenti all’amministratore delegato e a tutti i manager. I dati sono molto positivi, discutiamo con l’Europa positivamente per una pulizia ulteriore dei crediti e nei tempi previsti arriverà la soluzione».
  • Internet d’Europa
La parola del giorno a Bruxelles è “Sovranità digitale europea”. Per recuperare l’abissale distanza che separa il nostro continente da Stati Uniti e Cina quando si parla di intelligenza artificiale e raccolta dei dati, fondamentali per la crescita economica e per migliorare la vita dei cittadini. Ma anche perché gli algoritmi portano rischi e dunque non dovranno essere usati per danneggiare l’essere umano, per schedature di massa tipiche dei regimi autoritari o per evitare che prendano decisioni discriminatorie legate a sesso, razza o classe sociale dei cittadini. Tanto che l’intelligenza artificiale usata in Europa dovrà essere umano-centrica, “nutrita” solo con dati compatibili con i diritti fondamentali. È ambizioso il piano “Shaping Europe digital future” approvato ieri dalla Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen, la priorità strategica di Bruxelles dei prossimi anni insieme al Green deal.

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  • Rc auto familiare ma con il malus
Tra i provvedimenti viene prevista la nuova formula di Rc auto e moto denominata «familiare». In pratica, i cittadini potranno applicare all’assicurazione la classe di merito più conveniente tra quelle applicate ai veicoli di proprietà dello stesso nucleo familiare, un bonus valido sia per i nuovi contratti sia per i rinnovi. C’è tuttavia una specifica: una penalizzazione fino a cinque classi di merito se il mezzo, a cui si è applicata la classe di quello più virtuoso, è responsabile di un sinistro con indennizzo oltre i 5mila euro. Nel trasporto privato il decreto introduce una serie di obblighi per il monopattini elettrici: per guidarli sarà necessario avere compiuto i 14 anni di età, potranno essere guidati solo su strade urbane con limite di velocità a 50km/h. I minorenni dovranno indossare il casco, obbligatorio l’utilizzo di un giubbotto o di bretelle retroriflettenti dopo il tramonto. Per quanto riguarda il bollo auto una norma del decreto stabilisce che gli incassi rimarranno interamente alle Regioni, con l’intento di «incentivare gli investimenti sui territori»
  • Cimbri: «Una scelta di mercato. Vedrete, il sistema si rafforzerà»
È il co-protagonista del grande riassetto del sistema finanziario italiano: da numero uno di Unipol e, a cascata, di primo socio di Bper, Carlo Cimbri ha orchestrato con il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, la complessa operazione su Ubi Banca, varata lunedì notte dal colosso milanese. Se andrà in porto, una parte di Ubi — più o meno 400-500 sportelli — sarà venduta all’istituto emiliano, che così diventerà il quarto gruppo in Italia. E Unipol potrà offrire le proprie polizze agli 1,2 milioni di clienti di quelle filiali, rafforzandosi ulteriormente. Cimbri, ieri ospite di Corriere Tv, racconta la sua visione.

  • Supermalus per la Rc auto familiare Monopattini con limite a 25 km/h
La conversione in legge del Dl milleproroghe porta il “supermalus” per chi fruisce delle polizze Rc auto “formato famiglia” introdotte dalla manovra 2020, cioè in larga parte per chi ha anche una moto o un motorino. Sempre in tema di due ruote, un corposo emendamento ha anche dettato le regole di utilizzo dei monopattini elettrici, dopo che la manovra ne aveva sancito l’equiparazione alle biciclette, aprendo vari problemi di interpretazione. Il supermalus scatterà solo per chi ha un incidente di cui viene riconosciuto responsabile almeno al 51% e per il quale il danno totale liquidato supera i 5mila euro. La penalità consiste in una retrocessione fino a cinque classi, a discrezione della compagnia, ma vale solo se il veicolo è di categoria diversa da quello virtuoso. Se ne deduce che, quando il mezzo è della stessa categoria, scatti la penalizzazione prevista dalle regole generali della Rc auto: si perdono due classi.
  • Ubi prende tempo sull’offerta Intesa Massiah: «Il sì non è scontato»
Il consiglio di amministrazione dell’istituto guidato da Victor Massiah ha preso atto dell’offerta (del valore complessivo di 4,9 miliardi) e ha dato incarico al consigliere delegato di individuare gli advisor finanziari (circolano i nomi dei consulenti storici di Credit Suisse) per valutare la congruità della proposta che prevede lo scambio di 17 azioni della nuova entità ogni 10 azioni Ubi. Una proposta che prevede un premio del 28% rispetto ai valori di venerdì 14. Per ora non sono emersi giudizi ma l’atteggiamento sia di Massiah sia dei consiglieri appare prudente. «Care colleghe e cari colleghi, al termine della importante giornata in cui abbiamo presentato il nostro piano industriale, accolto dal mercato e da tutti gli stakeholder con grande consenso e apprezzamento, abbiamo appreso da un comunicato stampa dell’operazione (ops) lanciata da Intesa San Paolo sulla nostra Banca», scrive l’a.d. di Ubi Banca, Victor Massiah, in una lettera inviata ai dipendenti del gruppo. Il banchiere, confermando quanto detto martedì dal ceo di Intesa Carlo Messina, aggiunge che «come rappresentato dalla stessa istituzione promotrice dell’offerta, tale operazione non era concordata né a conoscenza del nostro consiglio di amministrazione e del nostro management». Per il ceo di Ubi ci sarà bisogno di tempo per valutare l’operazione.

Handelsblatt

 

  • In aprile il verdetto contro il Check24 
La controversia legale tra HUK Coburg e il portale di conciliazione Check24 davanti al tribunale regionale di Colonia è in corso di definizione. Mercoledì 22 aprile la data per la pronuncia di una sentenza sulla denuncia dell’assicuratore dell’Alta Franconia contro la “garanzia in nessun luogo più economica di Check24”. HUK Coburg accusa Check24 di aver ingannato i clienti con la “garanzia in nessun luogo più economica” sulle pagine web del portale. La compagnia di assicurazione sostiene che non sempre le assicurazioni più economiche si trovano sul portale. Non è la prima volta che entrambe le parti si vedono in tribunale. Il più grande portale di confronto tedesco è da tempo oggetto di lunghe controversie legali con l’assicuratore. Dopo il primo processo, Check24 aveva migliorato la garanzia, ma la compagnia di assicurazione che ha fatto causa non lo ritiene sufficiente. HUK Coburg non vende le sue polizze attraverso Check24 perché non vuole pagare le commissioni che la compagnia online di Monaco di Baviera richiede alle compagnie di assicurazione. Solo pochi giorni fa HUK Coburg ha ottenuto una vittoria contro il Check24 nel Tribunale regionale di Berlino. I giudici hanno dichiarato alcune formulazioni della società di Monaco di Baviera fuorvianti nella controversia tra le due parti circa il servizio di disdetta del portale nell’assicurazione auto mediante un’ingiunzione temporanea.